Covid, ora c’è pure la variante sudafricana che fa tremare mezzo mondo

Covid, spunta la variante sudafricana. L’Inghilterra teme che possa rendere meno efficaci i vaccini. La nuova mutazione sarebbe ancora più contagiosa di quella britannica

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(Pixabay)

Covid, scatta un nuovo allarme: dopo quella inglese, che ha gettato nel panico mezzo mondo, e quella italiana, con casi accertati a Roma e Loreto, spunta fuori ora la variante sudafricana. Stiamo parlando di una nuova mutazione del Coronavirus denominata 501.V2 che, stando ai dati raccolti, oltre ad essere più contagiosa rispetto alla versione britannica, potrebbe anche rendere inefficaci i vaccini sviluppati per il virus. Al momento non ci sono certezze, ma soltanto una serie di prime informazioni messe insieme dalle autorità sanitarie inglesi. Il rischio che la mutazione sudafricana possa compromettere l’efficacia degli antidoti contro il Covid-19 però c’è e ne ha parlato John Bell, citato da La Repubblica.

Secondo l’esperto, che è professore di medicina e membro della task force del governo britannico sui vaccini, la variante sudafricana si caratterizzerebbe per importanti mutazioni nella struttura della proteina spike, che è proprio quella su cui i vaccini vanno ad agire per “addestrarla” a riconoscere il Sars-CoV-2, così da indurre l’organismo a produrre anticorpi. Se la proteina spike della mutazione sudafricana fosse molto diversa da quella che è alla base dei vaccini, allora sarebbe un serio problema. E’ un ipotesi che va considerata anche se il professor John Bell sembra più orientato ad escluderla. Per lui, le dosi attualmente disponibili sicuramente riusciranno a tenere testa alla nuova variante, ma la loro efficacia potrebbe essere inferiore rispetto a quanto previsto.

La Gran Bretagna trema e corri ai ripari chiudendo tutti i voli con il Sudafrica. Comunque, in due diverse località inglesi, ci sono già i primi casi. E’ massima allerta. “Ci troviamo di fronte a un problema serio, anche più preoccupante della variante rilevata nel Regno Unito”. Questo è il commento del ministro della Salute britannico Matt Hancock ai microfoni della Bbc.

Variante sudafricana resistente ai vaccini? Parla l’esperto

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Covid, la nuova variante sudafricana spaventa l’Inghilterra e il mondo. Si teme per l’efficacia dei vaccini in distribuzione. E’ fondato il timore? La parola all’esperto. Ad intervenire sulla questione è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali. E’ netta la sua posizione. “Per ogni variante che verrà isolata, premettendo che di varianti ne sono già state segnalate numerose, in questa fase di vaccinazione – ha spiegato Andreoni – nascerà sempre la questione se è sensibile agli anticorpi prodotti dal vaccino oppure no”.

Per l’esperto bisogna evitare gli inutili allarmismi, anche perché il progresso scientifico gioca a nostro favore. Le sue parole vanno nella direzione della rassicurazione. Abbiamo la tecnologia per sapere se questa variante è neutralizzata dagli anticorpi vaccinali e potremmo quindi evitare di generare allarmismi, soprattutto in un momento in cui siamo nel pieno della campagna vaccinale”.

L’infettivologo sottolinea che, ad oggi, il Covid è mutato tantissime volte. Di alcune varianti si è avuta una maggiore contezza perché hanno fatto notizia. Il virus, in quasi un anno di pandemia si è trasformato più volte ma comunque, per Andreoni, non ci sarebbero rischi per i vaccini. “Fino ad oggi tutte le varianti che sono emerse, che non sono poche, in realtà si sono dimostrate sensibili allo stesso vaccino – ha spiegato l’esperto aggiungendo – è presumibile pensare che se ci saranno varianti non sensibili, ma saranno comunque delle eccezioni e non una regola che comporterà di modificare in continuazione un vaccino”.

Tirando quindi le somme, non c’è nulla da temere per gli antidoti contro il Coronavirus già messi a punto. Si può quindi tirare un sospiro di sollievo. Al momento, nei paesi dell’Unione europea, è in corso la somministrazione delle dosi prodotte da Pfizer-BioNTech. Entro domani, invece, dovrebbe arrivare il via libera dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per l’antidoto prodotto da Moderna che, per il trasporto, non richiede la cosiddetta “catena del freddo”, a differenza di quello Pfizer.

L’Italia ha acquistato o opzionato un totale di 202 milioni di dosi, divise tra le case farmaceutiche Astrazeneca, Pfizer-Biontech, Johnson & Johnson, Sanofi/GSK, Curevac e Moderna. La campagna vaccinale è coordinata dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Le prime somministrazioni sono partite il 27 dicembre 2020 ma, almeno per ora, si procede a rilento. Al momento sono state vaccinate poco più di 118mila persone. La strada è tutta in salita. Resta confermata la priorità per le “categorie a rischio” e non c’è obbligo vaccinale.

Vaccino
(Getty Images)

Il governo ha scelto la strada della sensibilizzazione, della libera scelta anche se, però, non si esclude che nei prossimi mesi, guardando magari al totale dei vaccinati, si possa ragionare su qualche forma di obbligatorietà da introdurre. L’ha detto Pierpaolo Sileri, vice ministro della Salute.

 

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