Emergenza Covid, varato nuovo dpcm: è scontro tra Governo e regioni

E’ stato approvato il nuovo dpcm a firma del premier Giuseppe Conte. Restrizioni più severe e valide fino al prossimo 3 dicembre. Le regioni polemizzano, si sentono esautorate.

L'emergenza Covid ha portato Giuseppe Conte a firmare un nuovo dpcm con misure più restrittive
L’emergenza sanitaria investe tutto il mondo (Pixabay)

Covid 19, firmato il nuovo dpcm. Coprifuoco per tutti dalle 22:00 e tre diversi livelli di emergenza.  Confermata la serrata di teatri, cinema, palestre, piscine, scuole di danza. Chiusi anche i musei. Misure più restrittive che resteranno in vigore fino al prossimo 3 dicembre (salvo ulteriori cambiamenti dovuti all’evoluzione della curva epidemica).

Il documento non convince le regioni, che polemizzano con il premier Giuseppe Conte. Il motivo del disappunto è preciso: i governatori avrebbero voluto essere coinvolti nella definizione delle aree a rischio. Il nuovo dpcm prevede infatti tre diversi livelli di emergenza; giallo, arancione e rosso, a seconda delle varie criticità territoriali.

Per citare solo alcuni esempi: Lazio, Toscana ed Emilia Romagna sono a “semaforo” giallo a differenza della Valle d’Aosta che ha il bollino rosso. Ci sono poi i casi di Puglia e Sicilia, in allerta arancione. A determinare le differenti aree di rischio è l’indice RT, che in Lombardia ha superato il 2.

Le regioni ad “emergenza rossa” sono quelle che patiranno di più l’ulteriore stretta. A preoccupare è, sì, la tenuta degli ospedali, ma anche quella del sistema socio-economico. Commercianti ed imprenditori sono in sofferenza; incassi al ribasso ma spese vive di gestione che mordono.

I governatori chiedono più chiarezza sulle procedure adottate per individuare i tre livelli di emergenza. Inoltre, spingono affinché ci sia un contraddittorio con i loro Dipartimenti di prevenzione sanitaria per l’analisi dei dati epidemiologici.

I presidenti delle Regioni partono dal presupposto che sono loro a conoscere meglio le problematiche dei territori. Un maggiore coinvolgimento eviterebbe il colpo di grazia alle economie locali, già in ginocchio da mesi di restrizioni. Un malessere diffuso che approda nelle piazze. Oggi tocca ancora una volta ai ristoratori toscani, partiti stamattina da Firenze e in marcia verso Roma, lungo la via Francigena.

Nuovo dpcm, la proposta di Alberto Cirio: “Tassare il web”

Alberto Cirio polemizza con nuovo dpcm e propone di tassare i giganti del web
Il presidente del Piemonte Alberto Cirio (Facebook @alberto.cirioii · Personaggio pubblico)

Ha sollevato un vespaio di polemiche la proposta di Alberto Cirio. Il presidente della regione Piemonte dà la sua “ricetta” per garantire una boccata d’ossigeno alla economie locali. E non parla solo per il su territorio, ma ritiene che l’idea possa essere estesa anche alle altre regioni.

In pratica Cirio propone di tassare i giganti del web, che sono coloro che in questi mesi hanno visto incrementare i fatturati. L’e-commerce non ha conosciuto crisi in buona sostanza. Ecco che allora il governatore propone di “tassare i giganti del web così da potere aiutare i piccoli negozi, quelli di vicinato”.

Cirio punta il dito contro i colossi dell’online, da Amazon agli altri big. Una proposta forte, di grande impatto e per molti aspetti difficile da concretizzare, soprattutto a stretto giro. Il governatore però non si arrende e annuncia di voler presentare una proposta di legge per una tassazione di tipo straordinario per le piattaforme internazionali di vendita online.

Per prevenire il contagio in tutte le regioni resta fondamentale la mascherina
La mascherina per prevenire il contagio (Pixabay)

Intanto, anche l’ultimo dpcm conferma l’utilizzo della mascherina, dispositivo di protezione fondamentale per prevenire il contagio da coronavirus. Distanziamento fisico, mascherina e lavaggio delle mani sono, le uniche armi che abbiamo in attesa del vaccino.

 

 

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