Report dell’Iss di Capodanno. Sale ancora l’indice Rt. A rischio 3 Regioni

Emergenza Covid, sale ancora l’indice Rt. Lo dice il report di Capodanno dell’Istituto Superiore di Sanità. Tre regioni d’Italia sono a rischio elevato

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(Pixabay)

Sono ancora alti i numeri della pandemia da Covid, in Italia come nel mondo. Nel Belpaese il virus torna a fare paura, con numeri in crescita. In particolare, a destare preoccupazione è l’indice Rt che sale. Questo è il dato oggettivo che emerge dal rapporto di Capodanno stilato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). L’indice Rt, come ormai è noto, è un parametro fondamentale perché indica la trasmissibilità dell’infezione. In questi ultimi giorni il valore è aumentato e può significare una sola cosa, ovvero che il Covid si sta diffondendo con più velocità.

Nonostante la campagna vaccinale sia ufficialmente iniziata, con le somministrazioni delle prime dosi del vaccino Pfizer, l’unico al momento ad essere distribuito, il numero dei nuovi contagi, in Italia, sta aumentando, in barba alle restrizioni in vigore e ai ‘lockdown ad intermittenza’. In linea generale si può affermare che, per l’emergenza sanitaria nel nostro paese ci sono dei primi segnali di miglioramento, ma siamo però ancora lontani dal poterci considerare fuori pericolo. In particolare la situazione, a detta degli esperti, è grosso modo questa: in Italia c’è una lievissima diminuzione dell’incidenza del Covid ma una tendenza all’incremento dell’indice Rt.

Finché non verrà raggiunta la cosiddetta immunità di gregge, il paese dovrà imparare a convivere, il più possibile, con il virus. E sarebbe forse anche ora d’iniziare, seriamente,  questa ‘pacifica coabitazione’, giacché l’economia sembra non reggere più i ritmi delle ripartenze ‘Stop & go’.

Ancora per alcuni mesi gli italiani dovranno armarsi di pazienza per contenere la diffusione dei contagi. Bisogna pazientare ed essere consapevoli che questa battaglia la vince solo chi ha più resistenza. Ad ogni modo c’è una buona notizia: tra novembre e dicembre 2020 si è registrata una diminuzione dei casi d’influenza stagionale i cui sintomi, spesso, vengono confusi con quelli del Covid.

Rapporto Iss: sale l’indice Rt. Allerta massima in 3 regioni

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(Getty Images)

Il rapporto di Capodanno stilato dall’Iss fotografa la situazione italiana dell’emergenza sanitaria e parla di un indice Rt che sta salendo. Lo scenario preoccupa gli esperti tra i quali Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, che parla di misure di contenimento da adottare anche per tutto il 2021. Una buona fetta della comunità scientifica sostiene che, almeno fino a quando non avremo raggiunto l’immunità di gregge, dovremo continuare a indossare la mascherina e mantenere in distanziamento sociale, nonostante il vaccino.

Per il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, i dati di Capodanno vanno presi un po’ con le pinze perché, durante le festività natalizie, il numero dei tamponi effettuati è diminuito. Bisognerà attendere la metà di gennaio per capire, davvero, come sta evolvendo la situazione.

Per gli esperti, nella maggior parte delle regioni, si osserva un rischio da moderato ad alto. In soldoni, la situazione appare come difficile da gestire e poco controllabile. Ragion per cui verosimilmente, il governo opterà per mantenere ancora le misure restrittive, seppur con qualche allentamento. L’ultima rilevazione dell’Iss si ferma al 31 dicembre 2020 e parla di un indice Rt in crescita, arrivato a 0,93. Manca poco per il valore 1, al di sopra del quale scatta l’allerta massima.

Per l’Iss in 5 regioni  c’è una probabilità superiore al 50% di superare la soglia critica, che è quella relativa all’occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni. In altre 3 regioni, invece, si riscontrerebbe la stessa situazione in relazione, però, al parametro delle terapie intensive. Al momento ci sarebbero 9 regioni classificate a basso rischio. Per altre, invece, il rischio sarebbe moderato. Ma, in particolare, destano preoccupazione 3 regioni, per le quali il rischio sarebbe da bollino rosso: parliamo di Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Veneto.

La situazione più preoccupante è quella del Veneto. La regione guidata dal governatore Luca Zaia vive una grande difficoltà perché l’indice Rt è maggiore di 1 e l’incidenza dell’epidemia è molto elevata. Il Veneto che, fino ad alcune settimane fa era riuscito a tenere a bada il Covid, addirittura mettendo a punto dei test antigenici ‘fai da te’ per lo screening veloce, ora sembra capitolare.

In quello che può apparire come un quadro generale sconfortante una buona notizia, però, c’è. L’Iss osserva una diminuzione della pressione su strutture ospedaliere e assistenziali. I tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nelle aree mediche sono al di sotto della soglia critica a livello nazionale, per la prima volta dalla fine di ottobre. Insomma, c’è un piccolo spiraglio di luce in fondo al tunnel ma c’è ancora molto da fare.

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(Getty Images)

Grandi speranze sono riposte nei vaccini contro il Covid per i quali, almeno per il momento, non è prevista l’obbligatorietà. Tutto è affidato alla libera scelta dei cittadini ma, la speranza condivisa dagli esperti, è che si possa arrivare ad una vasta adesione.

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