Fabrizio Moro | “Vasco, Pau Dones e le canzoni che avrei voluto scrivere”

Fabrizio Moro si racconta in una diretta Instagram: “dal disco di Vasco che gli ha cambiato la vita al rapporto con Pau Dones fino alle canzoni che avrebbe voluto scrivere”.

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Fabrizio Moro – Screenshot da video

Allegro, schietto e sincero come sempre, Fabrizio Moro si è raccontato in una diretta Instagram con la pagina Tim Music. Ai microfoni di Carolina Di Domenico, nonostante sia in pieno trasloco, Fabrizio Moro ha concesso un po’ del suo tempo a tutti i suoi fans che lo seguono con affetto. Nel rispondere alle domande dei fans, Fabrizio Moro confessa qual è il disco che gli ha cambiato la vita, cosa ha fatto durante il lock down svelando anche le canzoni dei colleghi che avrebbe voluto scrivere.

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Fabrizio Moro: “Cosa succede in città di Vasco Ross è il disco che mi ha cambiato la vita. Avrei voluto scrivere La donna cannone e Notte prima degli esami”

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Fabrizio Moro – Screenshot da video

Nel giorno in cui ha pubblicato la poesia del muratore, Fabrizio Moro svela di essersi trasferito in piena campagna. “Sto in campagna. Non riesco a vivere in centro anche perchè rischio le querele perchè noi musicisti, quando ci prende l’ispirazione, suoniamo anche alle tre di notte e c’è quello del piano di sotto che ti dice ‘guarda domattima mi devo svegliare alle cinque’. Hanno ragione e quindi ho fatto questa scelta e sono andato via. Mi sono trasferito qui in mezzo ai galli“, racconta.

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Carolina Di Domenico chiede così, al cantautore, cosa ha fatto su internet durante la quarantena. “Ho visto parecchie serie televisive, film. Ho lavorato con il mio produttore Diego Calvetti perchè lui era a Siena e quindi ci scambiavamo i file. Ho ascoltato tanta musica. Ho visto le ricette online per studiare nuovi piatti. Io ho la fissa dei rumori. Ogni volta che cambio casa controllo se abbaiano i cani, se passano troppe macchine. Avevo comprato una casa a Formello qualche tempo fa dove c’erano le linee aeree proprio sul tetto di casa mia e ho scaricato un’applicazione per vedere le rotte degli aerei sopra casa mia”, confessa tra le sue risate e quelle dei suoi collaboratori presenti alla dirette.

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Moro – Foto Instagram da https://www.instagram.com/fabriziomoropage/

Fabrizio Moro che ha da poco regalato ai fans una nuova versione de Il senso di ogni cosa, confessa che la canzone più difficile da scrivere è stata Portami via: “è stata la canzone più complicata a livello di testo perchè è una canzone in cui mi sono guardato dentro e dentro Fabrizio, in quel momento, c’era un amore estremo per mia figlia ed è stato complicato metterlo su un testo perchè credo, anche se è la canzone di maggior successo, di non aver espresso totalmente tutto l’amore che avevo dentro”.

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Quali sono le canzoni che avrebbe voluto scrivere? “La donna cannone di De Gregori e Notte prima degli esami di Antonello Venditti“, risponde e poi aggiungere di credere nel destino – “Credo nel destino, ma credo che possa essere plasmato”. Inoltre dice di essere molto fiero del suo album L’inizio e racconta di sentirsi un uomo libero attraverso la musica.

Poi la confessione su Vasco. Un fan gli chiede: “quale canzone ti ha fatto capire di voler fare il cantante?”. “Tante vecchie canzoni di Vasco. Non c’è una canzone però ascoltavo molto l’album Cosa succede in città. E’ un album che mi ha cambiato le prospettive musicali che avevo. Inizialmente suonavo per hobby e poi ho iniziato a scrivere dopo aver ascoltato quel disco lì. Cosa succede in città è una pietra miliare nella storia del pop-rock italiano. Ci sono tanti album belli in Italia, ma quello è il mio album preferito“, confessa.

Infine parla di Pau Dones, il leader degli Jarabe De Palo scomparso recentemente a cui ha detto addio sui social insieme ad Ermal Meta e Jovanotti.

Ho avuto una piccola parentesi insieme a lui nel 2010 a Sanremo che tra l’altro è stato il mio Festival peggiore perchè sono stato eliminato con un pezzo antisanremese (Non è una canzone era il brano ndr) però ho conosciuto questa persona che mi è rimasta nel cuore. Abbiamo continuato a sentirci. Era un ricercatore della libertà. Mi ricordo che l’ultima volta che l’ho sentito al telefono mi ha detto che era andato a vivere su un monte, in Spagna, con due mucche dove vivevano solo contadini e gente che faceva il formaggio. Poi ho il ricordo di Sanremo in cui, ad un certo punto, dovevo salire sul palco e il Festival stava andando male. Lui venne nel mio camerino con un boccione di vino, abbiamo fatto questo brindisi. Ci siamo abbracciati e mi ha dato un sacco di carica“, conclude.

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