Coronavirus: possibile sovrastima dei casi

Covid-19: secondo alcuni scienziati britannici potrebbe esserci una sovrastima dei soggetti risultati positivi.

covid-19 sovrastima dei casi
Coronavirus Covid-19 background – 3d rendering – Fonte: Adobe Stock

Negli ultimi tempi, il numero di persone risultate positive al Covid-19 sembra essere aumentato. A detta di alcuni scienziati, però, la causa potrebbe essere la sensibilità troppo elevata dei test.

La conferma arriverebbe da uno studio realizzato appositamente da un gruppo di ricercatori britannici che avrebbero rivelato come i test siano effettivamente troppo sensibili, captando anche tracce di virus ormai morto da diverso tempo.

Covid-19: test troppo sensibili. A dirlo è uno studio condotto dall’Università di Oxford

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scienziato in laboratorio – Fonte: Adobe Stock

Come diffuso dalla Bbc online e riportato anche da andkronos, il Center for Evidence Based Medicine di Oxford avrebbe analizzato più di 25 studi sul Covid-19, decretando che molti dei casi positivi lo sono per via di un’eccessiva sensibilità dei test.

Lo studio, condotto dal direttore Carl Heneghan ha rivelato come alcuni frammenti del virus siano presenti nell’organismo anche dopo diverse settimane dal contagio, rendendo di fatto positive persone che non lo sono più o che, per meglio dire, non costituiscono più un pericolo. In molti casi, infatti, persone risultate positive sono state contagiate ben 70 giorni prima.

Sempre il professor Henegan ha dichiarato che dopo che si è contratto il virus (è stato scoperto da poco un nuovo sintomo legato al Covid), di norma, ed in mancanza di sintomi, il rischio di contagiare gli altri svanisce già dopo 8 giorni.
Motivo per cui tante delle persone risultate positive e in realtà contagiate molto tempo prima, non rappresentano nessun pericolo. Ciò nonostante, rientrano però nella così detta sovrastima di casi.

Secondo Henegan quindi, i test andrebbero rivisti e migliorati. In questo modo si potrebbe contare su dati più realistici. Dati in grado di far sapere con una certa sicurezza se i casi positivi reali sono in aumento o in diminuzione. Un risultato che sarebbe possibile ottenere abbassando la sensibilità dei test. Cosa che aiuterebbe a capire qual è il range entro il quale si è ancora contagiosi.

Ricordiamo che il Coronavirus ha sintomi molto simili all’influenza e che per questo motivo è bene, tra le altre cose, imparare a distinguere i sintomi del Covid-19 da quelli dell’influenza.

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Covid – Fonte: Adobe Stock

Al momento, però, nonostante l’autorità dell’Università di Oxford, non tutti sembrano concordare con quanto affermato. A detta di altri scienziati, test meno sensibili potrebbero infatti non essere in grado di rilevare alcuni casi positivi. Motivo per cui l’idea di cambiare strategia

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