Cosa fare in caso di avvelenamento nei bambini: primo soccorso

Cosa fare e cosa non fare in caso di avvelenamento nei bambini. Ecco le regole di primo soccorso e come dobbiamo comportarci se capita.  

avvelenamento bambini cosa fare
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Gli avvelenamenti nei bambini sono fenomeni piuttosto frequenti. Secondo i dati Simeup (Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica) aggiornati al 2018 in Italia si stimano circa 60mila casi di avvelenamento l’anno, di cui circa il 40% riguardano i bambini.

Se pensiamo sono numeri enormi, considerando che i bambini dovrebbero svolgere attività semplici quali dormire, mangiare e giocare.

Capita però molto spesso che siano proprio i più piccoli ad essere vittime privilegiate degli avvelenamenti perché la loro natura curiosa li porta, per forza di cose, a scoprire, toccare e conoscere non solo con le mani ma anche con la bocca.

Ecco come comportarsi in caso di avvelenamento nei bambini

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I bambini per loro natura sono curiosi e portati ad esplorare il mondo che li circonda. Dall’anno in poi, ma a volte anche prima, i piccoli riescono anche a camminare da soli e spostarsi in autonomia in tutta casa.

Ecco perché diventa fondamentale, quando si ha un bambino piccolo, mettere la casa in sicurezza. Non solo per ciò che concerne gli avvelenamenti, ma anche per tutta una serie di altri pericoli in cui possono incorrere.

La prima regola per evitare gli avvelenamenti è quella di mettere la casa in sicurezza evitando di lasciare alla portata dei bambini oggetti e prodotti pericolosi.

A questo proposito vi avevamo parlato delle intossicazioni nei bambini e come prevenirle. In questo caso invece vi spieghiamo cosa fare nel caso in cui avvenga.

Secondo l’Ospedale Bambino Gesù “per avvelenamento si intende il danno provocato da una sostanza nociva introdotta nel nostro organismo e in base alla via di penetrazione possiamo distinguere tra:

• Ingestione: per introduzione nell’apparato gastrointestinale attraverso la bocca di detersivi, caustici, farmaci, etc.;
• Inalazione: per passaggio di gas tossici attraverso la respirazione;
• Contatto: per penetrazione di sostanze velenose attraverso la pelle o le mucose degli occhi”.

Come già spiegato prima di tutto è bene fare prevenzione. Accertandosi quindi che le sostanze pericolose non siano accessibili al bambino, i prodotti come detersivi, farmaci pesticidi, o altro devono essere chiusi a chiave o dove i piccoli non possono arrivare.

Inoltre, per non fare confusione è bene lasciare i prodotti nei loro contenitori originali e non travasarli in bottiglie diverse che potrebbero generare equivoci. Infine esistono anche alcune piante potenzialmente tossiche se ingerite o toccate. Ecco perché non vanno tenute in casa o sui balconi alla portata dei bambini.

Detto ciò, se si verifica un avvelenamento è bene non fare alcune cose secondo l’Ospedale Bambino Gesù.

In caso di ingestione non bisogna indurre il vomito, né somministrare qualsiasi tipo di sostanza come il latte per annullare la tossicità della sostanza ingerita.

Con l’inalazione non bisogna utilizzare l’elettricità come luci, campanello o altro né accendere fiamme, per rischio di possibili esplosioni.

Se c’è un contatto con cute e occhi non detergere con sostanze diverse dall’acqua.

I principali sintomi da avvelenamento, anche se poi dipende dalla sostanza con cui si è entrati a contatto, sono: nausea, vomito, diarrea, giramento di testa e nei casi più gravi perdita di coscienza e crisi convulsive.

Nel caso di una sospetta intossicazione e se il bambino si trova in pericolo di vita chiamiamo immediatamente un numero di emergenza come 112 o 118.

Nel momento in cui non c’è pericolo di vita contattiamo un Centro antiveleni (ad esempio il Cav dell’Ospedale Bambino Gesù 06.6859.3726) e comunicare le condizioni generali del bambino.

Le domande a cui si dovrà rispondere sono: È sveglio o privo di coscienza? Respira bene o con difficoltà? Di che colore è la cute? Ha altri sintomi?.

Bisognerà inoltre, in caso di ingestione saper dare agli operatori specifiche informazioni come: il nome, la composizione, la concentrazione e la quantità della sostanza assunta.
Se si tratta di una pianta di cui non si conosce la natura, raccoglierne un campione e portarlo da un fioraio/vivaio per farlo visionare. Infine, se la bocca del bambino è arrossata o lesionata, o se sono presenti altri sintomi quali nausea o vomito.

In caso di inalazione dovremo spiegare agli operatori se si avverte un particolare odore nell’aria.

Mentre in caso di contatto dovremo saper comunicare la sostanza con cui si è entrati a contatto e se ci sono sintomi irritativi quali gonfiore o arrossamento.

Il Centro Antiveleni in base al tipo di avvelenamento e alle condizioni del bambino, potrà fornire alcune indicazioni:

•  il prodotto non ha effetti collaterali e le condizioni generali sono buone: il bambino non deve fare alcun accertamento o terapia;
• se il prodotto è tossico ma le condizioni del bambino non sono compromesse: si deve condurre il paziente in Pronto Soccorso in tempi brevi, portando sempre con sé un campione della sostanza in questione;
 il prodotto è altamente tossico e/o le condizioni generali del bambino sono gravi: chiamare il 118 per un rapido intervento”.

Infine se decidiamo di recarci da soli al Pronto Soccorso dobbiamo portare la sostanza con cui il bambino è entrato in contatto e se fosse troppo grossa fare una foto all’etichetta. Questo eviterà di far perdere tempo al dottore e di procedere prima possibile con i soccorsi.

 

(fonte: Ospedale Bambino Gesù)

 

 

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