Vaccino Covid, Pregliasco: “Lo farò in diretta tv”

Vaccino Covid: non sarà obbligatorio ma il Governo punta ad una vasta campagna di sensibilizzazione. Fabrizio Pregliasco è già pronto per farsi iniettare l’antidoto: “Lo farò in diretta tv”

Fabrizio Pregliasco farà il vaccino Covid in diretta tv
Fabrizio Pregliasco (Foto da Facebook https://www.facebook.com/profile.php?id=1592975610&sk=photos)

Emergenza Covid-19: è corsa mondiale al vaccino. Tutte le nazioni stanno aspettando l’antidoto per frenare la folle corsa del virus. In Italia si lavora senza sosta per organizzare la campagna vaccinale, che sarà gestita dal commissario di governo Domenico Arcuri, con il supporto dell’Esercito Italiano.

Sui vaccini il dibattito è acceso: c’è chi frena i facili entusiasmi e chiede più dati sulla sicurezza per la salute e chi, invece, plaude allo sforzo della comunità scientifica internazionale. A questa seconda categoria appartiene Fabrizio Pregliasco, che ha già effettuato il vaccino antinfluenzale il 3 novembre scorso, come documenta una sua foto su Facebook. Ora, il professore, attende quello per il coronavirus, ed è già pronto a farselo somministrare.

Ma c’è di più. Pregliasco valuta un modo davvero particolare per fare il vaccino Covid. Pensa alle telecamere di uno studio televisivo. “Verrò volentieri a fare il vaccino in diretta tv”. Questo l’annuncio del virologo dell’università Statale di Milano, parlando a ‘Ogni Mattina’ su TV8.

Il professore ha dato la sua disponibilità a vaccinarsi ‘in modo pubblico’ contro Covid-19 per contribuire alla campagna di sensibilizzazione, facendo così passare il messaggio sull’importanza dell’immunizzazione.

Pregliasco ha più volte sottolineato la necessità che “almeno il 60-70% della popolazione faccia il vaccino affinché sia efficace“. Servono quindi grossi numeri per raggiungere la tanto sospirata immunità di gregge. Bisognerà, quindi, confidare negli italiani, sperando che molti di essi siano favorevoli al vaccino.

I primi risultati, però, non lasciano ben sperare. Secondo un recente sondaggio condotto dalla Cattolica di Milanoquasi 1 italiano su 2 è scettico e dichiara che, probabilmente, non si vaccinerà a gennaio”. Un dato che, tradotto in percentuale, corrisponde al 41% circa. Tutto questo accade nonostante esperti di varia natura ripetano, da mesi, che il vaccino è la vera arma di difesa dal Sars-Cov-2.

Il Governo sembra intenzionato a giocarsi la carta della persuasione attraverso una vasta campagna di sensibilizzazione. E’ di questo avviso anche il ministro della Salute Roberto Speranza.

Ma cosa potrebbe accadere se, i numeri, non dovessero bastare per raggiungere l’adeguata copertura anticorporale richiesta su scala nazionale?  In tanti se lo chiedono.

La comunità scientifica, sul vaccino anti-Covid è divisa tra fautori dell’obbligatorietà e garantisti della libertà di scelta. A questo secondo gruppo appartiene il professor Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.

Vaccino Covid, Galli: “Proviamo prima a sensibilizzare”

Per il vaccino Covid Galli incita a sensibilizzare
Il professore Massimo Galli (Getty Images)

Sul vaccino Covid il professore Massimo Galli è categorico: Bisogna privilegiare, in prima battura, la strada della sensibilizzazione. “Non mi sento di parlare di obbligatorietà – ha commentato ai microfoni del Tg4 – proverei molto di più a sensibilizzare, a far crescere la consapevolezza nelle persone”.

Per il primario del Sacco, bisogna lavorare sulle coscienze dei singoli, attraverso un’opera di convincimento seria, determinata e trasparente. L’obbligatorietà per lui, è auspicabile solo per alcune categorie.

“Per alcuni dipendenti pubblici – ha spiegato Galli – il cui lavoro comporta il contatto con gli altri, e mi riferisco ad esempio agli insegnanti, mi sento di raccomandare una certa obbligatorietà. Sarebbe un modo per proteggere se stessi ma anche un dovere verso gli altri“.

Il professore, inoltre, ha detto di aver già fatto il vaccino antinfluenzale, come ogni anno. Inoltre, secondo lui, “l’uso di ‘santa mascherina’ ci sta proteggendo anche dal contrarre il virus della più comune influenza stagionale”.

Insomma, a detta degli esperti, bisogna essere ancora molto rigorosi con divieti e restrizioni. Allentamenti avventati potrebbero causare una nuova impennata della curva dei contagi e scatenare una terza ondata ad inizio 2021.

Il premier Giuseppe Conte con il ministro della Salute Roberto Speranza (Getty Images)
Il premier Giuseppe Conte con il ministro della Salute Roberto Speranza (Getty Images)

Per le imminenti festività la parola d’ordine è prudenza, a partire dalle riunioni in famiglia. Festeggiamenti sobri, con un numero di commensali ristretto, il più possibile. Ancora cautela, in attesa che la tempesta passi e torni il sereno.

 

 

 

 

 

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