Omicidio Lecce, la confessione: “Li ho uccisi io, erano troppo felici”

Il killer di Lecce ha fatto la sua confessione: emergono nuovi, inquietanti dettagli sulle dinamiche dell’omicidio dei due fidanzati Daniele ed Eleonora.

Il killer dei due fidanzati di Lecce era il loro coinquilino. A soli 21 anni e con in corso gli studi per diventare infermiere, il ragazzo è stato arrestato dalle forze dell’ordine mentre stava prestando servizio in ospedale e infine ha confessato nel corso della notte.

I dettagli che sono stati resi noti dalle forze dell’ordine mettono certamente l’omicidio di Lecce tra i delitti più efferati della storia italiana. A rendere la vicenda ancora più macabra è che secondo le forze dell’ordine non si può prendere in considerazione il movente passionale. Ogni dettaglio delle operazioni è stato pianificato dall’assassino con enorme precisione e con un’accuratissima preparazione di ogni movimento.

A tradire il giovane alcuni indizi che sono caduti dalle sue tasche e sono rimasti sulla scena del crimine e una fondamentale perizia calligrafica che ha portato a identificarlo senza ombra di dubbio come l’assassino dei due fidanzati.

Le sconvolgenti motivazioni dell’Omicidio di Lecce nella confessione del killer

omicidio di Lecce
auto della polizia (fonte: Pexels)

Si chiama Giovanni Antonio De Marco e ha 21 anni il killer di Daniele De Santis ed Eleonora Manta. Le motivazioni dell’omicidio confessate nel corso del serrato interrogatorio portato avanti dalle forze dell’ordine sono ancora “poco chiare” per gli inquirenti.

“Ho fatto una cavolata” avrebbe dichiarato De Marco durante l’interrogatorio. “So di aver sbagliato, li ho ucciso perché erano troppo felici e per questo mi è montata troppa rabbia che alla fine è esplosa”.

Se inizialmente la violenza con cui l’omicidio era stato commesso avrebbe potuto far pensare al delitto passionale, mano a mano che le indagini proseguivano gli inquirenti si sono resi conto che non c’era assolutamente nulla di passionale nelle azioni di De Marco, il quale ha progettato nei dettagli e ha eseguito un piano perfetto.

Il giovane si è armato di un coltello di 15 centimetri e ha indossato abiti di diverse taglie più grandi per non farsi riconoscere e depistare le indagini.

Il giovane aveva studiato attentamente il percorso migliore per evitare le telecamere di sorveglianza e si è mosso all’interno della casa dei due giovani, e nella quale aveva abitato anche lui, con estrema precisione. A testimonianza dell’attenzione e della morbosità con cui il killer aveva preparato il piano sono arrivati anche gli appunti scritti su fogli di carta che sono caduti dalle sue tasche e che sono state ritrovati dagli inquirenti.

Comparando la scrittura presente su quei fogli e la firma di De Marco sul contratto d’affitto che aveva sottoscritto mesi prima, gli inquirenti hanno potuto risalire alla sua identità.

Inizialmente si pensava che fossero state le vittime a far entrare l’assassino, dal momento che i tre si conoscevano e per un certo periodo erano stati coinquilini. Dalle indagini è emerso invece che De Marco sia entrato in casa utilizzando una copia delle chiavi. Il primo ad essere stato colpito è stato Davide De Santis che si trovava in cucina con Eleonora, intenta a scattare la fotografia della pizza che stavano per mangiare e inviarla alla madre di Davide.

“L’azione è stata realizzata con spietatezza e totale assenza di ogni sentimento di pietà vero il prossimo. Nonostante le ripetute invocazioni a fermarsi urlate dalle vittime l’indagato proseguiva nell’azione meticolosamente programmata” hanno dovuto puntualizzare le forze dell’ordine nel provvedimento a carico di De Marco.

Infine, i dettagli più macabri: “L’inlizione di un notevole numero di colpi inferti anche in parti non vitali, come il volto di De Santis, e quindi non necessari per la consumazione del reato, appare sintomatica di un’indole particolarmente violenta, insensibile a ogni richiamo umanitario”.

La ricostruzione delle forze dell’ordine è stata confermata anche dalla testimonianza di due vicini di casa che hanno dato l’allarme la sera del delitto e che hanno sentito le urla di Eleonora e hanno visto Davide trascinarsi lungo le scale del palazzo dopo essere stato ferito.

Identikit di un assassino

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(Fonte: Facebook)

Antonio De Marco era conosciuto come un ragazzo timido e introverso, con pochi amici. Per un certo periodo aveva trovato una sistemazione provvisoria nella casa di Daniele De Santis, che gli aveva dato in affitto una stanza.

In quella stessa casa si ritrovavano di tanto in tanto lo stesso Daniele e la fidanzata Eleonora. Al principio di Agosto Daniele aveva chiesto ad Antonio di lasciare l’appartamento. Da quel momento in poi il giovane aveva cominciato a covare la rabbia che poi lo avrebbe portato a studiare il piano dell’omicidio nei minimi dettagli, come un serial killer di grande abilità.

Il giovanissimo studente di infermieristica ha mantenuto la sua freddezza anche nelle ore e nei giorni successivi all’uccisione: dopo essersi allontanato tranquillamente dalla casa in cui aveva ucciso Daniele ed Eleonora ha partecipato ai loro funerali e nei giorni successivi ha partecipato a una festa di compleanno durante la quale è stato fotografato assieme agli amici.

Le forze dell’ordine riferiscono che, anche al momento dell’arresto Antonio De Marco non ha opposto alcuna resistenza, rimanendo assolutamente freddo e controllato, addirittura sorridente. “Da quanto tempo mi stavate seguendo?” è stata l’unica domanda che ha rivolto agli agenti che lo stavano mettendo in manette.

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