Funerali Gigi Proietti: omaggio di Roma, Insinna e Brignano piangono

Funerali Gigi Proietti: l’omaggio della città di Roma al grande maestro. Le lacrime di Flavio Insinna, Enrico Brignano e Marisa Laurito.

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Funerali Gigi Proietti – Screenshot da video

Roma rende omaggio a Gigi Proietti nel giorno del suo funerale. Il feretro del grande attore, scomparso nel giorno del suo 80esimo compleanno, partito dal Campidoglio, seguito da un corteo di auto, ha fatto un giro per le strade della sua città fino ad arrivare al al Globe Theatre di Villa Borghese che sarà intitolato a lui e dove si è svolta una lunga cerimonia alla presenza della moglie Sagitta Alter e delle figlie Susanna e Carlotta.

Tantissimi gli attori presenti che l’hanno ringraziato e omaggiato ricordandolo attraverso ciò che ha insegnato in tantissimi anni e tanti aneddoti. Tra i più commossi Enrico Brignano e Flavio Insinna.

Funerali Gigi Proietti: le parole di Marisa Laurito

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Marisa Laurito ai funerali di Gigi Proietti – Screenshot da video

Ad attendere il feretro di Gigi Proietti al Globe Theatre di Villa Borghese c’erano, provati e commossi, Enrico Brignano e Flavio Insinna, due dei suoi allievi che sono rimasti sempre legati a lui come hanno mostrato le telecamere di Raiuno che ha trasmesso in diretta le esequie. La prima a salutare Gigi Proietti è stata Marisa Laurito che, molto emozionata, ha reso omaggio a “colui che era il teatro”.

“L’altra sera ho guardato Preferisco il Paradiso e ho capito anch’io: non dobbiamo essere tristi perchè tu stai benissimo, sei qui da qualche parte a guardarci con il tuo sorriso sornione. Siamo noi che siamo stati privati dalla tua ironia, intelligenza, del tuo senso sociale, della tua cultura, bellezza e maturità con quei capelli ribelli, finalmente diventati bellissimi, bianchi.

Questo lutto è di tutti Carlotta, l’hai detto con giusta ragione perchè noi non potremo mai consolarci con un’altra persona che possa somigliare neanche lontanamente a Gigi. Troppo speciale, energia pura sul palcoscenico, pigrizia brillante, generoso come pochissimi protagonisti, mai maschilista, sempre pronto a dare un consiglio, a correre in aiuto.

Quando veniva in camerino da me non entrava solo un amico, entrava il teatro, quello elegante, il teatro signore, il teatro sapiente, appassionato, sincero e quando mi diceva sì io tiravo un sospiro di sollievo come se avessi ricevuto una laurea perchè sei sempre stato un maestro, non solo per i tuoi allievi, ma per tutti noi. Grazie di avermi dato la tua amicizia.

Qualcuno ha detto che non si muore fino a che gli altri continuano a parlare di te. Tu non morirai mai perchè nessuno ti dimenticherà mai”.

Il saluto di Edoardo Leo e degli artisti del teatro

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Edoardo Leo ai funerali di Gigi Proietti – Screenshot da video

Molto commosso anche Edoardo Leo che ha letto le parole di un’associazione che comprendono più di 700 interpreti del teatro.

“Ciao Gigi, per prima cosa scusaci per l’informalità con cui ci rivolgiamo a te anche oggi, ma qualsiasi altra forma ci sarebbe sembrata fuori luogo e così abbiamo scelto quella con cui ci permettevi di salutarti ogni volta che qualcuno di noi colleghi ti incontrava nei camerini di un teatro, al ristorante, sul set. Non c’era nessun appellativo che ti precedeva. Nessun dottore, commendatore, signore, maestro e cavaliere anche se cavaliere lo sei stato.

Questa lettera non è diversa da quella che ti avremmo portato per celebrare i tuoi 80 anni. Non l’abbiamo cambiata di una virgola. Una lettera che ha una parola ricorrente e ripetuta che è grazia. Grazie per essere stato un costante punto di riferimento per molte generazioni di attori, per aver elevato il nostro mestiere ad una dignità mai toccata prima.

Grazie per aver incarnato la figura del professionista dello spettacolo e aver portato il professionismo come condizione necessaria in ogni momento della tua incredibile carriera. Grazie per aver formato decide e decine lavoratori del mondo dello spettacolo, non solo di artisti e aver speso anni e anni il tuo talento e la tua energia per l’insegnamento.

Grazie per averci consegnato l’esempio che l’abnegazione e la disciplina possono concidere con la leggerezza e col divertimento nel fare questo nostro mestiere.

Grazie per essere stato il motivo per cui molti di noi hanno cominciato a farlo dopo averti visto sul palcoscenico perchè tanti hanno sognato, senza ammetterlo, ‘io da grande vorrei essere come Gigi Proietti’ senza riuscirci mai.

Grazie perchè quando hai chiamato un tuo spettacolo Attore amore mio ci siamo sentiti orgogliosi, partecipi come tanti, buoni o mediocri giocatori che, però, hanno in squadra il più bravo di tutti, il numero 10, il fuoriclasse.

Grazie perchè in tempi in cui ci si affanna a discutere di cultura tu, intanto, la facevi inaugurando teatri, facendoli vivere, riempiendoli per 60 anni, luoghi in cui abbiamo riso, pianto e ci siamo conosciuti. Luoghi dell’anima che tu hai reso vivi, pieni di umanità e d’amore.

Grazie di averli addirittura fatti costruire dei teatri come questo in cui ti stiamo salutando e che sarà casa tua per sempre. Questo posto dove sei riuscito a ridare valore alla parola popolare il senso che merita.

Grazie per averci fatto divertire fino alle lacrime perchè ognuno di noi quando ti guardava non era più un tuo collega, era pubblico. Quel pubblico verso il quale ci hai insegnato il massimo del rispetto e dell’onestà, una lezione ogni volta e quando dicevi ‘a me gli occhi’ in realtà, insieme agli occhi, ti consegnavamo il cuore e tutta la nostra ammirazione.

Grazie per questa lezione continua che ci hai regalato e sappiamo tutti che saresti stato imbarazzato da questa celebrazione, da questi complimenti fuori scena, da questi superlativi con i quali ti investiamo e che avresti volentieri fuggito anche la retorica inevitabile di questa lettera.

Scusa Gigi, eppure ti tocca. Ti tocca il saluto scomposto e commosso di un’intera categoria, di un popolo di spettatori incantati. Abbiamo già usato troppi paroloni, lo so. Sai che facciamo allora?

Chiudiamo con le tue di parole. Starai dicendo: ma che state facendo? Vi vedo tutti tristi, nel dolore e hai ragione. Tutta la città sbrilluccica le lacrime e i ricordi. Ecco, ti ricordi queste parole? Le hai scritte tu e te le rubiamo anche stavolta perchè anche se non ci possiamo abbracciare, ci siamo tutti qui, a ringraziarti stretti stretti. Tu non sei soltanto un grande attore, sei molto di più. Sei Gigi Proietti”.

Il saluto di Enrico Brignano

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Enrico brignano ai funerali di Gigi Proietti – Screenshot da video

Grande commozione da parte di Enrico Brignano che, tra le lacrime, ha ricordato colui che è stato il suo maestro e che gli ha insegnato davvero tanto.

Maestro mio, è arrivato il momento dei saluti. Se fossi bravo come te, avrei composto un sonetto, una poesia per dire quello che sei stato veramente e quello che sei stato adesso per tutta questa gente. Ti avrei descritto senza alcun timore. Gigi grande attore, regista, mattatore, cesellatore arguto, umile, stratega. Artigiano felice nella sua bottega.

Col tuo saper giocare ad inventar la vita, a trasformarla, rendendola leggera, gioco dopo gioco, sera dopo sera e questa leggerezza quanto mi è servita. Veder l’abisso e dire sì, mi ci butto, prendere il niente e trasformarlo in tutto.

Ma io non lo so fare, non sono capace. Ora lo faccio in prosa, a modo mio, come mi viene meglio anche se è difficile trovare la forza per salutare te che mi hai aperto la porta dei sogni, che sei stato il mio mentore per eccellenza, che in tutti noi allievi hai ispirato desiderio di emulazione, ma allo stesso tempo, ci hai insegnato ad essere noi stessi.

Eri, sei un gigante con cui ci siamo dovuti confrontare, aùma sei stato anche il nostro riparo ogni volta che ne abbiamo avuto bisogno. La prima volta che ti vidi da vicino era un giorno d’aprile del 1988. Entrasti e con la giacchetta tenuta per un dito hai detto ciao. Voce imponente, volto autorevole, così alto, con una testa piena di capelli. Mi sentii tremandamente intimidito. Poi pian piano mi sono abituato e comincia a chiamarti come facevano tutti gli altri, Giggi, con due G e cominciai ad amarti senza remore cercando di assorbire quello che potevo ogni volta che ti ero vicino.

Vederti sul palcoscenico è sempre stato un privilegio per tutti, un dono per chi spera di fare questo mestiere. Grazie Gigi, eri e sei pura luce. Ti sei lasciato dietro un scintillio di cui resta un timido bagliore su tutti noi, un po’ per ciascuno.

Così, mi piace immaginarti sereno nel viaggio che hai intrapreso, certo di aver fatto un buon lavoro con il tuo baule che hai portato tante volte in scena strapieno della nostra gratitudine. Lo so, da maestro, starai pensando ‘daje, stringi, stai sotto finale’. Stringo, adesso non ci sei e non ci sarai per molto, molto temo non ci sarai… Lo vedi? Non ci riesco. Perdonami, mi conosci anche tu, ma non ci riesco a dire la parola più”.

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Flavio Insinna ai funerali di Gigi Proietti – Screenshot da video

Anche Pino Quartullo, Paola Cortellesi, Walter Veltroni e la sindaca di Roma, Virginia Raggi, hanno dedicato delle parole a Gigi Proietti. Chi non è riuscito a parlare è stato Flavio Insinna, commosso, durante la cerimonia. Il feretro, poi, ha raggiunto la Chiesa degli Artisti per la celebrazione religiosa.

Tanta la gente che, rispettando le norme anti covid, hanno reso omaggio al grandissimo Gigi Proietti.

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