Paure dei bambini: come aiutarli a superare l’ansia infantile

Le paure dei bambini possono essere superate e dimenticate soltanto quando gli adulti fanno la loro parte. Alcuni consigli per un comportamento ideale

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Tutti gli adulti sono stati bambini ed è una sensazione che conoscono bene, chi più e chi meno. Perché le paure dei bambini sono molto comuni e tutti prima o poi le hanno dovute affrontare. Paura della solitudine, del buio, degli spazi troppo stretti o troppo ampi, paura di qualcosa che è nascosto nell’armadio o sotto il letto anche se in realtà non esiste.
Il ruolo degli adulti è fondamentali perché possono aiutare i più piccoli a superare l’ansia infantile anche se devono sapere come muoversi.

Ogni tipo di paura ha causa e manifestazioni diverse. Ma tutte possono portare agli stessi effetti, quelli di avere bambini nervosi, troppo attivi o svogliati, inquieti oppure senza reazioni apparenti.
Trovato il problema, c’è anche però una soluzione e in questo il ruolo degli adulti a cominciare dai genitori è fondamentale. Il primo passo è quello di notare se ci sono manifestazioni evidenti delle paure che stanno vivendo i bambini, anche di età diverse. Può essere un battito cardiaco accelerato, i muscoli tesi, il respiro affannoso, tremori e sudorazione eccessiva senza apparente motivo, disturbi di stomaco ma anche o incontinenza.

Ma le paure possono anche produrre tic nervosi come toccarsi di continuo i capelli o mangiarsi le unghie. E portano ad avere paura anche di chi invece dovrebbe rappresentare una figura amica, come un cane, un gatto o gli insetti.

Paure dei bambini, i comportamenti migliori per aiutarli

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Esistono dei comportamenti materiali che un adulto può mettere in pratica per affrontare insieme al bambino le sue paure. Il primo, fondamentale, è quello di non ignorare il problema. I bambini guardano agli adulti, quindi per primi ai loro genitori, come un punto di riferimento, un porto sicuro nel quale rifugiarsi. Quindi l’ascolto è il primo passo per capire che cosa sta provocando quello stato di ansia. Se anche la minaccia che il bambino sente non è reale, nella sua testa invece è così. Quindi mai giudicare, ma cercare di superare l’ostacolo insieme.

Una buona pratica è anche quella di riuscire a stemperare le emozioni. La paura di perè non è un male. Ci spinge ad essere più prudenti e a meditare bene le nostre azioni. Basta semplicemente riuscire a convogliarla e farla diventare una risorsa, non un problema. Un atteggiamento sbagliato, ad esempio, è quello di voler per forza che socializzino, lasciarli andare da soli pensando che così faranno esperienza e cresceranno. Piuttosto accompagnateli e aiutateli poco alla volta a scoprire mondi nuovi, nuove amicizie, ma senza stress.


Se poi il terrore del bambino è rappresentato da un fattore concreto, impersonatelo. Ha paura del dottore o del dentista? E allora giocate con lui allo studio del medico, facendolo divertire in modo che dimentichi quello che lo spaventa. La prossima volta che andrà, avrà un atteggiamento più sereno e non ansioso.

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