A Malta le donne sono disperate: sull’isola l’aborto è illegale. Le criticità di questa situazione durante la pandemia spiegate da Lara Dimitrijevic – fondatrice della Women’s Right Foundation – sul The Guardian.
La chiusura dei confini è stata – e in alcuni casi continua ad essere – un leitmotiv imprescindibile di questo periodo contraddistinto dalla pandemia da COVID-19. Se, pian piano il mondo sta tornando alla normalità e anche il concetto di globalizzazione si sta rinfrancando con la riapertura di alcune frontiere, esistono determinate collocazioni geografiche in cui l’inevitabile chiusura dei confini ha finito per mettere in evidenza piaghe sociali ben più gravi del Coronavirus.
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A Malta, per esempio, l’isolamento ha portato a galla una serie di criticità legate all’aborto: quello che in altri Paesi per le donne è una possibilità, oltre che un diritto, sull’isola cattolica è illegale. Chi decide di abortire lo deve fare per vie traverse: qualora venissero acclarate determinate pratiche sul territorio, il rischio sarebbe la reclusione. Fino a tre anni. Così, in molte, dato che abortire è severamente vietato a prescindere dalle circostanze, attraversavano il confine fin quando era possibile per recarsi altrove e fare quello che ritenevano necessario. Anche se emotivamente traumatico e, talvolta, doloroso.
Tabù e pandemia, la situazione a Malta: il punto di Lara Dimitrijevic
Tuttavia, fa più male vedere i propri diritti calpestati. E le donne di Malta, durante questo lockdown, se ne sono rese conto ancor di più. Al punto che Lara Dimitrijevic, avvocato e fondatrice della Women’s Right Foundation, parla di “grido disperato della popolazione femminile” sul The Guardian. L’unico modo per bypassare la legge è quello di ordinare le pillole abortive online, ma anche in tal caso vorrebbe dire prendersi dei rischi in quanto si potrebbe ugualmente finire dietro le sbarre nell’eventualità di controlli e accertamenti. La situazione, secondo il quadro analitico offerto dalla Dimitrijevic, è drammatica.
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“L’aborto legale – spiega la Dimitrijevic – è possibile solo per coloro che possono permettersi un volo fuori dal Paese. È ovvio che questa pandemia ha accentuato un problema che, a Malta, si cerca di fronteggiare da anni. Le donne, portate generalmente a espatriare, durante la pandemia sono state costrette a diventare potenziali criminali per mettere in atto quella che resta una scelta ed un diritto lontano dai confini dell’isola. Ora tutti sanno – conclude l’avvocatessa – com’è essere donna e povera in un Paese con una cattiva legge sull’aborto”.
A Malta, roccaforte della Chiesa cattolica e unico paese europeo che proibisce l’aborto senza eccezioni, persino nei casi di stupro e incesto, nasce il movimento per il diritto all’aborto. https://t.co/jzzuoWm29N
— UAAR (@UAAR_it) August 6, 2019
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