Verona, Citrobacter nel lavandino dell’ospedale uccide 4 neonati-VIDEO

Nel rubinetto del lavandino della Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento è stato ritrovato il Citrobacter.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, alcuni bambini hanno contratto il Citrobacter nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale della Donna e del Bambino di Verona.

Domenico Mantoan, il direttore generale della Sanità del Veneto, per far chiarezza sulla morte di alcuni neonati durante il ricovero nella terapia intensiva neonatale ha delegato il professor Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Padova.

Il professor Baldo ha fatto luce sulla vicenda dopo la morte di 4 neonati, Leonardo a fine 2018, Nina nel novembre 2019, Tommaso a marzo di quest’anno e Alice il 16 agosto scorso, ma colpendo in tutto 96 bambini appena nati.

Ma cosa è il Citrobacter?

Citrobacter: che cosa è accaduto in ospedale

Verona batterio
Batterio Killer Fonte: Istock Photo

Il batterio Citrobacter è un genere di batteri Gram-negativi coliformi, anaerobi facoltativi, appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae.

A questa famiglia appartengono anche gli Escherichia, Salmonella e Shigella, che sono pi conosciuti.

Il citrobacter è rinvenuto attraverso analisi e controlli rigorosi, era annidato al lavandino utilizzato dal personale della Terapia intensiva neonatale. Questo batterio killer ha causato la morte prematura di quattro bambini in solo 2 anni.Non solo e  ha colpito in totale 96 piccoli pazienti.

Il batterio killer Citrobacter è molto pericoloso, perchè attacca il cervello determinando gravissimi danni fino a causare la morte stessa del bambino.

E’ un batterio che è arrivato dall’esterno, dovuto al mancato o parziale rispetto delle norme di igiene da parte del personale nei reparti ad alto rischio. Anche il mancato lavaggio delle mani, il cambio dei guanti, utilizzo di coperture per scarpe, calzari possono aver determinato l’ingresso del batterio.

Il rubinetto del lavandino era usato dal personale della Terapia intensiva neonatale per prendere l’acqua da dare ai bambini insieme al latte. Queste informazioni dettagliate sono emerse dalla relazione consegnata in Regione dal professor Vincenzo Baldo.

Il reparto di Ostetricia, il Punto nascite e la Terapia intensiva neonatale e Terapia intensiva pediatrica, hanno riaperto oggi.

Sono stati chiusi il 12 giugno dal direttore generale dell’Aou veronese, Francesco Cobello, infatti durante questo periodo sono stati sanificati gli ambienti.

Le indagini da parte della Procura proseguono, perchè si devono trovare i responsabili, ma fino ad ora non ci sarebbero nomi scritti nel registro degli indagati.

 

(Fonte:Corriere della Sera)

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