Vaccino anti-Covid: data unica in tutta Europa per iniziare, sì dell’Italia

L’Italia è al lavoro per mettere a punto una campagna vaccinale adeguata contro il COVID-19. Si va verso una data unica di inaugurazione per il vaccino in tutta Europa, il nostro Paese pronto ad aderire.

Vaccino anti-Covid
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Mentre si cerca ancora il bandolo della matassa per quanto riguarda le misure restrittive in vista del Natale, possibile nuova stretta per 25, 26 e 31 dicembre, il Ministro della Salute Roberto Speranza inizia a parlare di “V-Day”. Una data unica che dovrebbe far partire simultaneamente in tutta Europa la campagna vaccinale contro il COVID-19.

Ormai, con i diversi prodotti in dirittura d’arrivo per la commercializzazione e l’utilizzo, è possibile cominciare a pensare all’organizzazione al fine di consentire a tutti di potersi vaccinare in sicurezza: “Non dobbiamo sprecare neanche una dose di quelle che avremo a disposizione”, precisa Speranza.

Speranza sul vaccino: “Italia verso campagna vaccinale condivisa con l’Europa”

vaccinazione
(Getty Images)

Mano tesa dei virologi che, intanto, rimarcano come un aspetto fondamentale sarà convincere gli scettici sull’importanza di questo rimedio: “Il vaccino è l’unica arma attendibile che abbiamo a disposizione contro il virus”, scandisce a voce piena Bassetti. È presente, infatti, un sostanziale numero di persone nella popolazione non disposto a vaccinarsi per motivi che vanno dallo scetticismo alla paura di effetti collaterali. Ragion per cui, se non si vorrà sprecare neppure una dose, bisognerà giocare d’anticipo.

Allora proseguono anche le rassicurazioni da parte di Giuseppe Conte in tal senso: “Siamo in dirittura d’arrivo nella lotta alla pandemia, quando il vaccino sarà disponibile, servirà il contributo di tutti i cittadini. Adesso, invece, è necessario continuare ad essere responsabili perché non possiamo permetterci una terza ondata.

“V-Day”: si lavora a un unico giorno in tutta Europa per inaugurare la campagna vaccinale

Vaccino Covid, arriva l’annuncio di Ursula von der Leyen (Getty Images)

A tal proposito, c’è chi ritiene – come Gino Strada, il fondatore dell’organizzazione umanitaria Emergency – che la terza ondata ci sarà comunque dopo le festività natalizie: “Dipenderà da noi in che dose arriverà. Se saremmo responsabili e meno superficiali, potremo fronteggiare quest’ultima fase di contagi. Altrimenti andremo sempre verso situazioni critiche. Le conseguenze del COVID-19 ci saranno per altri 2-3 anni, ha detto Strada dalla Annunziata a “Mezz’ora in più”.

La situazione rimane in stallo: le misure preventive per le festività verranno rese note a breve. La campagna vaccinale rimane nel retro-pensiero di molti come punto di arrivo (anche se così non dovesse essere). L’impressione è che la parte più dura sia l’accompagnamento a “V-Day”: ai nastri di partenza, con il vaccino in mano, l’Europa – con la benedizione degli stati membri dell’Unione – dovrebbe esserci a metà gennaio.

Dal 10 in poi ogni giorno potrebbe essere buono, il punto (tanto focale quanto interrogativo) è se il nostro Paese ci arriverà ordinatamente e con la situazione contagi-morti da COVID-19 sotto controllo, oppure sarà costretto nuovamente a raccogliere i cocci di un atteggiamento eccessivamente permissivo. L’effetto pandoro, più insidioso di un boomerang, è alle porte.

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