Covid, infermiere: “ecco come la pandemia ha cambiato il nostro lavoro”

Il Covid visto da chi sta dentro gli ospedali. E’ l’intervista di CheDonna.it a Stefano Caccianiga, infermiere professionista.

intervista infermiere
Foto da unsplash

Sentiamo purtroppo sempre più spesso parlare di “reparti covid“, quei settori che negli ospedali italiani vengono dedicati esclusivamente ai contagiati dal Covid-19.

Vivere da dentro una simile realtà è però ovviamente tutta un’altra storia, un’esperienza che cambia chi la vive ma che fa anche riflettere chi ne ascolta il racconto.

Nel tentativo proprio di riflettere un po’ insieme su quanto sia accaduto da marzo ad oggi e, probabilmente, stia ancora accadendo (ricordiamo che si è anche abbassata l’età media dei contagiati), vogliamo allora proporvi un’intervista molto speciale a chi in un “reparto covid” ha lavorato durante i tre mesi del primo lockdown e ha voluto condividere oggi con tutti noi la sua esperienza e le nuove consapevolezze che ne sono derivate.

Stefano Caccianiga, infermiere professionista: il mio lavoro al tempo del Covid

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Stefano Caccianiga, infermiere professionista di Varese, ha voluto raccontare a noi di CheDonna.it il Covid visto dal chi lo ha combattuto in prima linea, un’esperienza fatta di solitudine ma anche di grande empatia e di crescita personale.

“Tutto questo periodo, che spero finisca il prima possibile, è stato l’emblema della solitudine. Ho avuto modo di capire, vedere, toccare con mano che cosa vuol dire stare soli.  […] Queste persone sono morte da sole: penso che nessuno sia destinato a more da solo […] nessuno vorrebbe essere solo in quel momento. […] Ho avuto modo di capire che cosa voglia dire il contatto umano.”

La solitudine infatti si è rivelata, alla fine, strumento per comprendere l’importanza del vivere in società, dell’avere la vicinanza di altri esseri umani che, con il loro bagaglio emotivo e di esperienza, possono rendere più ricca la vita di ciascuno di noi.

Certo, si è trattato di un’esperienza comunque dura, fatta di rinunce, stress e, in parte, sofferenza. Un’esperienza vera e che, mai come oggi (momento in cui si sta palesando il famigerato scenario 4), ci sembra doveroso raccontare e diffondere, sperando che in tanti possano trovarvi un prezioso spunto di riflessione proprio come lo è stato per noi.

Ascoltiamo allora insieme le parole di questo giovane infermiere.

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