2020 nero per i capi di stato: Trump, Elisabetta II e il Re di Svezia umiliati

La fine del 2020 sta riservando a capi di stato di estrema rilevanza internazionale delle umiliazioni che non dimenticheranno facilmente: Trump cacciato di casa, Elisabetta II costretta a fronteggiare uno sciopero oltraggioso, il Re di Svezia costretto a chiedere scusa.

Trump Elisabetta II Re di Svezia
(Chedonna)

Il 2020 è stato un anno estremamente complesso per i governi di tutto il mondo. Sono stati commessi errori di leggerezza ma sono anche stati presi provvedimenti gravissimi per salvaguardare la salute dei cittadini.

Com’è ovvio che sia tutte le decisioni di un governo influiscono in maniera più o meno diretta sull’immagine internazionale del Paese e a risponderne sono principalmente i capi di Stato.

A volte ci si dimentica però che proprio i capi di stato sono persone come tutte le altre, che devono fare i conti con piccole, grandi o gigantesche umiliazioni personali che derivano proprio dal ruolo che sono chiamati a ricoprire nella sfera politica del proprio paese.

È quello che è accaduto a Donald Trump, Elisabetta II e Carlo XVI di Svezia, anche se per motivi e attraverso meccanismi completamente differenti gli uni dagli altri.

Elisabetta II e lo scandaloso sciopero dello staff

Elisabetta II prende precauzioni contro il Coronavirus
(Getty Images)

Elisabetta II, 94 anni, è visceralmente legata alle tradizioni che hanno scandito la sua vita, quella della sua famiglia e naturalmente quella del suo regno.

La Regina trascorre le vacanze di ogni Natale Sandringham, residenza invernale della Famiglia Reale a cui Elisabetta è enormemente legata. Lì infatti nacque e morì suo padre Giorgio VI, il quale passò a miglior vita appena dopo le celebrazioni natalizie del 1952, a causa di una gravissima malattia polmonare.

Sanringham è quindi la residenza reale a cui Elisabetta torna ogni anno per riallacciare i legami con la sua famiglia di origine e con il ricordo del suo amatissimo padre. Quest’anno, come ogni anno, la sovrana ha fatto richiesta allo staff di prendere tutti i provvedimenti per spostare la corte da Londra a Sandringham ma, per la prima volta nella storia della monarchia britannica, lo staff si è ribellato alla volontà di Sua Maestà.

Il personale di corte non ha voluto accettare l’idea di sottoporsi a una quarantena di quattro settimane al fine di consentire a Sua Maestà e al Principe Filippo di trascorrere le vacanze di Natale a Sandringham come ogni anno. Il desiderio più grande dei dipendenti di Sua Maestà, quindi, è quello di rimanere accanto alle proprie famiglie il più a lungo possibile durante il periodo natalizio.

Lo scandalo della “rivolta” dello staff di Elisabetta ha costretto alle dimissioni una delle più longeve e affidabili collaboratrici di Elisabetta, la conosciutissima e potente Patricia Earl, capo governante di Elisabetta che ha trascorso al fianco della sovrana gli ultimi 33 anni.

La causa addotta dalla Earl è “l’imbarazzo causato dalla riluttanza del personale nell’adeguarsi alle disposizioni per la sicurezza dei reali” e per non essere stata in gardo di convincere i dipendenti a rassegnarsi alla quarantena obbligatoria. Pare inoltre che Patricia se la sia data a gambe per non dover affrontare la rabbia di Sua Maestà.

Come Elisabetta anche Trump non riesce a cambiare casa

Donald Trump twitter
Photo by Alex Wong/Getty Images

Dopo aver faticato ad accettare l’idea che la carica di Presidente degli Stati Uniti non fosse più nelle sue mani, Donald Trump si è infine rassegnato a lasciare la Casa Bianca. 

Il ricchissimo imprenditore aveva già da tempo intenzione di trasferirsi nella sua proprietà di Mar – a – Lago, a Palm Beach nello Stato della Florida.

In quella località dal clima meraviglioso Trump possiede un resort che The Donald intende trasformare nella residenza stabile della sua famiglia, rinunciando a vivere in un’altra delle sue lussuosissime proprietà immobiliari: la Trump Tower dove viveva prima di trasferirsi alla Casa Bianca.

Pare che i vicini di casa semplicemente non ce lo vogliano: la famiglia De Moss, che possiede una proprietà vicina a quella di Trump, ha scritto lettere di fuoco sia alla municipalità di Palm Beach sia ai Servizi Segreti. In queste lettere si fa riferimento a un accordo firmato da Trump all’inizio degli anni novanta, quando la proprietà di Mar – a – Lago venne convertita da semplice residenza privata in un resort di ultralusso.

I motivi per cui i De Moss non vogliono Trump come vicino di casa sono principalmente di quieto vivere: quando Trump si trova a Mar – a – Lago un grande dispiegamento di forze dell’ordine e di agenti di sicurezza privati pattuglia la zone, effettua posti di blocco e crea numerosi disagi agli altri abitanti della zona.

Il risultato di tutto questo potrebbe essere un’enorme umiliazione pubblica per Trump, il quale avrebbe già trasferito la propria residenza legale a Mar – a – Lago ma potrebbe essere costretto dai giudici a fare le valigie e ritornare da dov’era venuto!

Il Re di Svezia umilia la nazione

re di svezia
(Instagram)

Dopo Trump ed Elisabetta, anche il Re di Svezia Carlo XVI ha dovuto ingoiare un boccone molto amaro. La Svezia si è sempre rifiutata di imporre un vero e proprio lockdown ai suoi cittadini, proponendo una soluzione alternativa in controtendenza rispetto a quella adottata dalla maggior parte degli altri paesi.

“Mi pare che il piano del governo abbia fallito. Abbiamo un numero di morti altissimo e questo è terribile” ha dichiarato il Re Carl XVI Gustav nel tradizionale programma che la televisione di stato trasmette nel periodo natalizio. Il programma si intitola L’Anno con i Reali e traccia, attraverso le parole della famiglia reale, il bilancio dell’anno appena trascorso.

Quest’anno quello della Svezia è un bilancio di morte. “Il popolo svedese ha sofferto tremendamente, in condizioni più difficili di quel che era giusto” ha dichiarato il Re senza mezze misure.

Addirittura, rispondendo alle domande dei giornalisti ha ammesso di aver paura di prendere il Covid com’è recentemente successo ad altri capi di Stato come Macron, Boris Johnson, lo stesso Trump. “Ultimamente mi sembra quasi ovvio (che prenderò il Covid – 19). Si avvicina sempre più ma, certo, non mi piacerebbe”.

Infine il Re ha speso parole di denuncia contro la situazione socio economica che il paese ha dovuto affrontare: “Un anno eccezionale e terribile, considerando tutte le persone che sono morte e i lutti, e l’impotenza di molte famiglie, nonché di molte aziende che sono finite in ginocchio”.

 

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Non era mai accaduto che un Re si ponesse in maniera così critica rispetto alle scelte del governo che di fatto amministra il Paese. Si è trattato di una grave umiliazione pubblica non solo per il Re e per il Primo Ministro, ma anche per l’immagine internazionale di una Svezia che, evidentemente, non è il paese della libertà e della salute che molti hanno immaginato negli ultimi mesi.

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