Sushi | Ragazza giapponese si ritrova nella gola un verme di 4 cm

Un verme nero di quasi 4 cm è stato ritrovato dai medici nella gola di un’ignara ragazza che credeva di avere i sintomi di un’intossicazione.

La cucina giapponese è certamente una delle più amate dai giovani italiani ma, pur essendo davvero sana e salutare, nasconde delle insidie da non sottovalutare.

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parassiti che vivono negli organismi marini possono infatti arrivare fin nell’organismo della persona che consuma il pesce crudo in un ristorante di sushi, com’è successo a un’ignara ragazza giapponese.

Un verme di 4 cm nato dal sushi

sushi verme
(Fonte: Instagram)

La ragazza giapponese protagonista dello spiacevole episodio delle scorse settimane probabilmente non era mai stata così sfortunata.

Secondo quanto riportato dall’Amarican Journal of Tropical Medicine and Hygiene, una donna di venticinque anni si è recata in ospedale dopo aver manifestato per circa cinque giorni tutti i sintomi di un’infezione alle vie respiratorie.

Ai medici la donna ha spiegato di aver sofferto di mal di gola e forte raffreddore ma, dalle analisi del sangue, non è risultata infetta da alcun virus. Per questo motivo i medici hanno cercato di individuare un’altra possibile causa del precario stato di salute della donna.

Le analisi dei medici si sono concentrati sull’apparato respiratorio della paziente e, in particolare, sul suo cavo orale. 

Proprio nella gola della ragazza, più precisamente in una tonsilla, i medici hanno individuato un verme nero di circa 4 cm che poi hanno provveduto a estrarre in maniera da “liberare” la paziente dai suoi sintomi influenzali. Il verme è stato riconosciuto come un Pseudoterranova azarasi.

Naturalmente la donna non era stata così distratta da ingoiare distrattamente un parassita di quella lunghezza: si era limitata a ingerire la larva del parassita che in genere deposita le proprie uova negli organismi marini, e in particolare in alcuni pesci come il salmone, ingrediente basilare della cucina giapponese.

Una volta individuata una sede ideale per svilupparsi, il verme era cresciuto dal terzo stadio larvale fino a raggiungere il quarto stadio di sviluppo, forma in cui è stato individuato ed estirpato dai medici.

 

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In genere, comunque, anche quando vengono assunte con il cibo, le larve vengono espulse dal corpo nel giro delle 48 ore successive. Quando questo non avviene possono svilupparsi all’interno dell’organismo e in genere nell’intestino. Quando questo avviene, il paziente infettato finisce per manifestare crampi addominali e vomito, cosa che non è avvenuta nella paziente giapponese poiché la larva sie era sviluppata all’interno della sua tonsilla.

Come si prepara un sushi sicuro?

sushi bacchette
Foto da Pixabay

Per evitare che i parassiti del pesce arrivino fino al piatto è fondamentale prestare particolare attenzione alla conservazione e alla preparazione del pesce in questione.

I parassiti come il Pseudoterranova azarasi, infatti, non sopravvivono alle alte temperature e nemmeno a quelle particolarmente basse.

Consumare pesce ben cotto risulta quindi molto più sicuro rispetto alla consumazione a crudo, tuttavia anche nel caso di una preparazione a crudo esistono varie possibilità di annientare i parassiti.

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È fondamentale infatti che il pesce venga abbattuto prima di essere utilizzato crudo: un abbattitore è una particolare macchina refrigerante che può raggiungere temperature estremamente basse.

Secondo gli standard sanitari in vigore è necessario conservare il pesce per 24 ore a -20° prima di servirlo crudo: questo ucciderà le larve di parassita potenzialmente presenti all’interno delle carni.

C’è da dire che i pesci di allevamento, da cui proviene la stragrande maggioranza del pesce servito nei ristoranti giapponesi di tutto il mondo, vengono sottoposti a continui controlli sanitari e risultano, per questo, molto più sicuri dei pesci pescati in mare aperto.

Il pesce venduto nei supermercati può essere utilizzato crudo poiché è stato abbattuto prima di essere messo in commercio.

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