I giovani potrebbero avere il vaccino nel 2022: dichiarazioni Oms

Dichiarazioni da parte dell’OMS circa i tempi del vaccino e soprattutto la risposta ad un importante domanda: “Chi lo avrà per primo?”

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Vaccino (Adobe Stock)

Di vaccini se ne è parlato non poco, naturalmente, negli ultimi tempi.

A partire dall’America dove Trump ha assicurato che avrebbe fornito il vaccino in poche settimane, vantando anche le proprietà del regeneron.

Non solo, avevamo poi parlato della risposta delle ricerche del vaccino Moderna che stava dando risvolti positivi.

Infine notizia recentissima è lo stop alla sperimentazione del vaccino Johnson&johnson.

Insomma, nel mondo la ricerca sul vaccino continua senza sosta.

La corsa alla cura è irrefrenabile e naturalmente doverosa visti i contagi che ci sono.

Basti pensare che nelle ultime 24 ore in Italia si è verificato il record di contagi.

Dobbiamo però ora soffermarci su una domanda molto più specifica: “Chi avrà per primo il vaccino?”

Vaccino: come procederanno con le vaccinazioni

 

La risposta alla nostra domanda, a quanto sembra, sembrerebbe essere arrivata direttamente dall’OMS (WHO per chi mastica anche della lingua inglese) tramite l’intervista alla capo ricercatrice Soumya Swaminathan.

Nella giornata mondiale del lavaggio delle mani, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul lavaggio delle mani, ci sono però state non poche perplessità dal web circa i vaccini per i giovani.

Da qualche giorno si è diffusa infatti l’ipotesi che il vaccino possa essere disponibile già entro la fine dell’anno, più verosimilmente nei primi mesi del 2021.

Soumya Swaminathan, ricercatrice capo presso l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a tal proposito, durante una intervista ha dichiarato che ci saranno sicuramente delle priorità.

“Ci saranno molte indicazioni, ma penso che una persona media, un giovane sano potrebbe dover aspettare fino al 2022 per ottenere un vaccino” dichiara la dottoressa.

Secondo la ricercatrice capo l’assoluta precedenza verrà data agli operatori sanitari e in prima linea, fra i quali va comunque definito chi è più a rischio, poi gli anziani ed infine i giovani.

Da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità sembra quindi essere chiara la risposta.

 

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