Conte: il nuovo “semaforo” delle Province e i nuovi fondi per i Comuni

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ipotizzato il passaggio del sistema a colori dalle Regioni alle singole province italiane: l’obiettivo è tutelare meglio la libertà dei cittadini.

Giuseppe Conte dpcm
Foto da Facebook @GiuseppeConte64

Il sistema dei colori applicato alle regioni italiane è stato sperimentato con successo, dal momento che, secondo i dati ufficiali, la curva dei contagi sta rallentando la sua salita.

Il “semaforo” collegato alle varie aree di rischio aveva come obiettivo principale quello di salvaguardare la salute e la libertà dei cittadini che abitano l’interezza del territorio nazionale.

Le restrizioni più dure, applicate nelle zone rosse, hanno avuto lo scopo di allentare la pressione sulle terapie intensive, che attualmente sono pericolosamente vicine alla saturazione praticamente in tutta Italia.

Nelle zone gialle e arancioni invece si è preferito non limitare eccessivamente la libertà dei cittadini al fine di mantenere vitale il tessuto economico e sociale della comunità.

Dopo la fase iniziale di applicazione del “semaforo” su scala regionale, l’Italia potrebbe essere pronta ad applicare le misure di sicurezza individuate dai tre colori su scala provinciale, per tutelare ancora meglio le grandi e piccole comunità cittadine a seconda delle loro reali necessità.

L’ipotesi di Conte: difesa dei 21 parametri e province divise per colori

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Foto da Facebook @GiuseppeConte64

Negli scorsi giorni i governatori delle regioni italiane hanno cominciato a manifestare del profondo malcontento in merito alle decisioni del governo centrale e all’applicazione di determinate fasce di colore alle diverse regioni. In particolare, i governatori di Piemonte e Lombardia stanno facendo pressione affinché i parametri scientifici sulla base dei quali stabilire il colore da attribuire a una regione siano sfoltiti.

Attualmente tali parametri sono in numero di 21, ma l’ipotesi sostenuta dai governatori vorrebbero vederli scendere addirittura fino a 5.

Il Presidente Conte ha ribadito con forza che non è la classe politica a doversi assumere la responsabilità di questa decisione: “Io non dico che 21 indicatori siano giusti, ma parlare di 5 o 3 è un dibattito scientifico che non può essere condotto da un’autorità politica. Dovremo fidarci degli scienziati” ha affermato il Presidente del Consiglio, il quale ha anche ricordato che i 21 criteri di valutazione sono stati stabiliti con l’approvazione di tre rappresentanti delle regioni che hanno avuto modo di esprimere il proprio voto a favore o contro di essi.

Dopo aver difeso i criteri in base ai quali il governo ha lavorato negli ultimi mesi, Conte ha posto l’accento su un meccanismo contenuto all’interno dell’ultimo decreto“Il meccanismo che adottiamo è già tarato anche su base provinciale. È possibile differenziare le aree più critiche in una medesima regione, così da adottare misure più rigide nelle province più a rischio e misure meno stringenti nelle province meno a rischio, che non meritano penalizzazioni”.

Infine, il Presidente del Consiglio ha aperto anche una parentesi sugli ulteriori strumenti economici che potrebbero essere messi a disposizione dei sindaci per sostenere l’acquisto e la distribuzione di generi alimentari di prima necessità: “È giusto che i sindaci possano anticipare risorse per le esigenze alimentari. Prendo l’impegno a redigere una norma nel prossimo decreto ristori per permettere ai Sindaci di anticipare le somme, con l’impegno del governo a restituirle nel 2021″.

Dati Coronavirus 19 Novembre 2020
Dati Coronavirus 19 Novembre 2020

Per quanto riguarda lo svolgimento delle prossime festività natalizie, Conte si è lasciato andare a un po’ di amaro sarcasmo. “Il Governo non ha la palla di vetro, ma sta rilevando che ci sono segnali positivi nella curva epidemiologica. Ora nessuno si avventura a dire quale sarà l’andamento della curva dei contagi a Natale. Dobbiamo arrivare in prossimità delle feste e capire come dosare gli interventi“. Nello stesso intervento però aveva sottolineato più volte quanto sia necessario passare un Natale sobrio, che eviti il più possibile celebrazioni di massa e cene con numerosi invitati: “Una socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva in termini di decessi e stress sulle terapie intensive”.

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