Britney Spears | Il movimento #FreeBritney ucciderà la pop star

Britney Spears è prigioniera della sua vita da oltre dieci anni, ma cosa succederebbe se la Principessa del Pop non potesse più contare sui suoi tutori legali? 

Britney Spears
Britney Spears (Fonte: Instagram)

Da ben dodici anni Britney Spears è sotto la tutela di suo padre ed è seguita da una squadra di legali e di medici che la aiutano ad amministrare non soltanto il suo enorme patrimonio ma anche quegli alti e bassi mentali che a quanto pare i medicinali non riescono più a tenere a bada.

Britney, quindi, da oltre dieci anni non è più abituata a gestire lo stress del mondo reale ed è sempre stata protetta dalle insidie e dalle difficoltà che potrebbero manifestarsi al di fuori della campana di vetro all’interno della quale Britney vive confinata.

Il sito americano di gossip TMZ ha riportato le dichiarazioni di una fonte anonima ma vicina a Britney che hanno scosso la comunità dei suoi fan e hanno fatto sorgere diversi dubbi sul movimento che mira alla “liberazione” della Spears.

La tutela legale da parte del padre Jamiesostiene la fonte, è stato l’unico strumento attraverso cui Britney è riuscita a sopravvivere a se stessa nel lunghissimo periodo del suo breakdown mentale. 

Purtroppo nel giro di quasi tredici anni le condizioni di Britney non sono migliorate, anzi, diventano sempre più difficili da gestire attraverso una terapia farmacologica.

“Britney sta soffrendo, i suoi medicinali hanno smesso di fare effetto e i dottori hanno problemi a trovare la giusta combinazione. […] Non è facile gestire la cantante: a volte si lamenta e vorrebbe più libertà ma purtroppo la storia vera è che non riesce a stabilizzare la sua malattia mentale”.

A rendere difficoltosa la guarigione e anche la sola gestione di Britney sarebbero quindi gli effetti collaterali di quei farmaci che servirebbero a stabilizizare il suo umore ma che, se non dosati accuratamente, hanno conseguenze pesantissime sulle condizioni mentali del paziente che li assume.

A peggiorare le cose anche la lontananza di Britney dai suoi figli: “Kevin Federline ha avuto l’affidamento dei due bambini per molto più tempo rispetto a Britney ed era tutto correlato al suo stato mentale” ha spiegato ancora la fonte.

Addirittura la maestra di uno dei due bambini della cantante negli scorsi giorni ha deciso di schierarsi a favore della cantante chiedendo un trattamento più umano per la madre del suo studente ma, a quanto sostiene la fonte, anche le sue richieste rimarranno inascoltate.

La tutela legale di Britney, infatti, potrebbe dover continuare a vita, a prescindere dagli sforzi del movimento #FreeBritney e dalla visibilità che si cercherà di dare alla questione.

Si tratterebbe, infatti, dell’unico modo di proteggere la cantante da se stessa e da tutti i potenziali malintenzionati che potrebbero volersi approfittare della situazione.

“Le persone che gridano alla fine della tutela per liberare Britney non sanno cosa dicono. Questo potrebbe danneggiarla, potrebbe addirittura portare Britney al suicidio o alla morte per altre cause, vista la sua fragilità mentale” è stata l’amara consolazione espressa dalla fonte di TMZ.

Coloro che lottano per la “liberazione” della cantante hanno individuato il loro “nemico numero 1” proprio nel padre della principessa pop, quel Jamie che avrebbe cercato, secondo una certa teoria, di sfruttare in ogni modo la notorietà della figlia. Contro il padre della Spears si è schierata anche la madre della cantante, che in più di un’occasione ha tentato di sottrarre Britney al controllo esercitato da Jamie.

A quanto sostiene la fonte, invece, alle spalle di Britney c’è un’ampia squadra di professionisti di vari settori. Per sciogliere la squadra e restituire a Britney Spears tutti i mezzi decisionali sulla propria vita sarebbe necessario l’intervento di un giudice, anche se Jamie Spears decidesse di farsi volontariamente indietro rinunciando alla tutela legale di sua figlia.

Se è sempre piuttosto difficile credere a una fonte anonima, per quanto possa dichiararsi “vicina” alla Spears e direttamente informata dei fatti, la teoria proposta da TMZ sembra abbastanza coerente con la realtà.

Per farsi un’idea delle effettive condizioni di Britney Spears basterebbe andare a guardare il suo profilo ufficiale Instagram. È chiaro che la pop star gestisce autonomamente il suo profilo e pubblica post senza alcun controllo da parte di un supervisore.

Le fotografie sono spesso dei selfie di scarsa qualità, realizzati in set casalinghi raffazzonati. Nei suoi vari scatti, inoltre, Britney ha spesso espressioni molto simili tra loro, alcune delle quali appaiono completamente stralunate.

 

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In buona sostanza, non sembra che la Spears sia ancora perfettamente padrona di sé. Riuscirà mai ad esserlo abbastanza da liberarsi come vorrebbe il movimento #FreeBritney?

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