Covid, Raponi: “Crescono casi tra bambini, assembramenti deleteri”

“Crescono i casi di Covid tra i bambini e ad essere deleteri sono gli assembramenti che si creano dopo la scuola”. A dirlo è Raponi del Bambino Gesù.

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“Da settembre ad oggi sono 108 i pazienti pediatrici ricoverati anche se con sintomi lievi, tra febbraio ed agosto erano stati un centinaio”. A dirlo è Massimiliano Raponi, il direttore sanitario dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma in un’intervista al Corriere della Sera.

Dunque, in linea con la diffusione dei contagi negli adulti, purtroppo cresce anche il numero di bambini e ragazzi contagiati dal Coronavirus. A parlare sono i numeri della struttura sanitaria che dall’inizio della pandemia è hub pediatrico di riferimento per i pazienti da 0 a 18 anni malati di Covid.

Anche se non vuole generare allarmismi, Raponi rileva il raddoppio dei casi di Covid rispetto alla prima ondata. Scopriamo di più.

“I casi tra i bambini raddoppiano e il problema non sono le scuole ma quello che accade all’esterno”

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Rispetto alla prima ondata i medici stanno riscontrando un aumento dei casi anche nelle fasce di età dei più giovani e in quella dei bambini.

Se finora i piccoli si sono ammalati meno adesso si stanno riscontrando sempre più casi. È di pochi giorni fa l’allarme lanciato dal Santobono di Napoli che ammoniva di non sbaciucchiare i neonati.

Ora a parlare, senza voler destare allarmismi, è il direttore del Bambino Gesù, Massimiliano Raponi che spiega: “Da febbraio ad agosto abbiamo ricoverato 80 pazienti con un’età media di 6 anni. Da settembre ad oggi sono 108 i casi di degenza ospedaliera”.

La buona notizia è che però i bambini presentano sintomi lievi anche se vanno comunque monitorati. Non si riscontrano problemi di affaticamento respiratorio e pochi vanno in terapia intensiva”. In media i bambini ricoverati sono tenuti una settimana sotto controllo prima di essere dimessi.

All’inizio si facevano meno tamponi rispetto ad ora. “Da settembre ad oggi abbiamo effettuato 13.500 tamponi con una media di 800-1.000 al giorno. C’è stato un innalzamento dell’indice di positività, intorno al 4% mentre nella prima ondata era dell’1,5%”.

E se molti pensavano che il problema fossero le scuole, oltre a uno studio uscito su Nature che conferma il contrario e che sostiene che le scuole non siano punti caldi per la diffusione del Covid, anche Raponi sostiene che queste non rappresentino un problema. “Il problema sono gli assembramenti che si creano all’esterno, prima di entrare in classe e all’uscita. Si è visto anche in estate, quando l’attività didattica era sospesa: i ragazzi si accalcavano nelle piazze e nei luoghi di ritrovo. Incidono molto i comportamenti e il rispetto delle regole”.

E per prevenire il contagio da Covid Raponi spiega che sul portale dell’Ospedale Bambino Gesù ci sono ‘pillole’ informative per i pazienti e le loro famiglie. “Abbiamo raccolto le domande che ci arrivavano sui social o tramite l’Ufficio relazioni con il pubblico e chiesto ai nostri pediatri, infettivologi, microbiologi di rispondere. Inoltre abbiamo attivato un servizio telefonico di consulenza pediatrica attivo 24 ore su 24″.

Una volta dimessi i bambini positivi al Coronavirus, ma anche quelli che si curano a casa, possono usufruire di un teleconsulto attraverso la piattaforma della Regione Lazio, che coinvolge anche i pediatri di famiglia.

Considerando che il Bambino Gesù è un importante centro di riferimento per le malattie rare e per i pazienti oncologici, per garantire la sicurezza anche in questo momento che è pure Covid hospital pediatrico, ci sono dei percorsi dedicati solo al Pronto soccorso. Inoltre, la sede di Palidoro raccoglie i casi sospetti di Covid e si applicano misure rigorose come l’ingresso di un solo adulto ad accompagnare i bambini. Mentre i pazienti cronici possono avere un avvicendamento dei genitori solo se nelle 48 ore precedenti si sono sottoposti al tampone.

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Lavare le mani (Istock)

Quali sono allora le precauzioni da usare anche per i più piccoli? “Lavaggio frequente delle mani e disinfezione di superfici e oggetti che vengono scambiati con maggiore frequenza”, conclude Raponi.

(Fonte: Corriere della Sera)

 

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