Covid, rischio terza ondata? Per Miozzo: “La scuola non c’entra”

Covid-19, possibile una terza ondata? Per Agostino Miozzo il rischio è concreto ma non dipenderà dall’apertura delle scuole. Il presidente del Cts ha una nuova ipotesi

Agostino miozzo
Agostino Miozzo, primo a destra (Getty Images)

Emergenza sanitaria Covid-19: si rischia una terza ondata con l’inizio del nuovo anno? L’ipotesi sembra essere concreta, a detta di molti esperti. E’ convinto di ciò Andrea Crisanti, che, recentemente, ha dichiarato che “la terza ondata è una certezza”. Anche Massimo Galli, primario all’ospedale sacco di Milano frena i facili entusiasmi, invita alla cautela, per evitare una nuova impennata dei contagi. Il virologo si dice “preoccupato per i grandi spostamenti in vista delle festività natalizie”.

In effetti, dopo il varo dell’Dpcm Natale, è corsa all’accaparramento di biglietti per aerei, treni e pullman. Fioccano le prenotazioni prima del 21 dicembre, che è il giorno in cui entrerà ufficialmente in vigore il provvedimento del Governo, con relativo stop agli spostamenti tra comuni e regioni.

In ogni caso, sarà sempre consentito il ritorno presso il proprio indirizzo di residenza o domicilio. Garantiti anche gli spostamenti per necessità lavorative, motivi di salute e altre comprovate esigenze. Intanto, le Regioni fanno pressing sul Governo per avere una deroga al divieto di mobilità tra comuni. In tal senso uno spiraglio, forse, s’intravede. Il Governo potrebbe decidere per un’apertura.

Insomma, una qualsivoglia movimentazione lungo lo stivale ci sarà. E’ inevitabile. Difficile tenere tutti in casa. Ecco perché la comunità scientifica è allarmata e invita alla massima cautela. Abbassare la guardia nel periodo delle festività, potrebbe determinare la tanto temuta terza ondata.

Il dibattito è aperto sui ‘responsabili’ di una possibile nuova impennata dei contagi. Finisce sotto accusa anche il ritorno tra i banchi degli studenti. Per Agostino Miozzo, però, “la scuola non c’entra nulla”. 

“Io ritengo – ha dichiarato Miozzo in Commissione al Senato – che non sia corretto sostenere l’ipotesi di una terza ondata collegata alla scuola. La seconda ondata non è stata collegata alla scuola ma probabilmente agli effetti di una estate passata nella non osservanza delle indicazioni date”.

Per il membro del Cts è ingiusto mettere alla berlina studenti e professori, che stanno facendo sacrifici da mesi, alle prese con una non sempre facile didattica a distanza (Dad). Per Miozzo, l’ipotesi da considerare, è un’altra.

“Il rischio – ha messo in chiaro l’esperto – non deriva tanto dalla riapertura il 7 gennaio dalle scuole ma dai comportamenti non corretti che potrebbero avvenire da oggi e per tutto il periodo delle vacanze natalizie, legato alla grande movimentazione delle persone e al desiderio di incontro tra congiunti che può creare rischi”.

Miozzo invita alla prudenza, al senso di responsabilità, e commenta anche la posizione del Comitato tecnico-scientifico che presiede. ”Da parte del Cts c’è sempre stata grande attenzione e la consapevolezza che oggi consideriamo la scuola un ambiente protetto, che non ha rischi maggiori di altre realtà, anzi ha dei rischi controllati, dove il percorso epidemico non ha dei picchi differenti dal resto della comunità”. 

La situazione è delicata e, per Agostino Miozzo, servono interventi “mirati”, quasi con precisione chirurgica, per scongiurare il peggio.

Covid, rischio terza ondata. Miozzo: “Agire sui trasporti”

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(Getty Images)

Assodato che, per Miozzo, le aule scolastiche sono a rischio contagio tanto quanto altri ambienti (ma non di più), allora dove bisogna intervenire con più fermezza? Il presidente del Cts ha le idee chiare e indica la sua ‘ricetta’.

“Bisogna intervenire sui trasporti, sulle aggregazioni pre e post scolastiche: le ore passate a scuola sono ore educative nelle quali gli studenti hanno con i loro docenti conoscenze sul rischio potenziale, non tanto per se stessi, ma per i loro genitori e soprattutto i parenti più fragili. Il Cts – ha precisato Miozzo – non è stato investito del tema della Dad non ne ha valutato appropriatezza e criticità”.

Per l’esperto, bisogna fare di tutto per porre fine alla chiusura continuativa delle scuole. Su questo è d’accordo anche il ministro Lucia Azzolina, che ha recentemente criticato la Campania, per essere la regione in cui gli alunni hanno fatto meno ore di lezioni in presenza.

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(Getty Images)

Miozzo ha poi concluso dicendo che “la chiusura continuativa è un problema per gli studenti per l’apprendimento e per tutti gli aspetti di impatto psicologico che saranno evidenti nei mesi e negli anni a venire”.

 

 

 

 

 

 

 

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