Palermo: adescavano minorenni su internet e diffondevano immagini. Coppia agli arresti

Quanto emerge dalle indagini è inimmaginabile. Uno scenario a Palermo fatto di adescamenti e divulgazione di materiale su bambini.

violenza bambini
(Instagram)

Di indagini per “reati di pedofilia” negli ultimi tempi se ne sta parlando davvero molto.

Se ripercorriamo le tappe solo degli ultimi mesi sono molteplici i casi che sono emersi dalle indagini della polizia.

Basti pensare all’operazione Pepito svoltasi in questo periodo, oppure all’arresto di un uomo che deteneva migliaia e migliaia di file spinti che ritraevano dei bambini.

Notizie del genere purtroppo si susseguono ogni giorno e sembra ormai di essere in una serie televisiva crime in cui ogni giorno è una indagine.

La realtà è però purtroppo questa. C’è questa dinamica che colpisce la nostra nazione e va risolta nel minor tempo possibile.

I pedofili vanno scovati, la pedofilia è un reato.

La coppia possedeva e divulgava immagini e video spinti: le indagini a Palermo

bambina che gioca libera in un prato in fiore from pixabay

Da queste nuove ulteriori indagini emerge che addirittura in questo caso siano stati in due a compiere il reato.

Una coppia di Termini Imerese (Palermo), rispettivamente di 46 anni lei e 42 lui, è stata arrestata dalla Polizia postale.

Le accuse mosse a loro carico sono di violenza sessuale, adescamento di minorenni e divulgazione e detenzione di immagini video a contenuto pedop*rnografico.

Il tutto fa seguito ad una inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale di Palermo.

Le indagini e quanto ne consegue era stato avviato dalla Postale di Palermo e Catania e dal Centro nazionale di contrasto alla pedopor*ografia online (Cncpo).

Cosa era accaduto di così eclatante da spingere a queste indagini? il tutto risalirebbe al 27 agosto scorso.

Quel giorno a seguito di una perquisizione furono ritrovati in casa della coppia più di 100 mila file di immagini e video di por*ografia minorile (in questo frangente era nell’ambito di investigazioni della Polizia postale di Torino).

Le indagini hanno però portato fuori un modo di operare assolutamente unico nel loro genere.

Le azioni erano svolte in coppia, non da soli. I due agivano insieme.

Gli investigatori hanno infatti scoperto che l’uomo, con la complicità della convivente, adescava giovanissime vittime online utilizzando tre profili social falsi.

Con due account si fingeva un coetaneo delle vittime adescate mentre con l’altro, il suo terzo account, si fingeva una blogger molto nota tra i più giovani, inducendoli a compiere e ad assistere ad atti sessuali.

Quanto emerge da queste indagini dimostra ancora una volta che i nostri bambini non sono protetti mentre sono online.

ansia bambini
bambino che fisicamente si nasconde, ma online come può farlo (Pixabay)

Ancora una volta è dimostrata la necessità di una maggiore protezione nel mondo virtuale.

 

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