Lombardia, Fontana valuta il lockdown: “Scelta possibile e dolorosa”

Il Presidente della Lombardia Attilio Fontana lascia intendere che un nuovo lockdown non è da escludere. Il governatore non parla a nome dell’Italia, ma ai microfoni di SkyTg24 ha sottolineato come la sua regione potrebbe aprire nuovi scenari sul piano cautelativo.

Fontana valuta il lockdown in Lombardia (Getty Images)
Fontana valuta il lockdown in Lombardia (Getty Images)

Lombardia nuovamente al centro dell’agenda politica e sociale, la possibilità di un nuovo lockdown incombe sull’Italia. La situazione contagi da COVID-19 preoccupa ogni giorno di più, il Premier Conte, con il sostegno del Ministro Speranza, ripete a più riprese che “la situazione non è quella di marzo dove non sapevamo con chi avevamo a che fare”. Oggi c’è più consapevolezza, ma bisogna lavorare in maniera decisa sulla prevenzione, perché se i contagi proseguono ad aumentare a dismisura (in Lombardia, ma anche su tutto il territorio nazionale) gli ospedali vanno in difficoltà.

Lombardia cartina tornasole della pandemia: dalla possibile chiusura al rinforzo della sanità territoriale

Lombardia, Fontana torna a parlare di lockdown (Getty Images)
Lombardia, Fontana torna a parlare di lockdown (Getty Images)

Qui entra in gioco anche il ruolo della sanità territoriale che dovrà – necessariamente – dare un apporto maggiore, con l’adeguato sostentamento, per essere la prima alternativa valida agli ospedali. Intanto proprio all’ombra del Duomo si comincia a parlare di una nuova chiusura totale: il Premier Conte ufficialmente non chiude il Paese ma passa la palla alle Regioni: “Libertà decisionale”, che tradotto significa fate voi e giudicate se è opportuno chiudere oppure no.

Alcune Regioni, in primis Lombardia e Campania – con il Piemonte che segue a ruota – ci stanno pensando perché un nuovo lockdown (citando Conte) sarebbe insostenibile per il Paese, ma la situazione contagi e la seconda ondata della pandemia stanno dimostrando di non tener conto delle possibilità economiche sui territori. Quindi, Fontana va in avanscoperta e, ai microfoni di SkyTg24, ammette: “O riduciamo la gente che va a scuola o quella che va al lavoro”. Il riferimento è alla polemica sull’ipotetica chiusura delle scuole con la successiva reintroduzione della DAD (Didattica A Distanza).

Lombardia, Fontana avverte: “In momenti difficili bisogna saper fare scelte dolorose”

“Io sono sempre stato favorevole alla didattica in presenza, ma in casi particolari come questo bisogna anche saper fare delle scelte dolorose, aggiunge Fontana. Si comincia, ancora una volta, a parlare di dolore e soprattutto di scelte. L’impressione è che, stavolta, spetterà innanzitutto alle Regioni fare scelte dolorose (come un’ipotetica chiusura generalizzata pronta a diffondersi a macchia di leopardo in tutto lo Stivale).

“Nell’ora di punta c’è un grande affollamento, per cercare di ridurre la calca sui bus le ipotesi sono due: o ridurre la quantità di studenti per le strade, oppure diminuire il tasso di lavoratori in giro per l’Italia”, rimarca il governatore. L’equazione è la seguente: il risultato pare scontato, anche se c’è chi sottolinea che un aspetto finisce per coinvolgere inevitabilmente l’altro: se i figli non vanno a scuola e studiano a casa, chi li guarda? Discorso che vale in particolar modo per i più piccoli. Allora si è pensato ad una stretta sugli studenti delle superiori per poi procedere a scalare.

“È difficile chiedere ancora sacrifici ai cittadini, ma è così, state a casa”, chiosa Fontana. Tornano anche le frasi iconiche. Tutti segnali di un passato (non proprio remoto) che presto potremmo rivivere. Resta, tuttavia, un barlume di speranza: “Diamoci tempo – avvisa il governatore – se i contagi dovessero rallentare, si può pensare ad uno stop su alcune restrizioni. Anche se, ormai, a crederlo sono rimasti in pochi.

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