Gabriele Muccino | Il regista ammette: “La pandemia mi ha cambiato”

Gabriele Muccino torna in sala con “Gli anni più belli”, il suo ultimo film uscito a febbraio, e si racconta a Vanity Fair tra novità e ambizioni del prossimo futuro.

Muccino, il regista romano prende ispirazione dalla quarantena
Muccino, il regista romano prende ispirazione dalla quarantena (Getty Images)

Gabriele Muccino torna al cinema dal 15 luglio, proietteranno nuovamente nelle sale “Gli anni più belli”, il suo ultimo film uscito a febbraio prima del periodo di lockdown: “Sono ancora più fiero di questo lavoro, riuscito con garbo e coesione anche se si sviluppa nell’arco di quarant’anni”, ha raccontato il regista a Vanity Fair. Muccino, poi, ha spiegato come sia grato al fatto che la sua ultima opera sia da stimolo all’indotto cinematografico per ripartire dopo l’emergenza Covid-19: “Tornare a vedere un film – sottolinea – vuol dire poter condividere insieme un’esperienza importante e ce n’è bisogno. Soprattutto oggi. Felice che la gente possa tornare a farlo con un mio lavoro”.

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A proposito di lavoro, Gabriele Muccino ha ammesso di non essere riuscito a lavorare troppo durante il lockdown: “Credevo di farcela a scrivere almeno un film durante la quarantena. Invece la tensione del momento mi ha bloccato. Solo adesso, che lentamente stiamo tornando alla normalità, comincio a pensare al mio futuro professionale e al film che farà in Italia”. Tuttavia, il regista, che al cospetto di Vanity Fair si è aperto anche riguardo le proprie aspettative e preoccupazioni, puntualizza di non poter a breve tornare a girare anche in America perchè scosso da quanto è successo e sta succedendo negli USA a seguito della pandemia.

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Gabriele Muccino porta al cinema "Gli Anni più Belli"
Gabriele Muccino porta al cinema “Gli Anni più Belli” (O1Distribution)

“Da quello che so stanno vivendo una situazione quasi apocalittica, provo un grande dolore per loro proprio perchè temevo che il loro sistema sanitario, così come il Presidente che li governa, fosse totalmente impreparato a gestire un’emergenza sanitaria del genere. Immagino, anzi sono certo, che sarà difficile per quel Paese riprendersi da un momento di caos nero come quello che stanno vivendo, parole forti che spingono Muccino a fare un’ultima riflessione – in conclusione – su come cambierà il modo di fare cinema in Italia e altrove dopo un evento nefasto e inaspettato come il Coronavirus.

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“Il cinema lo ha cambiato l’11 settembre, figuriamoci se non lo farà una pandemia di simile portata. Io stesso prima dell’attentato alle Torri Gemelle ho fatto ‘L’ultimo bacio’, poi è arrivato ‘Ricordati di me’ più oscuro e cinico. Quello che abbiamo vissuto, e in parte stiamo ancora vivendo, si rifletterà sicuramente sul nostro modo di vivere e, quindi, anche di lavorare. Per quanto mi riguarda, l’amore continuerà ad essere parte integrante dei miei film. Ci saranno, però, anche la rabbia, la violenza, il risentimento e l’ingiustizia. Questo virus è stato come un reagente sull’umanità: ha reso tutto più manifesto e palese, senza scendere a compromessi”, conclude Muccino.

Un cauto ottimismo con qualche strascico di amarezza accompagna il regista che, sicuramente, saprà da dove ripartire – ammesso che non l’abbia già fatto – per distinguersi nuovamente nel mare magnum delle proposte cinematografiche nostrane che necessitano – stavolta davvero – del supporto di tutti. A partire dalle autorità, sino al pubblico, per tornare ad animare un’arte preziosa come quella del cinema e dello spettacolo.

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