Covid-19: trovati anticorpi nel latte materno di donne guarite

Trovati nel latte materno di donne guarite da Covid-19 gli anticorpi contro Sars-Cov-2. Allo studio l’utilizzo per prevenire il Coronavirus.

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Adobe Stock

Nel latte materno di donne guarite da Covid-19 ci sono gli anticorpi contro il Sars-Cov-2. A trovarli i ricercatori dell’ospedale pediatrico universitario UMC (University Medical Centers) di Amsterdam e altri istituti.

Il team di ricerca sta ora esaminando la possibilità di utilizzare il latte materno per prevenire le infezioni da Coronavirus nelle persone considerate più vulnerabili. Nel caso in cui ci dovesse essere una seconda ondata.

Come? Somministrando il latte materno sotto forma di cubetti di ghiaccio aromatizzati. Questo però solo dopo aver subito un processo di pastorizzazione che in questo caso non dovrebbe distruggere gli anticorpi.

Allo studio la possibilità di usare latte materno con anticorpi contro Sars-Cov-2 per prevenire Covid-19

Che il latte materno sia una fonte inesauribile di anticorpi per il neonato è cosa risaputa. L’Oms raccomanda l’allattamento esclusivo al seno dei neonati almeno nei primi sei mesi di vita. Questo per far sì che crescano e si sviluppino in modo ottimale e godano di buona salute.

Anzi, con l’introduzione dei cibi solidi l’allattamento può proseguire anche oltre i due anni. In questo articolo vi avevamo parlato dell’allattamento prolungato.

La natura a volte ci offre le migliori soluzioni, basta solo saperle cogliere. Ed è proprio forse questo il caso delle recenti scoperte che hanno fatto alcuni scienziati olandesi.

I ricercatori dell’Emma Children’s Hospital dell’UMC di Amsterdam hanno rintracciato gli anticorpi contro il Sars-Cov-2 nel latte materno di donne che erano state infettate da Covid-19.

Il team di ricerca ora sta vagliando la possibilità di sfruttare il latte materno ottenuto da donne guarite da Covid-19 come strategia preventiva per proteggere le persone più vulnerabili e maggiormente a rischio, quali bambini piccoli e anziani nel caso di una seconda ondata.

Non si tratta quindi di una soluzione per un trattamento di massa ma una possibilità da poter utilizzare per alcune categorie considerate più a rischio, nel caso in cui si accenda un focolaio.

Lo studio è disponibile in versione preprint sulla piattaforma ‘Medrxiv’ ma non è ancora stato sottoposto a peer review.

A spiegare come somministrarlo è la ricercatrice Britt J. van Keulen, dell’University of Amsterdam Emma Children’s Hospital, in un’intervista al Times. Su Adnkronos si legge che la scienziata suggerisce di proporre il prezioso liquido, ricco di anticorpi scudo, sotto forma di “cubetti di ghiaccio aromatizzati, in questo modo avverrebbe un contatto più lungo con le mucose, necessario per creare uno strato protettivo”.

Inoltre, Hans van Goudoever, capo dell’Emma Children’s Hospital ha aggiunto che: “Pensiamo che quando beviamo il latte, gli anticorpi si attacchino alla superficie delle nostre mucose, attaccando le particelle del virus prima che si introducano nel corpo”.

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Latte materno (Adobe Stock)

Tra l’altro gli scienziati hanno anche già scoperto che gli anticorpi non vengono distrutti pastorizzando il latte, il che è necessario per renderlo utilizzabile da altre persone.

A tal proposito l’UMC ha avviato una campagna per trovare 1000 donne che donino 100 ml di latte materno per il progetto di ricerca.

Alcune donne che potrebbero infatti aver contratto il Coronavirus senza accorgersene e potrebbero aver prodotto anticorpi nel latte materno.

 

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