Italia divisa in tre, scontro Stato-Regioni: polemica sui “colori” del territorio

Sempre più acceso il dibattito Stato-Regioni sui “colori” e i rischi nelle varie zone d’Italia. La battaglia al COVID-19 diventa più aspra non solo a livello medico. Le principali frizioni tra Premier e governatori.

Scontro Stato-Regioni, dibattito aperto sui 'colori' del Paese (Getty Images)
Scontro Stato-Regioni, dibattito aperto sui ‘colori’ del Paese (Getty Images)

Entra nel vivo la diatriba Stato-Regioni, con l’Italia divisa in tre colori, molti governatori chiedono maggiore elasticità. Soprattutto per quel che riguarda i territori bollati con arancione e rosso: un allentamento delle misure restrittive, dopo tre settimane di valutazione, per non ammazzare ulteriormente l’economia dei territori e prepararsi (relativamente al contesto attuale) alle festività natalizie.

Il “braccio di ferro” con il Governo è partito da Massimiliano Fedriga. Il Presidente del Friuli Venezia Giulia era pronto ad adottare misure più stringenti sul suo territorio, ma ha fatto dietrofront non appena la propria Regione è stata classificata arancione. Il fattore medio-alto di rischio ha portato il governatore a chiedere “maggior concentrazione sui criteri applicati dal Cts e ridiscutere il passaggio dall’una all’altra fascia“.

Scontro Stato-Regioni, si accende il dibattito sui ‘colori’ del territorio nazionale

Scontro Stato-Regioni, pressing sul Governo (Getty Images)
Scontro Stato-Regioni, pressing sul Governo (Getty Images)

Tradotto: servono maggiori certezze. Nessun rimescolamento dei criteri, la ‘cabina di regia’ del Ministero della Salute non è in discussione: fonte di dibattito è quest’alternanza di scelte e paradigmi che, fondamentalmente, non mette d’accordo nessuno in un periodo dove l’unità (non solo d’intenti) resta fondamentale. L’unica certezza, al momento, è quella di escludere categoricamente un lockdown totale. A tal proposito, la sottosegretaria Sandra Zampa ha confermato l’intento dell”Esecutivo di non prendere in esame – per il momento – un modello Austria, con chiusure e divieti pressoché totali.

L’indice di trasmissibilità del contagio sembrerebbe essersi dimezzato, ma i contagi – così come i relativi numeri ad essi correlati – continuano a destare preoccupazione. Intanto, da qui al prossimo 3 dicembre (ultimo giorno dell’attuale DPCM), le forze produttive chiederanno un allentamento delle misure per favorire la circolazione dell’economia. Fermo restando che l’incognita principale rimane la paura dei cittadini, i quali escono, talvolta trasgrediscono anche alle regole, ma non al punto da mettere a repentaglio (perlomeno in maniera reiterata) la propria salute. Persino l’incoscienza ha un limite.

Nuove misure, Speranza assicura: “Una zona può cambiare colore dopo tre settimane”

Mentre si discute nuovamente sull’evoluzione (e la metamorfosi) di quelle che saranno festività particolari, oltre che molto ridotte, il Ministro della Salute Speranza ribadisce: “Per quanto riguarda la classificazione delle Regioni, chi ha quel colore ci resta per due settimane minimo. Si potrà, eventualmente, pensare di allentare le maglie soltanto dalla terza in poi. Parole che invitano alla prudenza e all’equilibrio, ma il pressing sul Governo da parte dei rappresentanti regionali prosegue. A preoccupare, più dei colori, sono le zone d’ombra nell’eterno dibattito fra economia e salute di un Paese allo stremo e forse anche leggermente allo sbando.

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