Frasi da non dire mai ai bambini: scopriamo le 8 considerate tabù

Ci sono parole che non andrebbero mai pronunciate ai nostri figli. Scopriamo quali sono le 8 frasi considerate tabù per i bambini.

frasi da non pronunciar mai ai bambini
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Presi giornalmente da mille pensieri, lavorativi e non, molti genitori spesso finiscono per non far caso a quello che dicono ai propri figli, pronunciando spesso delle frasi che invece possono risultare molto dannose per la psiche dei più piccoli e per la loro autostima.

A volte anche semplici frasi banali possono invece aprire nella mente del bambino dei grossi punti interrogativi o peggio farli restare molto male, ferendoli o facendoli arrabbiare moltissimo.

Scopriamo allora quali sono le frasi considerate tabù e che sarebbe bene evitare di pronunciare ai nostri bambini sostituendole con altre che invece possono raggiungere il nostro intento senza però risultate dannose.

Ecco le frasi tabù da evitare di dire ai nostri bambini

frasi da non dire ai bambini
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Per crescere bambini felici, sicuri di sé stessi, autonomi e indipendenti dobbiamo fare attenzione a come li educhiamo e quindi anche al linguaggio e alle parole che utilizziamo.

In un mondo che corre sempre di più, la mancanza di tempo e la fretta quotidiana spesso e volentieri ci portano ad usare piccoli stratagemmi per fare obbedire i nostri bambini dando loro però un messaggio errato.

La pazienza, si sa, con i bambini serve sempre e spesso capita che ce la facciano perdere. Ecco perché in questi casi occorre fare un bel respiro e pensare bene a quello che staremo per dire. 

Seppure siano entrate nell’uso comune e pronunciate da molti ci sono alcune parole che andrebbero proprio evitate. Scopriamo quali sono le frasi tabù che dovremmo evitare di pronunciare ai bambini e come possiamo sostituirle.

1) Non piangere. Iniziamo col dire che i bambini piccoli quando devono esprimere il loro disappunto su qualcosa lo fanno piangendo. Finché non parlano poi è il loro unico modo di comunicarci qualcosa. Quando iniziano a parlare capiterà spesso che piangeranno per i motivi più disparati. Ad esempio quando sono arrabbiati, quando sono tristi, quando hanno paura di qualcosa. Dicendogli di non piangere è come se negassimo le loro emozioni. Meglio allora cercare di spiegargli quello che stanno provando e connotare il loro stato d’animo dando un nome al sentimento che ha scaturito in loro il pianto. In questo modo li aiuteremo a capire quello che stanno provando senza sminuire le loro emozioni. Scopri come insegnare ai bambini a gestire le loro emozioni.

2) Smettila o le prendi. Minacciare può sortire un effetto immediato con i nostri figli ma non nel lungo termine. Il bambino infatti si spaventerà ma se non gli spiegheremo i motivi per cui lo stiamo sgridando reitererà il comportamento sbagliato. Inoltre, se lo minacciamo poi dovremo anche fare quello che abbiamo promesso altrimenti perdiamo di valore. Ma la violenza è controindicata nei bambini e di certo non farà migliorare il loro comportamento. Meglio allora farsi rispettare in modo autorevole e calmo. Spieghiamogli i motivi per cui quella cosa non si può fare o è sbagliata. Nel lungo termine saremo sicuramente ripagati. Prova con l’autoeducazione Montessori, in questo modo potrai rimproverare tuo figlio senza sgridarlo.

3) Adesso lo dico al papà o viceversa alla mamma. Si tratta di un altro tipo di minaccia che è meglio evitare per non compromettere la nostra autorità. In questo modo è come se volessimo dire al bambino che l’altro genitore è più severo e più autorevole. Così facendo nostro figlio ci rispetterà sempre meno approfittandosi di noi.

4) Sbrigati. Quante volte ci sarà capitato di essere in ritardo e di dover dire a nostro figlio di sbrigarsi. Purtroppo la vita frenetica questo ci impone e i bambini dovrebbero restare al di fuori di questi meccanismi infernali ma tutto ciò non è possibile. Dirgli però “sbrigati” incuterà nel piccolo un senso di ansia e lo farà sentire in colpa. Così facendo non sarà motivato ad andare più veloce. Meglio allora dirgli “dobbiamo fare in fretta”. In questo modo si sentirà parte di una squadra. Possiamo anche fare una specie di gioco e dire “vediamo chi riesce a vestirsi per primo”.

5) Se non mangi la pasta non puoi mangiare la cioccolata. In questo modo è come se volessimo dire che tutto quello che non è dolce va mangiato per forza, come un dovere. Meglio invece dire “prima finiamo di pranzare e prima mangiamo il dolce”. Così non daremo un’accezione negativa al resto del pasto.

6)  Tu sei fatto così. Affibbiare un’etichetta ad un bambino è sbagliato. Anche perché a forza di sentirsi dire qualcosa finirà per credere che sia così. Se ad esempio diciamo a nostro figlio “sei cattivo”, finirà per pensare di esserlo davvero e si comporterà di conseguenza. In questo modo si innescherà un circolo vizioso da cui poi sarà difficile venirne fuori. Meglio quindi non affibbiare aggettivi a casaccio al suo modo di essere ma quando si presenta un problema ragionare insieme sull’accaduto e trovare una soluzione.

frasi da nn dire ai figli
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7) Se non mangi, se non metti in ordine, se non ti comporti bene, ecc. non ti voglio più bene. Si tratta di un ricatto emotivo che anche se non ha un fondamento di verità per il genitore, ma è solo una minaccia, insinuerà in nostro figlio il dubbio che il legame che abbiamo con loro è qualcosa di instabile. Questo gli genererà  smarrimento e un senso vuoto. Il bambino ha infatti bisogno di essere amato incondizionatamente.

8) Non ho tempo. Dire questa frase spesso lascerà pensare a nostro figlio che non è abbastanza importante e che non siamo mai disponibili per lui. In questo modo quando sarà grande difficilmente troverà tempo per raccontarci le sue cose  e aprirsi a noi. Quando dobbiamo sbrigare le nostre faccende, come è lecito che sia, dovremo poter prenderci il nostro spazio e magari lasciarlo all’asilo, alla baby sitter o ai nonni. Quando torneremo da lui saremo sicuramente più motivati e disponibili a trascorrere del tempo insieme. Se però non abbiamo la fortuna di trovare qualcuno che possa guardare nostro figlio cerchiamo di spiegargli che la mamma è un po’ occupata ma che non appena si libererà andrà da lui e lo porterà al parco o giocherà con lui. Nel frattempo troviamogli un gioco da fare e di tanto in tanto interrompiamo quello che stiamo facendo. Anche per pochi minuti e dedichiamogli un minimo di attenzione. In questo modo si ricaricherà della nostra presenza e continuerà a giocare sereno.

 

 

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