Fratelli Bianchi: trasferiti nel Braccio degli Infami di Rebibbia

Sapevano perfettamente di essere in una situazione delicata i Fratelli Bianchi al momento di entrare a Rebibbia: la conferma.

fratelli bianchi rebibbia
Marco e Gabriele Bianchi (Instagram)

Le carceri italiane, esattamente come quelle di ogni altro Paese, sono un mondo a sé all’interno del quale vigono regole non scritte a cui nessuno, una volta dietro le sbarre, è in grado di sottrarsi.

Lo sapevano perfettamente Marco e Gabriele Bianchi nel momento in cui hanno chiesto di godere dello stato di protezione garantito dalla legge per tutti quei detenuti che rischiano la propria incolumità a causa dell’ostilità degli altri ospiti del carcere.

Proprio per evitare che i due giovani, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, potessero subire violenze all’interno della struttura penitenziaria romana, le autorità hanno preso provvedimenti importanti.

I Fratelli Bianchi protetti all’interno del Braccio degli Infami

fratelli Bianchi
Marco e Gabriele Bianchi (Instagram)

Si potrebbe pensare che tutti i detenuti sono uguali, dal momento che tutti hanno violato la legge anche se per motivi differenti, di differente gravità. La verità invece è che anche all’interno delle strutture carcerarie si stabiliscono ruoli e “classi”.

La più bassa è quella a cui appartengono i Fratelli Bianchi, che si sono macchiati di un crimine senza onore. Uccidere a mani nude un ragazzo di ventun’anni in netta inferiorità fisica e numerica non è considerato accettabile nemmeno dagli ospiti del carcere di Rebibbia, che hanno dato un nome specifico al settore del carcere all’interno del quale vengono protetti i detenuti in pericolo: Braccio degli Infami, il cui nome ufficiale è Braccio G9.

I detenuti che scontano la propria pena all’interno del Braccio G9 sono per lo più agenti delle forze dell’ordine che hanno abusato del proprio ruolo, stupratori e in genere condannati per reali sessuali e altre tipologie di individui che non godono del rispetto degli altri detenuti.

Gli ospiti del braccio G9 trascorrono la propria ora d’aria in un momento differente rispetto agli altri detenuti, per evitare che i due gruppi possano entrare in contatto e si possano generare scontri.

Come se non bastasse, Gabriele e Marco Bianchi sono sotto stretta osservazione da parte di un team di medici e di psichiatri che sta monitorando la loro salute fisica e mentale.

Per quanto riguarda le condizioni fisiche, i due ragazzi sono stati arrestati in un periodo in cui i casi accertati di Coronavirus stavano tornando ad aumentare in maniera incontrollata, quindi sarà necessario tenerli sotto controllo medico per evitare che scoppi un focolaio di infezione all’interno del carcere di Rebibbia.

livello psicologico invece i Fratelli Bianchi vengono seguiti dagli specialisti come qualsiasi altro nuovo detenuto, dal momento che l’adattamento alla vita in carcere non è semplice per nessuno. Per i due fratelli della provincia laziale, però, l’adattamento è stato più traumatico del normale: abituati a uno stile di vita assolutamente (e illegalmente) al di sopra della media, i due avevano dimostrato di avere delle priorità particolari nel momento in cui si sono informati se, durante al loro permanenza in carcere, avrebbero potuto consumare acqua minerale o soltanto acqua di rubinetto.

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