Sei cambiata durante il lockdown? Lo abbiamo fatto tutti: ecco come

Il lockdown e l’isolamento a cui ci ha costretto la pandemia di Coronavirus avrà pesanti conseguenze psicologiche: ecco quelle che sono già state osservate dagli specialisti.

ragazza triste
(Pexels)

L’uomo è un animale sociale e ha bisogno di mantenere un costante contatto con i suoi simili per tenere alto il suo benessere psicologico.

Questo meccanismo si può osservare in particolar modo nei bambini, che compiono enormi progressi intellettivi quando sono a scuola e vengono sottoposti ai numerosissimi stimoli che vengono non soltanto dalle attività didattiche ma anche (forse soprattutto) dall’interazione con gli altri bambini.

Gli psicologi specializzati in psicologia infantile hanno messo più volte in guardia la società sulle conseguenze del lockdown per i bambini, ma forse si parla troppo poco delle influenze negative sul benessere psicologico degli adulti che la pandemia, la quarantena e il lockdown hanno avuto su vastissima scala.

Esattamente come la pandemia è una crisi sanitaria, economica e sociale globale, anche le conseguenze psicologiche della pandemia sono una problematica di livello mondiale che, quindi, dovrà essere osservata e curata con la stessa attenzione con cui si curano i sintomi fisici del virus.

Anche se non sempre ne siamo consapevoli, infatti, tutti siamo cambiati durante il lungo periodo del lockdown: ecco come.

Le conseguenze psicologiche del primo lockdown

Ansia lockdown
(Fonte: Pixabay)

Molte persone hanno avuto la sensazione che il primo lockdown fosse più semplice da sopportare. Si tratta di una percezione molto diffusa e per lo più veritiera.

Perché il primo lockdown è stato più semplice? Innanzitutto si trattava di una situazione percepita come a breve termine. Molte persone erano convinte che nel giro di qualche settimana di sacrifici tutto sarebbe tornato come prima, quindi hanno preparato le proprie energie mentali e fisiche per affrontare uno sforzo di breve durata anche se molto pesante.

Per questo motivo, a parte lo spavento iniziale, nel corso del primo lockdown si è sviluppato un forte senso di comunità e di reciproco sostegno che ha portato le persone a cantare sui balconi e a dar vita a molte iniziative per tenere su il morale del Paese.

Lo sforzo organizzativo, sanitario ma anche emotivo del popolo italiano è stato addirittura celebrato a livello internazionale da un commovente video dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Nonostante tutto, però, già nel corso del primo lockdown le conseguenze psicologiche della pandemia si stavano sviluppando e allargando a macchia d’olio.

disturbi psicologici più diffusi nel corso della prima ondata di Coronavirus sono stati:

  • Insonnia
    Dovuta nella maggior parte dei casi alla preoccupazione per il futuro e alla drastica diminuzione delle ore di attività fisica.
  • Ansia generalizzata
    Dovuta alla paura del contagio, all’incertezza verso il futuro e all’apprensione per la salute dei nostri cari
  • Accumulo Compulsivo
    Tutti ricordiamo le file nei supermercati nel momento in cui divenne effettivo il primo lockdown. All’epoca le persone sentirono il bisogno di accumulare scorte di alimenti e generi di prima necessità anche assolutamente eccessivi per i bisogno della loro famiglia

Questa situazione è stata accompagnata dall’enorme dose di stress che è derivata dalla necessità di cambiare profondamente e continuamente le proprie abitudini al fine di riuscire ad assicurare comunque lo svolgimento quotidiano delle attività necessarie al benessere della famiglia. Molte persone hanno sviluppato durante il primo lockdown e appena dopo la sua fine anche un disturbo post traumatico da stress che però, a seconda della gravità del caso, spesso si è anche esaurito da solo.

Il momento di passaggio: la sindrome di Angela da Mondello

Briatore e Arianna David flirt
Flavio Briatore (Instagram)

Flavio Briatore può essere assunto a simbolo dell’atteggiamento degli italiani nella fase tra la prima e la seconda ondata di Coronavirus.

L’imprenditore, che aveva chiesto a gran voce che il governo lasciasse lavorare gli imprenditori del settore turistico in Sardegna, ha dovuto gestire lo scoppio di un grave focolaio di Coronavirus proprio nel suo locale più famoso, il Billionaire.

Proprio il desiderio di evadere dalle mura domestiche e riconquistare almeno una piccola dose di normalità ha fatto sì che gli italiani si comportassero in maniera piuttosto avventata durante l’estate, minimizzando i rischi che invece ancora esistevano e che portò alla nascita di un altro simbolo del momento storico che l’Italia stava attraversando.

L’atteggiamento di Angela da Mondello venne in seguito profondamente criticato, tanto da spingere la donna siciliana a chiedere pubblicamente scusa per le sue affermazioni.

Il meccanismo mentale che però portò Angela a fare quelle affermazioni è un meccanismo naturale e molto diffuso che porta alla rimozione delle cause di stress che non si riescono a gestire.

Non riuscendo ad accettare una situazione apparentemente senza via di uscita la mente decide semplicemente di negare la sua esistenza all’origine. 

Per i negazionisti e i complottisti è molto più semplice affermare che il virus non esiste e che sia tutta un’invenzione dei governi (e delle case farmaceutiche) pur di non assumersi il compito di far fronte all’emergenza.

Cos’è successo al nostro benessere psicologico durante la seconda ondata?

ansia e depressione
(fonte: Pexels)

Nel corso della seconda ondata i governi di molti paesi del mondo (tra i quali l’Italia) hanno deciso di non imporre un secondo lockdown ma una serie di misure di contenimento dell’infezione, come la parziale riapertura di bar e ristoranti, la didattica a distanza, la limitazione degli spostamenti dopo il coprifuoco e così via.

Questa nuova situazione ha portato conseguenze psicologiche ancora diverse rispetto a quelle provocate dal primo lockdown e che, sotto certi aspetti, possono essere considerate ancora peggiori.

Si può dire che il trauma della pandemia che abbiamo vissuto nel corso del primo lockdown è diventato cronico nel corso degli ultimi mesi, durante i quali abbiamo dovuto far fronte all’idea che la nostra vita è cambiata e rimarrà diversa dal solito per un tempo ancora indeterminato.

Questa situazione ha dato luogo ad altri problemi psicologici di natura leggermente differente rispetto ai primi:

  • Stress da adattamento
    La routine è un meccanismo estremamente rassicurante per qualsiasi essere umano. Dover alterare la propria routine, fare grandi rinunce in termini di hobby e di tempo trascorso con gli amici è stato e sarà estremamente faticoso
  • Comportamenti ossessivo – compulsivi
    I comportamenti ossessivi che si sono diffusi più ampiamente in questi ultimi mesi sono quelli legati alla detersione delle mani e delle superfici, alla necessità di igienizzare qualsiasi cosa, alla necessità di controllare più e più volte se la mascherina è correttamente posizionata sul volto. Questo tipo di comportamenti è finalizzato a rassicurare le persone e a tenere a bada l’ansia, tuttavia sul lungo periodo possono trasformarsi in comportamenti propri della persona e non limitati nel tempo
  • Comportamenti antisociali
    La diretta conseguenza del negazionismo è la nascita di comportamenti antisociali che spingono un individuo a ignorare volontariamente le indicazioni di sicurezza del governo o degli organi sanitari, esponendo al contagio se stessi e gli altri
  • Dipendenze da cibo, alcool e droghe
    Una delle principali strategie di gestione dello stress è l’edonismo, cioè il procurarsi piacere per compensare gli stimoli negativi. A seconda della propria indole, ogni individuo potrebbe rivolgersi a oggetti diversi dai quali generare piacere sviluppando dipendenza, come appunto il cibo, l’alcool o le droghe ma anche sesso e gioco d’azzardo
  • Sensi di colpa e pensieri intrusivi
    Nel corso della prima ondata e del primo lockdown non si erano ancora consumate tutte le tragedie che hanno accompagnato gli ultimi mesi, durante i quali molte famiglie hanno vissuto moltissimi lutti. Molte persone stanno sviluppando in questi ultimi mesi dei profondi sensi di colpa che hanno a che fare con la loro responsabilità nella morte delle persone amate. “Avrei potuto fare di più, avrei potuto essere più presente” sono pensieri di cui non ci si riesce a liberare soprattutto dopo un lutto molto traumatico
  • Pensiero catastrofico
    Nel corso del primo lockdown il messaggio principale che si è diffuso attraverso la comunità dei cittadini è stato “Andrà Tutto Bene”. A distanza di mesi sembra che la carica di ottimismo di Marzo e Aprile si sia esaurita e che oggi si siano diffusi principalmente pensieri negativi: bombardati da cattive notizie abbiamo cominciato a interiorizzare la negatività e prestare più attenzione alle notizie cattive piuttosto che a quelle positive. La conseguenza è che non possiamo fare a meno di proiettare nel futuro questa negatività
  • Ansia sociale
    Il primo lockdown è terminato lo scorso 4 Maggio. Mentre molti esultavano perché finalmente avrebbero potuto ricominciare a uscire, molti erano estremamente spaventati dall’eventualità di riprendere i contatti sociali e hanno finito per rinchiudersi ancora di più in se stessi.

Come si esce dalla depressione da lockdown?

depressione quarantena
(Foto: Pixabay)

Tra le conseguenze psicologiche del lockdown la depressione è certamente la più pericolosa. Tutti i disturbi finora elencati, insieme al permanere di una grande incertezza economica e lavorativa hanno enormemente aumentato la diffusione di sintomi e stati depressivi.

Uscire dalla depressione da lockdown è possibile, ma prima di tutto è necessario individuarla, diagnosticarla e accettarla, riconoscendo che è un periodo estremamente difficile e che qualsiasi reazione psicologica è profondamente giustificabile.

Fare attività fisica, mantenersi mentalmente attivi e soprattutto chiedere l’aiuto di un professionista quando è strettamente necessario sono consigli utili per tutti, anche se la situazione di ogni persona è diversa.

chiave della felicità
Adobe Stock

Anche se si affronta una fase depressiva, però, non bisognerebbe mai dimenticare che esiste una depressione buona e una cattiva e che nel corso del 2021 il nostro principale compito sarà quello di impedire alla nostra mente di cadere nella trappola della depressione cattiva.

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