Le priorità dei Fratelli Bianchi: “Dovremo bere acqua di rubinetto?”

L’acqua minerale è una delle principali preoccupazioni dei Fratelli Bianchi, accusati di aver ucciso Willy Monteiro Duarte.

fratelli Bianchi
Marco e Gabriele Bianchi (Instagram)

Marco e Gabriele Bianchi hanno cominciato a fare i conti con le condizioni della vita dietro le sbarre.

I due hanno vissuto un primo periodo di prigionia in isolamento, a causa delle necessarie precauzioni per evitare un eventuale contagio da Coronavirus degli altri detenuti presenti all’interno della struttura penitenziaria di Rebibbia.

I fratelli Bianchi stanno scontando la pena con Mario Pincarelli, mentre il quarto uomo coinvolto nella rissa è stato messo agli arresti domiciliari poiché non avrebbe preso direttamente parte al pestaggio mortale nei confronti di Willy.

Gabriele e Marco Bianchi hanno cominciato a fare domande in merito alla propria condizione di detenuti e, secondo le indiscrezioni, una delle domande che hanno posto durante il loro trasferimento nel carcere di Rebibbia, avvenuto domenica sera, ha sconvolto l’opinione pubblica.

I Fratelli Bianchi e il terrore di bere acqua di rubinetto

Marco e Gabriele Bianchi
Marco e Gabriele Bianchi (Instagram)

“Saremo costretti a bere acqua di rubinetto?” hanno chiesto i Fratelli Bianchi entrando a Rebibbia, dove sconteranno la propria pena dopo il necessario periodo di isolamento. Lo ha riferito Il Messaggero, sottolineando che una delle principali preoccupazioni dei due ragazzi colpevoli dell’aggressione a Willy Monteiro Duarte, anche nel periodo di isolamento, è stata la cura dell’aspetto fisico.

A quanto pare, la sola idea di non poter bere acqua minerale, evidentemente considerata strettamente necessaria nella loro alimentazione, ha messo i due fratelli Bianchi a dura prova.

Nonostante queste preoccupazioni piuttosto futili, in realtà, i due ragazzi di 26 e 24 anni sembrano perfettamente consapevoli che i rischi che correranno a Rebibbia sono molto più significativi di quelli relativi alla mancanza di acqua minerale.

I due, insieme a Mario Pincarelli, hanno infatti chiesto ufficialmente di godere di mure di protezione all’interno del penitenziario, al fine di non entrare in contatto con gli altri detenuti.

Francesco Belleggia invece rimarrà ai domiciliari, anche grazie alla sua decisione di collaborare con la giustizia: il giovane ha rivelato particolari sconcertanti sulle azioni dei fratelli Bianchi.

Il timore principale è che gli altri ospiti di Rebibbia, considerando inaccettabile il reato di Marco e Gabriele, potrebbero decidere di sostituirsi alla giustizia e perseguitarli per tutto il periodo di detenzione.

I timori dei fratelli Bianchi e di Belleggia non sono affatto infondati: nei giorni appena successivi alla morte di Willy, infatti, i social di tutti i componenti della “banda” sono stati presi di mira con attacchi violentissimi e minacce di morte, che non hanno risparmiato nemmeno la madre dei Bianchi e la fidanzata di uno di loro. Come se non bastasse, le minacce alla famiglia Bianchi non sono arrivate solo via social ma anche attraverso telefonate dirette.

A seguito degli accertamenti degli inquirenti, mentre i tre si trovavano in stato di fermo, i fratelli Bianchi e Mario Pincarelli sono accusati di omicidio volontario per futili motivi e probabilmente con l’aggravante di violenza per motivi razziali. Per l’omicidio volontario la legge italiana prevede pene fino all’ergastolo.

Ad aggravare ulteriormente la situazione, il fatto che due delle persone coinvolte nella rissa che ha portato alla morte di Willy avevano la fedina penale pulita: Marco Bianchi era stato segnalato per ben cinque volte per lesioni personali, mentre Gabriele Bianchi era già stato segnalato tre volte alle autorità per lesioni personali e porto d’armi.

Le indagini sulla vita e sulla condotta dei giovani Bianchi e dei loro amici ha anche portato le forze dell’ordine a dedicare particolare attenzione alle entrate economiche su cui fa attualmente affidamento la famiglia Bianchi per condurre uno stile di vita estremamente dispendioso anche se, almeno per lo Stato, gli unici introiti di Marco e Gabriele Bianchi dovevano essere quelli derivanti dall’attività di un banco di ortofrutta di cui i fratelli sono intestatari.

Ruggero Bianchi, padre dei due giovani, in quanto disoccupato percepisce attualmente il reddito di cittadinanza, mentre la madre dei ragazzi è casalinga.

Non c’è nulla nella storia professionale e familiare della famiglia Bianchi che possa spiegare – almeno legalmente – come facessero Marco e Gabriele a ostentare uno stile di vita molto al di sopra di quello della loro classe sociale. Gli inquirenti sono al lavoro anche su questo.

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