Il Governo ha deciso: si torna a scuola dal 7 gennaio. La didattica in presenza sarà assicurata a tutti gli studenti del primo ciclo didattico, mentre alle superiori gli ingressi saranno consentiti al 75% degli studenti. Il resto in DAD.
Scuola, c’è la data per il rientro in classe. Non più a dicembre, nonostante la Azzolina si sia battuta strenuamente per un ritorno in aula prima delle festività natalizie: tutto rimandato al 7 gennaio, ma con particolari accorgimenti perché – come ha ripetuto ieri il Premier Conte nell’esplicitare i punti chiave del nuovo DPCM – non possiamo permetterci una terza ondata di contagi da COVID-19.
In attesa del vaccino, quindi, è opportuno compiere piccoli grandi passi fatti di accortezze e precauzioni onde evitare di peggiore ulteriormente la situazione sanitaria del nostro Paese, messo già a dura prova negli ospedali e le terapie intensive. Si torna, dunque, in presenza negli istituti a partire dal 7 gennaio: 100% degli studenti nel primo ciclo, 75% alle superiori. Il resto proseguirà con la DAD.
Istruzione, si torna a scuola dal 7 gennaio: ingressi scaglionati alle superiori
Inizialmente era previsto per i licei un ritorno fra i banchi solamente per il 50% dei ragazzi, percentuale alzata in virtù del rigore che le classi hanno dimostrato di avere dal punto di vista di igienizzazione e sanificazione dei luoghi. Riprenderà a suonare la campanella per tutti, o quasi.
Nell’attesa c’è da sciogliere il nodo trasporti: gli studenti torneranno nelle rispettive sedi didattiche, ma come ci arrivano? La situazione dei mezzi pubblici resta allarmante. Gli assembramenti, malgrado i provvedimenti presi, persistono proprio sugli autobus e nelle metro. Provvedere quanto prima a ingressi contingentati, già c’erano, con maggiori controlli e – ove possibile – aumentare le risorse impiegate: sia dal punto di vista dei veicoli adoperati che della forza lavoro per permettere a giovani e meno giovani di muoversi in sicurezza.
Su quel fronte il Governo assicura di mettere in piedi una strategia dedicata, ma gennaio è vicino e serve tirare le somme in breve tempo: le feste sembrano essere il principale problema, ma il vero confronto con la realtà quotidiana avverrà nei primi mesi del 2021 in cui sapremo con certezza – a prescindere dal suono della campanella che tornerà a popolare le giornate di molti – cosa ci aspetta in ciascun settore. La ripresa potrebbe essere vicina, ma il traguardo non è ancora a portata di mano.
Stamani, al convegno dell’Associazione nazionale presidi “Il festival della scuola”, ho parlato del grande valore dei giovani per il nostro Paese.
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— Lucia Azzolina (@AzzolinaLucia) December 2, 2020