Omicidio Vannini, le dichiarazioni di Ciontoli: “Chiedo perdono”

Antonio Ciontoli crolla davanti ai giudici: le sue dichiarazioni sulla morte di Marco Vannini arrivano a cinque anni dall’omicidio che sconvolse l’Italia.

Marco Vannini omicidio
Marco Vannini (Instagram)nini

Antonio Ciontoli ha ammesso completamente le proprie colpe nel corso dell’udienza per Processo d’Appello bis per l’omicidio di Marco Vannini, avvenuto nella notte tra il 17 e il 18 Maggio 2015.

L’omicidio avvenne a Ladispoli, nella casa della famiglia Ciontoli, che era riunita a cena. Marco, fidanzato della figlia di Ciontoli, aveva 20 anni e sognava di fare il pilota aeronautico.

Mentre si trovava nel bagno della casa, Antonio Ciontoli gli mostrò due pistole, almeno una delle quali era carica. Partì accidentalmente un colpo che perforò il polmone di Marco e arrivò a cuore.

Antonio Ciontoli attese 20 minuti prima di chiamare il 118 e, anche quando si ritrovò a parlare direttamente con l’operatore, minimizzò l’accaduto, affermando che Marco si era fatto male “cadendo su un pettine” mentre si trovava nella vasca da bagno.

Marco venne portato in ospedale ma non ci fu modo di salvargli la vita.

Dopo anni e anni di bugie, sostenute non solo da Antonio Ciontoli ma anche dal resto della sua famiglia, finalmente l’uomo ha ammesso chiaramente tutte le proprie colpe.

Le dichiarazioni di Antonio Ciontoli e l’epilogo dell’omicidio Vannini

Udienza processo vannini
Udienza per il processo Vannini (Instagram)

Antonio Ciontoli era un sottufficiale dell’Aeronautica ed era distaccato ai servizi segreti italiani. Un dettaglio che non è possibile ignorare quando si leggono le accuse che lo scorso 7 Febbraio sono state emesse a suo carico: “La morte di Marco Vannini sopraggiunse dopo il colpo di pistola ascrivibile soltanto ad Antonio Ciontoli, che rimase inerte ostacolando i soccorsi”.

Dopo aver costruito castelli di bugie che hanno continuato per anni ad ostacolare la scoperta della verità, Antonio Ciontoli davanti ai giudici ha dichiarato: “Chiedo perdono per quello che ho commesso e anche per quello che non ho commesso. So di non essere la vittima ma solo il responsabile di questa tragedia” ha affermato davanti ai giudici nelle scorse ore.

“Sulla mia pelle sento quanto possa essere insopportabile, perché innaturale, dover vedere la morte di un ragazzo di vent’anni, bello come il sole e buono come il pane” ha continuato. “Quando si spegnerà la luce su questa vicenda rimarrà soltanto il dolore lacerante a cui ho condannato chi ha amato Marco”.

Lo scorso 16 Settembre l’accusa aveva chiesto la condanna di Antonio Ciontoli a quattordici anni di reclusione per omicidio volontario. 

Nove anni erano stati chiesti invece per gli altri componenti della famiglia Ciontoli: la moglie di Ciontoli, la figlia nonché fidanzata di Marco e l’altro figlio. Tutti i membri della famiglia sarebbero responsabili di concorso anomalo in omicidio per non aver prestato alcun tipo di soccorso utile a Marco mentre le sue condizioni peggioravano e di aver continuato a depistare le indagini fin dal momento del loro inizio.

Bisogna specificare che i legali della famiglia Vannini hanno sottolineato che, in realtà, il figlio di Antonio Ciontoli, Federico, giudica oggi inconcepibile il comportamento del padre, che ha tentato di nascondere in ogni modo lo sparo che portò marco a una rapida e inevitabile morte.

 

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La vicenda toccò profondamente l’opinione pubblica e poco dopo la morte del giovane venne eretta una targa in suo nome per ricordare il luogo e la data della morte, con la promessa dei genitori di ottenere giustizia.

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