Bambini con problemi neuropsichiatrici e lockdown, i risultati della ricerca

Gli specialisti della Fondazione Stella Maris di Pisa hanno analizzato i problemi psicologici causati dal lockdown sui bambini già sofferenti

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I bambini e il lockdown, un tema delicato. Dal punto di vista fisico sappiamo che dall’inizio della pandemia sono stati i meno colpiti, per motivi dimostrati anche dalla scienza.

Ma questo non vuol dire che il cambiamento delle abitudini non abbia influito su loro .

L’impatto della chiusura forzata sulla salute psicofisica e sui comportamenti dei bambini è stato indagato da una ricerca portata avanti da specialisti reali e ora arrivano i primi risultati.

La ricerca, pubblicata ora sulla rivista ‘Brain Science’ è stata portata avanti della Fondazione Stella Maris di Pisa, Ospedale Universitario che si occupa di bambin speciali

In particolare dagli allievi della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatra Infantile, sotto la supervisione della professoressa Roberta Battini, che hanno indagato sugli effetti psicofisici del lockdown sui minori fragili.

La struttura toscana infatti si occupa di seguire diverse patologie e con le ristrettezze forzate causate dalla pandemia è diventato tutto più complicato.

Bambini con problemi neuropsichiatrici, il lockdown più sopportabile per quelli piccoli

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La sospensione improvvisa e imprevista delle attività ordinarie per seguire le dure dei bambini ha inciso su una percentuale di pazienti già molto fragili per la loro condizione.

Sono state circa 700 le famiglie con bambini di età compresa tra 18 mesi e 18 anni valutate presso la Fondazione Stella Maris nei mesi precedenti l’epidemia,.

E tutte sono state contattate telefonicamente dagli specializzandi che le hanno istruite sulla corretta compilazione di questionari online. Una piattaforma creata espressamente per individuare eventuali nuovi sintomi psicopatologici nei bambini e nei ragazzi

Dati che sono stati confrontati con il profilo comportamentale ed emotivo di ogni giovane paziente seguito relativo al periodo precedente l’epidemia. Allo stesso modo sono stati confrontati con altre variabili .

Alla fine hanno risposto 141 famiglie, anche perché diverse delle altre erano alle prese con una gestione già complessa prima e resa ancora più difficile dalla pandemia.

Alla fine della ricerca sono emersi alcun dati chiari. In particolare l’aumento della sintomatologia ansiosa e somatica tra i più piccoli (quelli tra 18 mesi e 5 anni).

Ma anche un aumento di sintomi ossessivo-compulsivi, alterazione del pensiero e stress post-traumatico nei bambini di età compresa tra 6 e 18 anni.

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Inoltre appare evidente come una minore età rappresenti un fattore protettivo soprattutto nella fascia prescolare, con i bambini più piccoli più portati alla sopportazione.

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