La scuola italiana è troppo poco digitale: dichiarazioni dell’Ocse

Con la pandemia sono emersi molteplici dinamiche e problematiche inerenti alla scuola. Uno di essi è il problema della digitalizzazione della scuola italiana.

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Il ritorno a scuola per questo nuovo anno scolastico ha suscitato molteplici perplessità circa l’efficienza delle scuole stesse.

Genitori, alunni ed insegnanti sono rimasti col fiato sospeso in dubbio se la scuola potesse essere riaperta o meno alle condizioni più sicure.

Il giorno 14 settembre i nostri piccoli sono tornati fra i banchi di scuola e stanno continuando il loro percorso scolastico con condizioni ben precise sul rientro a scuola e sulle modalità di erogazione della didattica.

C’è però da dire che tutti noi continuiamo ad interrogarci sulla effettiva capacità digitale che hanno le scuole.
Durante il lockdown il problema della digitalizzazione delle scuole è emerso con grande rilevanza.
Infatti a tal proposito un report dell’ ocse ci ha mostrato la verità.

La scuola italiana non è digitalizzata: il report ocse

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A proposito dell’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) dobbiamo ricordarci di un primo report in cui fu segnalato che l‘Italia investiva troppo poco nella scuola risalente al 2015.

Qualche anno dopo non sembra essere cambiato molto, infatti la scuola italian risulta troppo poco sviluppata dal punto di vista digitale.

Nel report Ocse la scuola digitale risulta essere molto difficile per gli studenti italiani, soprattutto per i ragazzi più svantaggiati. Questo è il quadro che si evince dall’Ocse nel rapporto “Politiche efficaci, scuole di successo” che descrive il modo con cui il sistema scolastico ha affrontato lo shock della pandemia.

I dati che vengono riportati di seguito fanno riferimento alla situazione prima del coronavirus, ma ci permettono di capire ciò che è accaduto con il coronavirus.

Dal report si evince che nel 2018 i presidi delle scuole della Penisola hanno riferito che in seconda superiore c’era 1 computer disponibile ogni 2 studenti.

Questo dato risulterebbe essere uguale a quello raccolto in Perù, Moldavia, Polonia, Croazia e Bielorussia che consisterebbe in circa mezzo computer a studente.

In pratica siamo al di sotto della media Ocse di 0,8 computer per ogni studente, mentre al di sopra della media troviamo il Lussemburgo con 1,6 computer per studente, davanti agli 1,5 di Gran Bretagna, che oggi affronta un secondo lockdown, e Stati Uniti e agli 1,3 dell’Austria.

In Italia la percentuale di pc portatili disponibili era del 28% al 2018, con un aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2015, contro la media Ocse del 40%.

Un dato ulteriormente allarmante è che solo il 60% degli studenti si trovava in scuole in cui il dirigente scolastico ha dichiarato che la larghezza di banda o la velocità di internet era sufficiente. 

Si sono verificati forti disparità tra scuole avvantaggiate e svantaggiate e solo il 46% circa degli studenti si trovava in scuole in cui era disponibile una piattaforma efficace per supportare l’apprendimento online.

Sempre nel report Ocse si evince che secondo i dirigenti solo la metà degli insegnanti aveva le abilità pedagogiche e tecniche per integrare gli strumenti tecnologici nell’istruzione, contro la media Ocse del 64%.

Inoltre il 75% dei dirigenti scolastici afferma che ci sono risorse disponibili professionali efficaci per permettere agli insegnanti di imparare a utilizzare i dispositivi digitali. Questo tipo di percentuale è maggiore rispetto alla media Ocse. A tal proposito è però negativo il dato secondo cui solo il 44% dei presidi indica che le scuole hanno uno staff di assistenti tecnici sufficienti. 

Dati del genere non sono stati per nulla confortanti.

Purtroppo mostrano quanto poi durante la pandemia le risorse da poter utilizzare sono state poche e pochissimi professionisti dell’istruzione erano preparati ad affrontare l’impatto digitale richiesto a causa della pandemia.

A partire dagli asili fino ad arrivare alle università, tutti i gradi di istruzione della scuola italiana hanno risentito della pandemia a causa della richiesta digitale.

Secondo i dati ocse siamo troppo poco digitalizzati.

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Sarà forse il momento di iniziare una nuova stagione di modernizzazione e digitalizzazione delle nostre strutture scolastiche? 

 

 

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