Depressione Estiva e malumore: l’estate non è sempre un momento felice

Si può parlare davvero di depressione estiva? Perché d’estate a volte ci sentiamo sconfitti e spaventati? Si tratta di stati d’animo perfettamente normali, per affrontarli meglio è importante comprenderne le cause.

depressione estiva
(Fonte: Instagram)

Nell’immaginario collettivo il periodo estivo è collegato a sentimenti esclusivamente positivi come l’allegria, la leggerezza e la spensieratezza di cui non si è potuto godere nei mesi invernali, dedicati principalmente al lavoro e alle incombenze quotidiane.

Nonostante questo, sono molte le persone che sperimentano sulla propria pelle il fatto che non sia affatto così. Durante l’estate possono insorgere sentimenti di delusione, ansia e malumore molto simili a quelli che colpiscono moltissime persone durante il periodo natalizio. 

Esistono però delle sostanziali differenze e, se il Christmas Blues (la “Malinconia di Natale”) è clinicamente riconosciuto come forma depressiva, non si parla di “Summer Blues”, almeno non in tutti i casi.

Ecco come capire se il malumore che sentiamo d’estate è derivante da una patologia da curare oppure da una semplice concatenazione di cause che ci rovina l’umore.

Depressione Estiva: esiste davvero?

Fonte Istock

La depressione di Natale deriva in gran parte da una serie di aspettative sociali a cui ci sentiamo in dovere di adeguarci. Ci hanno insegnato che bisogna trascorrere Natale con la propria famiglia, in un clima sereno e accogliente: il problema è che i rapporti familiari spesso non sono affatto sereni e la famiglia per molte persone non è affatto un luogo accogliente.

Questo implica che le persone che a Natale non si sentono felici o “particolarmente felici” di trascorrere il tempo con i propri cari, o che non hanno una famiglia a cui far ritorno, sperimentino la sensazione di sentirsi escluse da un rito collettivo che è profondamente radicato nella nostra identità culturale.

In estate si sviluppa un meccanismo molto simile: in estate si svolgono altri riti collettivi assolutamente laici ma altrettanto importanti per l’identità sociale di un individuo.

In estate sentiamo l’obbligo di divertirci e di trascorrere le ferie estive in una località turistica o in un posto diverso da quello in cui siamo abituati a vivere. Sentiamo il dovere di mostrarci felici e vincenti, soprattutto attraverso posto e fotografie postate sui social.

Come in molti altri momenti che scandiscono lo scorrere di un anno, i social svolgono una parte fondamentale nel generare la sensazione di inadeguatezza e di esclusione che è stata classificata come una vera e propria sindrome che prende il nome di Sindrome FOMO.

In estate i social si riempiono di fotografie di paesaggi e di momenti sereni in cui le persone si ritraggono mentre svolgono attività piacevoli e trascorrono tempo con gli amici.

Guardare i social in estate è pericoloso quanto farlo durante le vacanze estive, dal momento che scateneranno paragoni e desiderio di emulazione che nella maggior parte dei casi fanno soltanto male all’autostima e alla serenità delle persone.

Ad ogni modo, il semplice malumore che deriva dal non avere disponibilità economiche per godersi una vacanza estiva, oppure dal non poter vedere gli amici che abitano in un’altra città o (peggio ancora) dall’essere single, non è depressione.

Si tratta soltanto di una condizione psicologica passeggera che terminerà nel momento in cui l’estate finirà oppure quando riusciremo a concentrarci sulla nostra vita senza fare necessariamente e costantemente paragoni tossici con la vita degli altri.

Naturalmente, però, la depressione è una condizione psicologica concreta che può acuirsi d’estate, a seconda della predisposizione delle persone che ne soffrono. Per esempio, alcune persone sperimentano una fase depressiva più acuta in autunno e in inverno, quando le ore di luce diminuiscono, mentre ci sono persone che soffrono l’aumento del numero di ore di luce a causa dell’alterazione dei ritmi biologici che questo comporta e, ovviamente, ne risentono a livello psicologico.

Chi soffre di disturbo bipolare durante il periodo estivo è portato a sperimentare un periodo di maniacalità, cioè di spasmodico desiderio di farsi coinvolgere in più attività possibili, vedendo più persone possibili e sentendo al massimo il proprio livello di energia. Nel giro di poche settimane, naturalmente, si sperimenterà la fase di “down energetico”, che corrisponderà al principio dell’autunno. Se però la persone bipolare è del gruppo che “soffre” l’aumento delle ore di luce, potrebbe scegliere di rintanarsi in casa fino a che la frenesia estiva (negli altri) non si sia placata.

Per distinguere la depressione vera e propria da un semplice malumore stagionale si dovrà capire se si presentano o non si presentano almeno cinque dei sintomi della depressione, che sono:

  • Umore depresso per gran parte del giorno, tutti i giorni o quasi ogni giorno
  • Mancanza di interesse o di piacere nello svolgere attività che una volta si trovavano divertenti, interessanti o appaganti
  • Perdita o aumento di peso a causa della drastica diminuzione o del drastico aumento di appetito
  • Insonnia o enorme aumento delle ore di sonno tutti i giorni o quasi tutti i giorni
  • Agitazione e stato d’ansia tutti i giorni o quasi tutti i giorni
  • Rallentamento psicomotorio tutti i giorni o quasi tutti i giorni, cioè incapacità di concentrazione, impiegare molto più tempo del solito a svolgere attività perfettamente normali a cui siamo abituati
  • Affaticamento fisico e mentale quasi ogni giorno
  • Sensi di colpa esagerati e ricorrenti, quasi ogni giorno
  • Ricorrenti pensieri di morte, progettazione o tentativo di suicidio

Se questi stati d’animo non si sviluppano o si sviluppano raramente, per periodi di tempo limitati, non si può parlare a livello clinico di depressione. Si tratterà allora di capire le cause del malumore lavorare su di esse oppure sulla nostra percezione di noi stessi e delle nostre priorità.

serenità depressione estiva
(Foto: Instagram)

Abbiamo davvero bisogno di andare in vacanza in un luogo esclusivo per sentirci adeguati alle aspettative della società? Abbiamo davvero bisogno di un partner o di un gruppo di amici “vincenti” per essere felici?

La risposta quasi sempre è “assolutamente no”. Ecco perché è importante imparare a rispondere in questo modo anche d’estate, magari evitando di rifugiarsi nelle frasi motivazionali più comuni e che vengono spacciate per un vero e proprio “toccasana” mentre, nella maggior parte dei casi, sono completamente inutili.

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