Lutto nell’Esercito: è morto Marco Diana, aveva 50 anni

È morto a cinquant’anni l’ex maresciallo dell’Esercito Marco Diana. Protagonista e massimo esponente della lotta contro l’uso dell’uranio impoverito nelle missioni militari all’estero, aveva un tumore al sistema linfatico che lo affiggeva da oltre vent’anni.

Lutto nell'Esercito, morto Marco Diana (Getty Images)
Lutto nell’Esercito, morto Marco Diana (Getty Images)

Lutto nel mondo dell’Arma. È morto a Cagliari, ad appena cinquant’anni di età, l’ex maresciallo dell’Esercito Marco Diana, protagonista e massimo esponente della lotta contro l’uso dell’uranio impoverito nelle missioni militari all’estero. Aveva contratto un tumore al sistema linfatico, patologia con cui conviveva da più di vent’anni. Dopo l’esperienza in Somalia del ’93, con indosso la divisa del corpo scelto Granatieri di Sardegna. Partecipò anche ad altre missioni, come quella dei Balcani.

La sua lotta, però, comincia una volta rientrato in Italia. Quando solleva all’opinione pubblica un problema poco conosciuto negli anni Novanta: le malattie da missione, aspetto questo molto diverso dagli infortuni e i rischi “da battaglia”. Diana si è sempre battuto per far emergere i casi sommersi, per portare all’evidenza fatti celati da situazioni compromettenti; l’uomo ha sempre lamentato, però, una sorta di “abbandono” da parte dello Stato sulla questione.

L’Esercito piange Marco Diana, si è battuto per il riconoscimento delle “malattie da missione”

Morto l'ex maresciallo dell'Esercito Marco Diana (Getty Images)
Morto l’ex maresciallo dell’Esercito Marco Diana (Getty Images)

La sua tenacia, però, ha contribuito parzialmente ad abbattere il muro dell’omertà su questo argomento complesso e delicato: le campagne di Diana, dalle battaglie legali alle proteste, dai cartelloni agli appelli, sono servite a dare coraggio a migliaia di suoi colleghi attanagliati dagli stessi problemi di salute. Non è una lotta personale – diceva – ma è quella di tutti i servitori dello Stato che si sono ammalati mentre compivano il proprio dovere”.

La battaglia, etica, morale, giudiziaria e civile di Marco Diana andò avanti fino ad ottenere nel 2005 una pensione da “invalido militare”: negli incartamenti, però, nessun accenno all’uranio impoverito bollato sotto la specifica di “altre sostanze cancerogene”. Nei racconti dettagliati dell’ex maresciallo emerge, invece, la disparità di trattamento – a livello di prevenzione e protezione – dei militari italiani con quelle degli americani. In particolare nel contesto di Mogadiscio, durante l’operazione “Restore Hope”.

Marco Diana, il suo esempio, la sua determinazione oltre la divisa

Il riconoscimento dell’indennizzo e della pensione non ha fermato il proposito di Marco Diana: la malattia andava accertata e riconosciuta come totalmente invalidante, auspicio portato avanti anche dopo i ritardi nei pagamenti che si sono susseguiti nel tempo che l’hanno addirittura costretto a vendere la casa, la vigna di cui disponeva e i terreni che aveva curato.

Nel 2016, a tal proposito, riguardo a un mancato rimborso non concesso dalla Difesa, aveva pubblicato un video dal titolo “Io sono vivo” divenuto virale su YouTube. A causa dei toni accesi dell’estratto (successivamente rimosso), venne accusato di vilipendio delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate. Registrata, inoltre, l’accusa di tentata truffa in concorso per non aver preso parte ad una visita medica.

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