Lockdown, Conte valuta ogni ipotesi: possibile chiusura per alcune regioni

In Italia la risalita dei contagi da COVID-19 continua a preoccupare il Governo e la popolazione. Al vaglio due ipotesi: chiusura generalizzata oppure soltanto per alcune regioni, persiste il nodo istruzione. Nei prossimi giorni ulteriori sviluppi.

Lockdown, concreta l'ipotesi di una stretta in Italia (Getty Images)
Lockdown, concreta l’ipotesi di una stretta in Italia (Getty Images)

La situazione sta diventando ingestibile. Il riferimento è alla scala dei contagi da COVID-19 che continua a salire esponenzialmente non soltanto nel nostro Paese: l’Italia ha toccato quota 31mila contagi, numero che mina le certezze politiche e sociali di uno Stivale che sino ad ora aveva escluso categoricamente un nuovo lockdown: appena una settimana fa Conte, intervenuto dal Festival del Lavoro, aveva detto chiaramente “Faremo di tutto per evitarlo”.

Ora quella promessa potrebbe non valere più, ma come ha chiarito nel discorso alla Nazione della passata domenica il Premier: “Non è tempo di fare promesse, ma di prendersi un impegno” che equivale – ora come ora – alla possibilità di ritrovare una certa serenità perlomeno nei numeri. Questo può avvenire solo se la curva dei contagi cala, per farlo dunque potrebbe scattare un’altra chiusura. Come, del resto, ha già fatto anche la Francia.

Governo, ipotesi lockdown per alcune regioni: la situazione

Italia, Conte valuta il lockdown (Getty Images)
Italia, Conte valuta il lockdown (Getty Images)

Tuttavia, dall’Esecutivo filtra ancora un cauto ottimismo: “Prima di prendere qualsiasi decisione, valuteremo con attenzione tutte le possibilità”, fanno sapere dalla maggioranza. In effetti di scelte ce ne sono varie: almeno due. Una, la più probabile e al vaglio del Governo, quella di chiudere alcune città e regioni a partire da lunedì in base alla loro situazione epidemiologica con Milano e Napoli in pole position (De Luca chiede un inasprimento delle misure preventive da tempo) seguite da Torino, Bologna e Roma fortemente attenzionate.

La seconda, quella più remota che, però, alla luce della continua ascesa dei contagi, è tornata sul tavolo prevede un nuovo lockdown generalizzato: in tutti i casi, il Presidente del Consiglio potrebbe varare un altro DPCM nella giornata fra l’8 e il 9 novembre. “La situazione epidemiologica cambia in fretta”, ha sottolineato Conte. Come dire se cambia il virus, anche noi dobbiamo essere pronti a fronteggiarlo.

Tra il dire e il fare, però, ci sono di mezzo gli equilibri di Governo: la principale critica arriva dalle opposizioni che vorrebbero avere più considerazione nelle scelte istituzionali riguardanti la pandemia. Meloni e Salvini, rispettivamente leader di Fratelli d’Italia e Lega, ammoniscono: “Conte non può fare tutto da solo”. A tal proposito è previsto per mercoledì prossimo un aggiornamento in Aula sulla situazione COVID-19: le forze di Governo saranno, dunque, riunite nuovamente per decidere il da farsi.

Persiste lo spauracchio del lockdown generalizzato: come gestire la questione della didattica

Oltre al dilemma chiusura sì-chiusura no, c’è la questione legata all’istruzione: in Francia la didattica, infatti, non è stata sospesa. Anche come simbolo di resistenza e mano tesa verso il futuro e la didattica mostrando quella considerazione alla popolazione giovanile che chiedeva maggiori certezze e tutele. La Azzolina, Ministro dell’Istruzione, è rimasta l’unica a difendere questa posizione in Italia: gli altri, fra maggioranza e opposizione, premono per una didattica a distanza e rischi ridotti al minimo.

“Le scuole non è che sono su un altro pianeta”, tuona Franceschini sul fronte Dem. Il Ministro per i beni le attività culturali e per il turismo è già nell’occhio del ciclone a causa della chiusura forzata di cinema e teatri, criticata da più fronti, per questo chiede maggiore omogeneità e senso di responsabilità anche da parte di altri settori. Non ultimo quello della didattica, però la Azzolina incalza: “Si chiude, eventualmente, soltanto sulla base di dati scientifici attendibili”.

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