Tornare in famiglia a Natale ti fa sentire in trappola? È normale, ecco perché

Trascorrere il Natale in famiglia è una tradizione a cui gli italiani sono legatissimi, ma perché abbiamo costantemente il senso di sentirci in trappola? Le cause sono tutte di natura psicologica.

Natale in famiglia
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Tornare a casa dei propri genitori dei propri nonni di tanto in tanto ci fa tornare piacevolmente bambini, a quei momenti felici dell’infanzia che talvolta sembrano essere perduti nei nostri ricordi.

Durante le feste di Natale o le altre ricorrenze religiose, però, si passa molto tempo nella famiglia di origine, in compagnia di persone con cui, nel corso del tempo, abbiamo finito per perdere i contatti.

Per quanto inizialmente faccia piacere ritrovare i propri cari, a volte ci si sente in trappola e si ha l’impressione di essere tornati quelli di una volta, cioè bambini o adolescenti con difetti e insicurezze che sembrano essere rimasti “congelati” nella memoria familiare.

Se non si combatte questa sensazione, comprendendone a fondo le cause e cercando di superarla in maniera positiva, le riunioni familiari potrebbero trasformarsi di anno in anno in veri e propri incubi.

La famiglia come trappola psicologica? Non succede solo a Natale

bambini capricci
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In linea generale, gli anni che abbiamo trascorso insieme alla nostra famiglia sono quelli dell’infanzia e dell’adolescenza. Nella fase iniziale della sua vita un individuo non è davvero se stesso, cioè non ha compiuto ancora tutti i passi per definire la propria personalità. Questo implica che le persone che siamo da adulti sono in realtà molto diverse dalle persone che eravamo da bambini. 

Purtroppo, come tutti abbiamo avuto occasione di constatare almeno una volta nella vita, quando torniamo in famiglia veniamo “ridotti” esclusivamente alle persone che eravamo: per la nonna saremo sempre la nipote che non mangiava abbastanza, per la zia la nipote che le rubava gli orecchini e per mamma e papà saremo sempre i ragazzi che eravamo quando ancora vivevamo nella cameretta arredata per noi nella loro casa.

Il discorso potrebbe essere allargato a tutti i componenti della famiglia, ognuno dei quali conserverà un ricordo molto limitato di noi, relativo soltanto ad alcuni tratti del nostro carattere che, magari, ci siamo lasciati dietro lungo la strada e in cui oggi non ci riconosciamo più.

Tornare in famiglia significa tornare indietro a quando non eravamo che bambini “vittime” delle dinamiche familiari, incapaci di prendervi parte in maniera attiva e di contribuire alla loro formazione.

Inconsciamente, quando torniamo in famiglia tendiamo a ripiombare in quella situazione psicologica di “minorità” per il semplice fatto che tutti i parenti si comportano con noi come se fossimo ancora bambini o adolescenti. Per questo motivo siamo più portati a sopportare in silenzio situazioni o commenti fastidiosi, anche perché altrimenti saremmo accusati di “rovinare l’armonia familiare”, che è letteralmente sacra durante le feste.

Bisogna capire però che, quando anche venisse protetta, quel tipo di armonia è assolutamente fittizia, cioè non è reale perché tiene conto del benessere e delle aspettative solo di una parte della famiglia (tipicamente della parte più anziana) mentre invece i membri più giovani tendono a sopportare la frustrazione cadendo nella trappola psicologica del Natale in famiglia.

L’atteggiamento migliore per evitare di ricadere ogni anno nella stessa situazione poco salutare dal punto di vista psicologico è quello di presentarsi alla propria famiglia per come si è oggi, per quelli che siamo diventati e non per le persone che eravamo una volta.

Ogni famiglia tende ad attribuire un ruolo a ogni persona e ad aspettarsi che quei ruoli rimangano inalterati nel tempo, cioè che tutti i membri del gruppo continuino a svolgere la propria funzione nel corso di anni e decenni.

Rompere questo schema vizioso è un dovere nei confronti del nostro benessere psicologico ma é anche una responsabilità nei confronti dei nostri affetti familiari, che hanno il diritto (e anche il dovere) di conoscerci e accettarci per quelli che siamo, non per coloro che eravamo decine di anni prima.

 

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Il Natale in famiglia è quindi davvero una trappola psicologica? In qualche modo sì e porta alla totale regressione a uno stato infantile: essere consapevoli che questa situazione capita a tutti e che non siamo colpevoli se vogliamo spezzare il meccanismo è fondamentale per riuscire a cambiare le cose.

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