“Petra”, una serie lontana dai cliché: Paola Cortellesi arriva su Sky

“Petra”, la nuova serie targata Sky con Paola Cortellesi e Andrea Pennacchi, diretta da Maria Sole Tognazzi, apre le porte ad una nuova concezione di giallo. Forse ancora troppo acerbo per i tempi che corrono.

Maria Sole Tognazzi dirige Paola Cortellesi in Petra (Getty Images)
Maria Sole Tognazzi dirige Paola Cortellesi in “Petra” (Getty Images)

Sky ha provato nuovamente ad andare controcorrente, o forse a dettare la linea, come aveva già fatto in passato, azzardando qualcosa di nuovo che servisse – nella serialità – per aprire le porte a un diverso filone da cavalcare: quando altrove veniva ripescato l’universo familiare e confortevole della fiction, Sky smontava sapientemente questa comfort zone spalancando le porte al mondo criminale prima con il “Romanzo” per antonomasia – tratto dalla penna di De Cataldo – e poi con “Gomorra” frutto dell’estro di Roberto Saviano.

Stavolta, dalle parti di Rogoredo, hanno voluto cambiare le carte in tavola visto che il filone della delinquenza sociale è stato ampiamente cavalcato. L’ultimo azzardo si chiama “Petra”, la nuova serie tv andata in onda ieri sui canali Atlantic della celebre emittente televisiva: Paola Cortellesi alle prese con il giallo, già questo basterebbe per alimentare la curiosità di molti. Infatti, il debutto in prima serata è stato premiato dallo share.

“Petra”, Paola Cortellesi approda su Sky con un giallo dai riflessi black

Paola Cortellesi, esordio nel giallo seriale con Petra (Getty Images)
Paola Cortellesi, esordio nel giallo seriale con “Petra” (Getty Images)

Il risultato, però, non è proprio edificante. Perlomeno sotto certi aspetti: buona l’intenzione di veicolare la parità di genere, creando il personaggio di una donna scaltra, inquadrata e determinata sul lavoro – un misto fra Rocco Schiavone e Imma Tataranni, per intenderci – come artificio in favore della parità di genere, ma risulta tutto troppo freddo ed eccessivamente articolato. Vale per i casi proposti, talvolta interessanti ma eccessivamente dispersivi e a tratti confusionari, e per la natura della protagonista.

Uno stereotipo di persona fredda, distaccata e volutamente cinica che non riesce a coltivare alcun tipo di relazione a lungo termine: nessuno (o quasi) vorrebbe rivedere la classica donna innamorata forzatamente, che cura le piante e risolve i casi con uno schiocco di dita. Nemmeno si può pretendere, tuttavia, di essere al cospetto di una poliedrica Paola Cortellesi e farsi bastare (per un’ora e mezza ad episodio) le stesse espressioni tirate e senza colore. Va bene il cinismo, la disillusione, ma c’è un limite: più che Petra è parsa tetra, con tutte le implicazioni del caso.

Maria Sole Tognazzi spariglia le carte della serialità con una spiccata dose di cinismo

Buona, invece, la complicità con la spalla Andrea Pennacchi (il Poiana di Propaganda Live): l’intesa c’è, i siparietti sembrano realistici ed è innovativa anche l’idea di provare a far trapelare una specie di amicizia fra i due che non senta necessariamente la necessità di strizzare l’occhio all’amore.

Insomma “Petra”, che prende spunto dalla penna della scrittrice spagnola Alicia Jimenez Barlett arrivata al successo con i suoi rinomati romanzi, di Maria Sole Tognazzi coltiva molte ambizioni e parte forse con premesse piuttosto alte. Sembra quasi che si voglia mettere troppa carne al fuoco, per poi non riuscire a far emergere nulla di specifico. Vedremo come si articoleranno i prossimi episodi. Nel frattempo, la partenza resta accettabile ma ancora lontano da quell’eccezionalità a cui Sky – solitamente – vuole tendere.

SULLO STESSO ARGOMENTO: Palinsesti Sky | Programmi, cinema e serie tv: i titoli per il 2021

Impostazioni privacy