Bambini e capricci: una tappa dello sviluppo della consapevolezza di sé

Urla e pianti improvvisi, sono i capricci, una tappa dello sviluppo della consapevolezza di sé nei bambini. Scopriamo di più.

capricci bambina
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I bambini, nei primi di anni di vita, tendono a fare i cosiddetti ‘capricci’ che altro non sono che un modo per esprimere i loro sentimenti, le loro frustrazioni e loro bisogni.

Si tratta di una tappa fondamentale dello sviluppo della consapevolezza di sé stessi e se per i genitori rappresentano un problema, in realtà i capricci sono dei progressi naturali e per quanto fastidiosi per gli adulti, sono positivi nella crescita del bambino.

Ma quando arriva un attacco di capricci, che altro non è che un’esplosione emotiva che si verifica quando il piccolo sente di aver perso il controllo di sé stesso, come devono comportarsi gli adulti? Scopriamo di più.

Ecco perché i bambini piccoli fanno i capricci

capricci bambini
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Urla furibonde, pianti disperati fin quasi a strapparsi i capelli, ad avere gli spasmi affettivi o a lanciare gli oggetti. Intorno ai 2 anni, ma a volte anche prima, inizia la fase dei cosiddetti capricci.

Una tappa del tutto normale dei nostri bambini che in genere si verifica quando il piccolo si trova con la persona che ama di più. Non parliamo solo di rabbia, che può essere una conseguenza del capriccio e che possiamo insegnare ai bambini a gestirla con il cestino della rabbia, ma della dimostrazione che il bambino sta iniziando a sviluppare il senso di sé e del suo posto nel mondo.

Il ruolo degli adulti in questi casi deve essere quello di un contenitore, nel senso che deve ‘contenere’ i capricci del bambino offrendogli degli argini sicuri sui quali lui stesso può infrangersi.

Il fare i capricci per un bambino può anche essere l’espressione del senso di frustrazione che prova perché non ha le competenze per riuscire a fare determinate cose che invece vorrebbe poter fare da solo.

I bambini poi acquisiscono le competenze con il fare, ed è proprio intorno ai 2-3 anni che vogliono giocare, arrampicarsi, gridare, rompere o tirare oggetti e mettere in disordine. Tutto questo è propedeutico all’acquisizione delle loro conoscenze del mondo.

I bambini però non riescono a imporsi dei limiti, loro vogliono semplicemente fare quello che vogliono qui ed ora, cioè subito. Se noi rispondiamo con un ‘no’ o un ‘dopo’ loro scoppiano in un pianto disperato perché non riescono a capire che anche noi abbiamo un nostro punto di vista che è diverso dal loro.

Ecco che allora scatta il senso di frustrazione che poi sfocia nelle manifestazioni dei cosiddetti ‘capricci’.

In questo caso quando dovremo dire di no al nostro piccolo potremo aggirare l’ostacolo offrendogli due alternative, in questo modo il bambino si sentirà chiamato in causa ad operare una scelta attiva.

Un esempio illustra bene questa situazione. Un bimbo di due anni liscia i capelli del fratello con un martello di legno. Il padre, allora interviene prima che il bimbo possa fare male all’altro figlio, senza però togliere il martello dalle mani del bambino che altrimenti finirebbe col fare i capricci.

L’adulto offre al bimbo di fare un cambio e di dargli il martello scambiandolo con un pettine o una spazzolina. In questo modo il bambino sceglierà l’oggetto che più gli piace, e mollerà invece quello pericoloso con cui tanto si stava divertendo, senza però fare nessuna scenata e nessun dramma.

Un altro esempio che calza a pennello e che può descrivere il ruolo che deve avere il genitore in queste situazioni è quello di paragonare vostro figlio a un ruscello che scorre. L’adulto non dovrà essere altro che le rive che lo contengono.

capricci bambini
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Una volta che il fiume è straripato ovvero quando è terminata la crisi dei capricci il genitore dovrà essere pronto a coccolare il bambino e a fargli capire che pur non accettando questo comportamento lo ama lo stesso.

In definitiva dunque i genitori dovranno essere bravi a mostrare ai loro figli i limiti con fermezza e risolutezza. I bambini infatti vogliono essere arginati dai genitori, desiderano un contenitore che li aiuti a superare serenamente le loro ansie e le loro paure, indicandogli la strada da seguire senza indecisioni.

(Fonte: “I bambini non fanno mai i capricci” di Penny Hames)

 

 

 

 

 

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