Poste Italiane: bufera sulle raccomandate e multa da 5 milioni

Cosa è accaduto al gruppo Poste Italiane? Perché una multa da 5 milioni? Vediamo assieme cosa sta accadendo nella bufera di Poste Italiane.

Poste from pixabay

Dopo aver parlato dei tentativi di truffa tramite postepay, è notizia di poche ore fa una multa da 5 milioni di euro al gruppo Poste Italiane, sotto accusa per condotte ingannevoli nella gestione dei servizi erogati.

L’Antitrust ha disposto la sanzione massima consentita dalla legge. Bisogna considerare che in rapporto al fatturato la cifra risulta essere irrisoria (il fatturato del gruppo Poste Italiane è nel 2019 pari a 3,492 miliardi di euro).

Al riguardo, non è stata ancora recepita all’interno dell’ordinamento italiano la Direttiva Europea 2019/2161 che fissa il massimo sanzionabile irrogabile al 4% del fatturato annuo.

In una nota diffusa dall’Autorità preposta alla gestione della concorrenza dei mercati economici si fa riferimento all’aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo.

Come mai è accaduto tutto ciò?

Cosa ha spinto l’Autorità preposta alla gestione della concorrenza dei mercati economica a disporre una multa di portata massima consentita nei confronti di Poste Italiane?

Una violazione del Codice del Consumo

Persone in attesa del proprio turno from pixabay

Dopo  il lutto in azienda per la perdita di due dipendenti, adesso Poste Italiane si trova a dove fronteggiare una bufera da 5 milioni di multa.

Le irregolarità denunciate dall’Antitrust si sarebbero concretizzate in una consistente fuorviante promozione di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di ritiro digitale delle raccomandate.

Tutto ciò sarebbe risultato ingannevole agli occhi dell’Antitrust che avrebbe quindi poi disposto la multa.

Per il Garante il comportamento di Poste provoca danni non solo ai consumatori, ma anche alla giustizia del paese intero.

In particolare, l’Autorità ha accertato che le modalità di recapito delle raccomandate spesse volte non era eseguito come satiblito e nemmeno con le tempistica prestabilite.

L’Antitrust ha inoltre denunciato quanto i messaggi pubblicitari descrivessero quindi una modalità diversa rispetto a quella reale prescritta dalla legge.

Poste Italiane è nella bufera anche per i molti reclami provenienti da consumatori insoddisfatti oltre che per tentativi di truffa di cui l’ente ed i consumatori sono stati vittime.

Essi accusano l’ente di usare il deposito dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario.

Sono state quindi numerosissime le segnalazioni per il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando avevano la certezza di essere stati presenti nella propria abitazione.

Secondo l’autorità preposta alla gestione della concorrenza dei mercati economici, come conseguenza dei comportamenti sopracitati, ne è scaturito un inaccettabile dispendio economico.

Perdite economiche a carico dei consumatori costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate.

Il garante ha mosso una ulteriore accusa verso Poste Italiane accertando la sussistenza di omissioni informative.

Esse si sono verificate nei messaggi pubblicitari per la promozione del servizio di ritiro digitale delle raccomandate.

In esse, infatti, non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente.

Duro l’attacco dell’autorità anche per quanto riguardo il rapporto fra quanto accaduto e la giustizia.

Per l’ente ci sono stati gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate fruizioni di notifiche dei processi, soprattutto quelli penali.

Per l’Antitrust ciò ha portato ad una conseguente prescrizione di numerosi reati.

Persone in fila per pagare le bollette from pixabay

Data l’estrema gravità e frequenza delle irregolarità accertate dall’Antitrust ed i notevolissimi danni arrecati ai consumatori ed al sistema giustizia, la sanzione è stata irrogata nella misura massima.

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