Covid-19: mutazione dalla Siberia. Si rischia un’altra variante?

Covid-19: cresce la paura per una nuova mutazione in Siberia. Le autorità sanitarie russe hanno già divulgato parte delle informazioni

Dalla Siberia arriva la notizie di una nuova mutazione del covid-19
Covid-19 (Adobe Stock)

Covid-19: è nuovo allarme. Cresce la tensione per una nuova mutazione del virus scoperta in Siberia. Le autorità sanitarie russe, come riportato da Adnkronos, hanno dichiarato di “aver individuato alcuni cambiamenti nelle proteine” che farebbero “supporre che una variante con alcune mutazioni” si stia formando in Siberia.

Tutte le informazioni relative alla mutazione osservata in Russia, sarebbero già state divulgate, sulla base dei dati internazionali. Cresce quindi la paura per un’inedita variante del Covid, che potrebbe inficiare  anche l’efficacia dei vaccini ai quali si sta lavorando su scala globale, con Stati Uniti e Cina in pole position.

Sulla vicenda è intervenuta anche Anna Popova, direttrice dell’ufficio russo di protezione dei consumatori (Rospotrebnadzor), nel corso di un convegno digitale. A riferirlo è l’agenzia di stampa russa Interfax.

“L’analisi dei mutamenti genetici del nuovo coronavirus è diventata un’importante area di lavoro che viene realizzata dal centro Vector” – ha commentato la Popova sottolineando che – “i ricercatori hanno già osservato circa 1.215 sequenze”. Secondo gli scienziati russi, così come ribadito anche dalla direttrice, le mutazioni del Covid-19 osservate in Siberia, “non sono legate a casi provenienti dall’Europa”.

La situazione è monitorata dai ricercatori del “Vector” che è il centro statale di ricerche specializzato in virologia e biotecnologie. Al momento, però, non sembrano esserci implicazioni particolari su scala internazionale.

Questa vicenda trova un precedente simile in Danimarca. Anche qui infatti, a partire dallo scorso giugno, era stata osservata un’infezione dovuta ad una nuova variante del coronavirus, sviluppatasi in alcuni allevamenti di visoni. Insomma un ceppo diverso, molto pericoloso perché trasmissibile all’uomo. In effetti, nelle regioni settentrionali della Danimarca, alcune persone sono state infettate dal virus mutato e, dopo essere guarite, non hanno sviluppato anticorpi.

Mutazione Covid: anche in Italia 5 nuove varianti

Anche in Italia si sono registrate 5 nuove varianti del coronavirus
Test Covid-19 (Adobe Stock)

Anche in Italia si sono registrate, ad oggi, cinque varianti del coronavirus. Per definirle mutazioni vere e proprie servirebbero, però, più dati. Comunque, vero è che il virus non sembra essersi indebolito rispetto ai mesi iniziali dell’emergenza sanitaria e, soprattutto, riesce a replicarsi con molta più velocità, forse proprio a causa delle nuove varianti.

Tutto ciò emerge con chiarezza dai dati raccolti fino alla fine di ottobre dalla task force per il coronavirus, finanziata dalla Regione Campania e operativa presso il centro di biotecnologie avanzate Ceinge di Napoli.

“Dai dati finora a nostra disposizione, basati su 246 genomi sequenziati da pazienti con Covid-19, emerge che esistono cinque varianti di virus” – ha detto all’ANSA il genetista Massimo Zollo dell’ Universita’ Federico II di Napoli e responsabile della task force.

L’esperto ha spiegato ancora: “Dobbiamo continuare a tipizzare il virus in tutto il Paese, per capire se ci sono realtà particolari a livello regionale, oppure se è una tendenza che sta avvenendo in tutta Italia. Questo trend è presente anche in Europa, in Paesi quali Spagna, Germania, e Regno Unito, con prevalenza di alcune varianti verso altre”.

Sulla natura del Covid-19, più o meno benevola, il genetista ha un’opinione netta. Il virus Sars-CoV-2 è cattivo come lo era nel marzo scorso e, le nuove varianti, sembrerebbero renderlo ancora più aggressivo. Sono mutazioni distribuite in tutto il genoma, ma al momento si nota che non incidono nell’interazione fra la proteina Spike e il recettore Ace.

Covid, si studia per osservare tutte le mutazioni del virus
Prosegue in tutto il mondo la ricerca sul Covid-19 (Adobe Stock)

Corre veloce la ricerca scientifica sul Covid-19. E’ tutto un pullulare di nuovi studi e osservazioni. Intanto c’è chi è convinto, come l’epidemiologo Pierluigi Luigi Lopalco, che il virus non andrà più via perché diventerà endemico.

 

 

 

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