Farmaci illegali anti Covid: il parrucchiere cinese che aveva creato un business

Sequestrati a Napoli farmaci anti Covid non autorizzati erano “importati” da un cittadino cinese che aveva deciso di “aiutare” gli italiani a guarire dal Covid.

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Foto da Pixabay

Oltre cento confezioni di farmaci con scatole originali bugiardini scritti esclusivamente in lingua cinese: la Guardia di Finanza ha sequestrato un’ingente quantità di medicinali di dubbia provenienza nel negozio di proprietà di un cittadino cinese che vive e che lavora a Napoli.

Dai falsi bonus economici ai medicinali illegali anti – Covid: i tranelli della pandemia

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(Foto: Instagram)

L’idea era estremamente semplice: importare dalla Cina medicinali di vario tipo rivenderli sottobanco agli ignari abitanti di Napoli spacciandoli come farmaci cinesi anti Covid.

A farsi venire l’idea geniale è stato un parrucchiere di origine cinese che vive e lavora nel popoloso quartiere di Gianturco, non lontano dalla Stazione Centrale di Napoli.

Il parrucchiere smerciava illegalmente e senza alcuna autorizzazione farmaci sui quali la maggioranza degli abitanti del quartiere non poteva reperire informazioni, dal momento che ogni informazione riportata sulla scatola e all’interno della scatola era esclusivamente in lingua cinese.

Non si può sapere con precisione quante persone abbiano ingenuamente acquistato i falsi farmaci anti Covid, ma quel che è certo è che tutte si sono lasciate convincere ad assumere farmaci potenzialmente pericolosi, di cui non conoscevano minimamente effetti e composizione, fidandosi esclusivamente della parola del parrucchiere cinese.

Quest’ultimo è stato arrestato dal Secondo Nucleo Operativo Metropolitano di Napoli della Guardia di Finanza. In tutto sono state rinvenute nel negozio 3.456 pillole.

Dopo le ricerche del caso la Guardia di Finanza di Napoli ha verificato che in realtà i medicinali importati dalla Cina vengono effettivamente raccomandati dal governo cinese contro il Covid-19 e vennero utilizzati in Cina anche nel corso delle passate epidemie, in particolare contro l’epidemia di SARS del 2002 – 2003 che presenta moltissimi elementi in comune con quella scatenata dal virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia attuale.

Il motivo per cui la Guardia di Finanza è stata costretta a bloccare la commercializzazione illegale dei farmaci in questione è che i farmaci cinesi non hanno alcuna autorizzazione da parte dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e, pertanto, non possono essere venduti legalmente in Italia poiché non sono ritenuti sicuri dalle autorità responsabili della salute dei cittadini italiani.

A voler ben guardare, quindi, il parrucchiere cinese che abita a Napoli ha commesso una violazione della prassi italiana relativa alla commercializzazione dei farmaci, ma non ha mentito ai suoi clienti: benché non autorizzati nel nostro Paese, quelli spacciati erano davvero farmaci ampiamente utilizzati contro il Coronavirus.

Coloro che li hanno assunti senza la supervisione di un medico e senza conoscere la loro effettiva composizione avrebbero però potuto sviluppare effetti collaterali anche gravi o reazioni allergiche impreviste. Se questo fosse avvenuto i medici italiani, che non hanno alcuna conoscenza di medicinali non utilizzati comunemente nel nostro Paese, non avrebbero potuto prestare un soccorso adeguato al paziente in difficoltà e non avrebbero nemmeno potuto leggere il bugiardino per ottenere informazioni più precise sulla composizione dei farmaci imprudentemente assunti dal paziente.

Si tratta di eventualità da tenere ben presenti nel momento in cui si dovesse decidere di assumere farmaci di provenienza e composizione praticamente sconosciute.

Quello dello smercio di farmaci illegali non è l’unica attività illegale che negli ultimi tempi sta minacciando la sicurezza degli italiani. Molti cittadini hanno ricevuto negli ultimi giorni anche un messaggio di testo nel quale si promettevano bonus economici del governo a tutti coloro che sarebbero rimasti a casa in osservanza delle regole previste dagli ultimi DPCM.

giuseppe conte
giuseppe conte

Anche in questo caso il raggiro non sembra avere scopi completamente errati: nella speranza di ottenere dei soldi extra dal governo forse diversi cittadini italiani hanno realmente evitato assembramenti e comportamenti pericolosi, ciò non toglie che ai loro danni sia stata messa in atto una truffa.

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