Funerali Gigi Proietti: il discorso di Paola Cortellesi tra parole e canzoni

Al Globe Theatre, Paola Cortellesi saluta il suo maestro Gigi Proietti tra parole, canzoni e lacrime con un discorso indimenticabile.

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Foto da Instagram

Prima della cerimonia presso la Chiesa degli artisti, in Piazza del Popolo, a roma, il feretro di Gigi Proietti è stato portato in quello che era il suo teatro per eccellenza, il Globe Theatre, che da oggi porta anche il suo nome.

Qui colleghi, allievi e artisti a lui legati hanno voluto salutarlo da vicino, qualcuno portando anche le sue parole sul palcoscenico.

Tra questi ultimi c’era Paola Cortellesi, allieva di Gigi Proietti che ha voluto salutare il suo maestro con un discorso tra parole, canzoni e lacrime.

Riviviamolo insieme.

Paola Cortellesi ai funerali di Gigi Proietti

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Foto da Instagram

“Cari Sagitta, Susanna e Carlotta,

che meraviglia deve esser stata aver accanto un gigante come Gigi e che peso enorme, Carlotta con garbo e gratitudine lo ha ricordato in questi giorni, deve esser stato averlo dovuto condividere continuamente con tutti gli altri. Io sono una di tutti gli altri, per molto tempo un’estranea, eppure ho ricordi indelebili legati a Gigi, episodi che hanno scandito la mia vita.

E le melle le-le melle-le, sono buone sono belle sono buone sì ma non le posso digerir

La cantavo a 5 anni. A quell’età avevo già consumato la cassetta di ‘A me gli occhi please’. La ascoltavamo di continuo noi cinque in macchina, nei lunghi viaggi estivi verso la Calabria. In casa ripetevo a memoria tutti i passaggi. Non potevo conoscere l’amuleto, ma avevo idea che fosse una storia tanto allegra mentre citavo le frombole e i dardi dell’avversa fortuna.

Ricordo la prima volta che mi sono commossa, da bambina, è stato proprio sulle note de ‘La vita in osteria’. Io capitolavo alla prima strofa:

C’hai la pensione e du’ sordi da parte
Li fiji ormai ce l’hai sistemati
Si nu’ li vedi è che c’hanno da fa’

Quello è stato proprio un colpo basso. Per me, a livello emotivo, pari solo a Heidi che ritrova il nonno.

Papà e mamma ci portavano a vederlo a teatro e crescendo, ammirandolo in ogni variazione di tono, di registro di linguaggio, ricordo nitidamente il momento in cui in platea, al Sistina ho capito che avrei tanto voluto fare questo mestiere. Pensa che guaio, dirà qualcuno, ma per me è la vita e la strada, senza saperlo, me l’ha indicata lui.

Gli ho raccontato tutte queste cose quando l’ho conosciuto, quando vi ho conosciuto e Gigi mi ha risposto con affetto m sono certa di esser stata l’ennesima perché un grande artista è patrimonio comune e ispirazione per molti

Un privilegio, tra tutti gli altri, l’ho avuto: quello di poter passare ogni tanto del tempo insieme e godere della sua compagnia, dei suoi racconti esilaranti, della sua genialità. Ridere a crepapelle senza ritegno insieme a un maestro. Po esse? Con lui sì, si poteva perché ogni volta aveva la mia età.

Ma negli anni ogni suo consiglio, ogni pacca sulla spalla, ogni suo incoraggiamento è stato la spinta a far del mio meglio nella vita e in questo mestiere di pazzi.

Nessuno potrà mai togliervi i ricordi di una vita vissuta con lui, la vita vera, la vita reale. Vi ha dato le gioie ineguagliabili di un compagno e di un papà. Per tutti noi altri è stato un faro: ci ha mostrato l’arte, il sogno, a volte, una strada da percorre. 

Oggi a proteggervi, e camminare dietro di voi c’è un esercito di noi altri armato di  riconoscenza, che lo amerà sempre e non lo dimenticheremo mai”.

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