A Pompei già si mangiava lo Street Food: lo straordinario ritrovamento di Natale

A Pompei gli scavi archeologici non si sono fermati nemmeno durante la pandemia ed è stato portato alla luce un sorprendente shop di street food.

Street food a Pompei
(Instagram)

Mac Donald’s è un’invenzione moderna? Assolutamente no: l’idea di “mangiare qualcosa al volo per strada” è radicata nelle abitudini dei popoli antichi, almeno stando a quanto scoperto dagli archeologi che hanno lavorato a Pompei ed Ercolano nel corso degli ultimi anni.

In passato, infatti, gli scavi hanno scoperto che a Pompei si vendeva street food da asporto in quelli che potrebbero essere tranquillamente assimilati a locali di fast food, ovvero rivendite di cibo già pronto a fronte strada.

Come funzionava la conservazione del cibo? Cosa mangiavano gli antichi pompeiani (di certo non hamburger e cola)? E soprattutto cos’ha di straordinario la recentissima scoperta fatta dagli archeologi?

Street Food di gran lusso a Pompei, tra mosaici e bellissimi affreschi

Street food pompei
(Instagram)

Pompei era una città ricca, sofisticata e all’avanguardia, affollata di cittadini ma anche di turisti provenienti dalle province vicine, attirati dalla bellezza dei luoghi e dalla piacevolezza del clima campano.

Per questo motivo le strade di Pompei erano sempre molto affollate e, esattamente come accade oggi, non sempre le persone avevano tempo, modo o voglia di tornare a casa per mangiare.

Per questo motivo nacquero osterie e taverne, ma anche botteghe che possono essere considerate le antenate dei fast food odierni.

banconi erano realizzati in muratura contenevano grandi giare di terracotta “murate” in maniera da rimanere perfettamente in piedi, con la bocca rivolta verso l’alto ed eventualmente chiusa da un coperchio.

All’interno delle giare di terracotta si conservavano diversi tipi di alimenti già pronti, come piatti con vari tipi di carne (pollo, maiale, cacciagione) e verdure, ma anche vino aromatizzato con le fave e altri alimenti.

clienti del “fast food pompeiano” entravano in bottega, facevano la loro ordinazione e la consumavano al volo, appena dopo averla ricevuta dal ristoratore, all’interno stesso della bottega (esattamente come accade quando oggi ci fermiamo per un panino in un fast food).

Questo modo di conservare e di vendere il cibo da strada inventato dai Latini era già noto agli archeologi, poiché da molti anni erano state scoperte botteghe simili a quella ritrovata negli scorsi giorni.

Cosa rende allora così eccezionale questo ritrovamento di fine 2020? Sicuramente le dimensioni del bancone, contenente un gran numero di anfore e quindi in grado di servire un grande varietà di pietanze e bevande ai clienti.

Inoltre la decorazione pittorica del bancone si è mantenuta straordinariamente intatta, rivelando affreschi di grande bellezza e realismo.

 

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Tra i soggetti che decorano il bancone spiccano figure mitologiche (come una ninfa del mare su una carrozza trainata da un cavalluccio marino multicolore) ma anche oche germaniche, un bellissimo gallo, erbe e una riproduzione di un carretto portavivande che vendeva sulla strada i propri prodotti.

Molto divertente è anche la raffigurazione di un piccolo cane da compagnia (si tratta di un esemplare talmente piccolo da aver fatto pensare agli archeologi che già dall’antichità si preferissero razze canina di piccole dimensioni o che si procedesse a incrociare le razze per ottenere cani adatti a stare in casa) sulla quale un cliente della bottega ha inciso un insulto a sfondo sessuale contro il proprietario del locale.

Come si chiamavano queste antiche botteghe che oggi chiameremmo “fast food”? Thermopolium. La parola “thermo”, contenuta nel nome, indicava chiaramente il fatto che in questi locali si potesse consumare del cibo caldo o tenuto in caldo.

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