Twitter | Hackerati gli account più famosi del mondo, da Obama a Musk

Il 15 Luglio sarà ricordato come il giorno in cui gli hacker distrussero la reputazione di Twitter “bucando” contemporaneamente milioni di account, tra cui quelli degli uomini più potenti della Terra.

Ogni social media, con il passare del tempo, vede “specializzarsi” il suo uso in un determinato settore.

Se Facebook è ormai diventata la piattaforma generalista per eccellenza, dove si ritrovano e si confrontano principalmente persone adulte, Instagram si è ormai specializzato nel veicolare immagini di moda e lifestyle. Twitter, nella sua essenzialità, è diventato lo strumento di comunicazione cardine per chi intende condividere via social contenuti relativi alla politica, all’economia e alla situazione sociale mondiale.

Non è un caso infatti se l’account più seguito di Twitter è quello di Barack Obama, ex Presidente degli Stati Uniti e se l’attuale Presidente Trump utilizza questo social come un filo diretto con il proprio elettorato. Anche Elon Musk, il visionario milionario americano che ha fondato la prima agenzia spaziale privata, ha un seguitissimo account su Twitter, così come Bill Gates, fondatore di Microsoft.

Twitter ha raggiunto il suo record di download a partire dalla morte di George Floyd, quindi nel momento di più alta tensione sociale registrato da anni negli Stati Uniti e nel mondo intero a causa del diffondersi del movimento Black Lives Matter.

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Per tutti questi motivi Twitter è considerata (o meglio lo era) una piattaforma potente, diffusa in maniera capillare e, almeno apparentemente sicura.

L’attacco hacker della scorsa notte ha invece distrutto la reputazione del social network che ha impiegato un’eternità non solo per rendersi condo di essere sotto attacco ma anche per correre ai ripari e tutelare i milioni di utenti che ogni giorno si affidano a essa.

La gigantesca truffa su Twitter dopo l’attacco hacker

Twitter hacker
(Fonte: Pixabay)

I motivi che hanno spinto gli hacker che hanno attaccato Twitter ad accanirsi contro la piattaforma social di fondata da Jack Dorsey non c’è soltanto il desiderio di giocare un brutto scherzo ai responsabili della sua sicurezza informatica.

L’obiettivo degli hacker era infatti quello di pubblicare milioni di annunci tutti uguali sui profili Twitter più seguiti e soprattutto collegati a personaggi dall’altissima credibilità.

Sugli account hackerati, infatti, veniva pubblicato un annuncio in inglese in cui si spiegava che il titolare dell’account stava raccogliendo bitcoin per beneficenza, con l’intenzione di devolvere alla ricerca contro il Covid19 tutto il denaro digitale ottenuto attraverso le donazioni degli utenti di Twitter.

Naturalmente la truffa non era diretta contro le persone comuni, ma contro quelle persone che hanno dimestichezza con l’economia basata sulla produzione e sullo scambio di questa specifica criptovaluta che, rispetto alle monete tradizionali, non è poi così diffusa.

C’è da dire però che un singolo bitcoin è valutato oggi più di 7 Euro, quindi anche la donazione di una manciata di bitcoin non è poi una cifra così piccola. A oggi moltissimi enti e associazioni benefiche hanno cominciato a richiedere ed accettare donazioni in bitcoin. In Svizzera è addirittura possibile pagare alcuni fondamentali servizi pubblici attraverso la criptovaluta. Per questi motivi la truffa messa in atto dagli hacker risultava particolarmente credibile: c’era effettivamente la possibilità che Bill Gates, Barack Obama ed Elon Musk avessero deciso di utilizzare il Bitcoin come arma per combattere la disastrosa diffusione dell’epidemia di Coronavirus negli Stati Uniti.

Twitter è ancora una piattaforma sicura?

Hacker twitter
(Fonte: Pixabay)

A guardare lo scorrere degli eventi da una prospettiva esterna e soprattutto poco esperta di certe dinamiche informatiche, la reazione di Twitter all’attacco hacker potrebbe sembrare valida ed efficace, ma non è così.

La piattaforma di Jack Dorsey (il quale si è visto violare il proprio stesso account) è riuscita a bloccare la possibilità di postare contenuti sulla piattaforma solo 30 minuti dopo la comparsa dei primi messaggi – truffa.

A livello informatico si tratta di un’eternità, senza considerare che, per ottenere un risultato così gigantesco, gli hacker che hanno lavorato a violare la complessa rete di sicurezza di Twitter erano all’opera da ore.

In quei trenta minuti di caos si è creata la paradossale situazione in cui gli utenti di Twitter che si erano resi conto di aver subito un attacco hacker non avevano più il controllo del proprio profilo e non erano più in grado di accedere alle impostazioni di sicurezza per cambiare la password e tornare padroni dei propri account.

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Nel momento in cui Twitter è riuscita a chiudere la falla informatica creata e sfruttata dagli hacker per acquisire il controllo del social media, il danno era già fatto.

Anche se i post contenenti il link a cui fare le donazioni era stato cancellato da gran parte degli account infetti, gli utenti della piattaforma hanno avuto tutto il tempo di scattare milioni di screenshot che infesteranno la rete per anni e che, letteralmente, non spariranno mai completamente dalla circolazione.

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(Fonte: Twitter)

L’umiliazione della dirigenza di Twitter è quindi totale e non limitata soltanto alle ore (italiane) della tarda serata del 15 Luglio: durerà per anni e sarà un’onta che danneggerà enormemente l’immagine dell’azienda.

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