Covid-19: ecco perché nei bambini i sintomi sono più lievi

Secondo un nuovo studio australiano-tedesco i bambini hanno sintomi del Covid-19 più lievi per diversi fattori fisiologici.

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Foto di Alina Braha da Pixabay

Sarebbero le differenze fisiologiche specifiche a spiegare perché il Covid-19 nei bambini è meno grave e si manifesta con sintomi più lievi. 

A dirlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Archives of Disease in Childhood, condotto dagli esperti del Melbourne Children’s Research Institute e dell’Università di Friburgo.

Tra i principali fattori che renderebbero i bambini meno vulnerabili al Coronavirus ci sarebbero: vasi sanguigni più robusti, maggiore vitamina D e una risposta immunitaria più forte. Scopriamo di più.

Lo studio spiega perché i bambini hanno sintomi più lievi del Covid-19

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Che i bambini siano meno colpiti dal nuovo Coronavirus è sotto l’occhio di esperti e non. Esistono infatti numerosi studi che dimostrano come i piccoli, anche qualora si ammalino, presentino sintomi meno gravi. 

In merito avevamo già illustrato alcune ricerche come quella americana secondo cui il Covid-19 infetta solo il 4% dei pazienti pediatrici e il tasso di mortalità è pari allo 0,15%.

Ma anche quello australiano secondo cui il sistema immunitario dei bambini respinge il virus senza infettarsi. 

E poi quello italo-americano secondo cui gli anticorpi nei bambini sono più efficaci ed eliminano prima il virus.

E altri ancora ne potremmo citare. Questo è condotto dai medici dell’istituto di ricerca pediatrico australiano, il Melbourne Children’s Research Institute insieme agli esperti dell’Università di Friburgo, in Germania.

In particolare, alcuni ricercatori tedeschi hanno identificato differenze fisiologiche specifiche che spiegherebbero perché i bambini hanno sintomi del Covid-19 più lievi.

Tra i fattori che determinano questa condizione nei bambini ci sono “vasi sanguigni più robusti, livelli di vitamina D più elevati e una risposta immunitaria innata più forte”. Si legge nel sito di Agi.it.

I pazienti pediatrici hanno anche livelli meno elevati di ACE-2 – osserva Nigel Curtis del Melbourne Children’s Research Institute – il recettore che il coronavirus utilizza per infettare le cellule”.

Per realizzare lo studio il team di ricerca ha esaminato tutti gli studi attualmente disponibili sull’argomento e analizzato i risultati. Al fine di comprendere le cause delle differenze di gravità della malattia a seconda dell’età.

La maggior parte dei bambini positivi a Covid-19 non presenta sintomi o manifesta solo sintomi lievi. Tra cui febbre, tosse, mal di gola e alterazioni del senso dell’olfatto o del gusto”, prosegue Curtis.

“Anche i pazienti con i normali fattori di rischio per infezioni gravi, come l’immunosoppressione, non sembrano associati a rischi più elevati di contrarre l’infezione da coronavirus in forma acuta”.

Inoltre, quello che hanno scoperto gli scienziati è che molti adulti con sintomi gravi soffrivano di problemi pregressi alle cellule endoteliali. Ovvero quelle che rivestono cuore e vasi sanguigni. Tale condizione aumenta il rischio di coaguli di sangue, ictus e attacchi di cuore.

“SARS-CoV-2 infetta queste cellule e provoca infiammazione – continua l’esperto – nei bambini l’endotelio è generalmente meno compromesso e il sistema che impedisce la coagulazione del sangue è più efficiente”.

Non solo, anche le più recenti vaccinazioni nei bambini potrebbero offrire dei benefici collaterali all’organismo dei più piccoli e giovani. Di recente abbiamo visto come il vaccino trivalente potrebbe proteggere dal Covid-19. 

vaccino Covid-19 bambini
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Infine, secondo Petra Zimmermann dell’Università di Friburgo: “I bambini hanno una risposta immunitaria innata più forte che rappresenta una delle principali difese contro il nuovo coronavirus. Anche il microbiota intestinale nei bambini è più efficace, ricco di vitamina D e melatonina“.

Non a caso, quello che sottolinea anche la ricercatrice tedesca, è che la vitamina D nei bambini con età inferiore all’anno viene integrata in molti paesi. Questo potrebbe aiutare nella prevenzione di forme acute di infezione da Sars-CoV-2.

(Fonte: Agi.it)

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