Scuola Coronavirus | Maestra scrive a Conte, alla Azzolina e agli esperti

Una maestra di scuola di infanzia scrive da frascati al Presidente del Consiglio Conte, alla ministra Azzolina e agli esperti della task force per parlare di scuola e Coronavirus.

rientro a scuola
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La Camera approva il decreto scuola e ora la sfida è mettere a punto precise linee guida per comprendere come ripartire a settembre.

Mascherine per tutti? Orario delle lezioni ridotto? Come sarà la nuova scuola? Domande importanti le cui risposte, almeno per il momento, sembrano sollevare polemiche e scontentare molti.

Il difficile compromesso da trovare è quello tra la miglior sicurezza possibile (eh già perché quella assoluta pare da dimenticare) e le necessità degli studenti perché, questo è ciò che si rischia di dimenticare, la scuola è per gli studenti. La loro crescita, preparazione, formazione e benessere dovrebbero essere le priorità ma, in un contesto tanto complesso e capace ancora oggi di fare paura, si rischia di dimenticarlo e di lasciare che un’ossessiva ricerca della sicurezza prenda il sopravvento su ogni altra cosa.

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Come uscire dall’empasse? Forse rivolgendosi a chi la scuola la vive ogni giorno si potrebbe avere una nuova prospettiva.

Ecco perché oggi vogliamo condividere con tutti voi una lettera scritta da una maestra, una donna che ha scelto di dedicare la sua vita all’insegnamento e che ora vuole difendere quello che è il suo mondo, dal virus, certo, ma anche da chi, a suo parere, rischia di snaturarlo.

La lettera della maestra: “i veri esperti sono gli insegnanti”

maestra scuola
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La maestra Claudia Lucci di Frascati scrive al Governo, nelle persone del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del Ministro dell’Istruizione Lucia Azzolina ma anche rivolgendosi agli esperti della task force che dovrebbero guidare dal punto di vista medico e scientifico le scelte del Governo in questa lotta al Coronavirus.

Nell’ambito di tale complessa battaglia un ruolo di primo piano è ricoperto attualmente dalla scuola e dai numerosi quesiti che ne circondano la ripartenza a settembre.

Una materia rispetto alla quale la maestra della scuola di infanzia è convinta di far parte del vero gruppo di esperti: chi meglio di una maestra può spiegare come funziona la scuola e ciò che serve alla vita e alla crescita dei più giovani?

“Il vostro ricordo di “scuola” ormai è sbiadito nel tempo”, accusa la maestra, proponendo un modo diverso di affrontare il potenziale (e onestamente molto basso) pericolo, basandosi su norme igieniche che, del resto, gli insegnanti chiedono da sempre,  e su una scuola più curata, più pulita e aperta a nuove tecniche di insegnamento, perché no, anche all’aperto.

Rileggiamo insieme le parole di questa maestra di Frascati.

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“Carissimi:

Presidente del consiglio Giuseppe Conte, Ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, Esperti della Task Force.

Vorrei avere un confronto con tutti voi sul tema “scuola”. La scuola non è riempire un sacco vuoto; la scuola è curiosità, stimoli, amicizia, generosità, altruismo, condivisione etc… Questo vostro modo così arido di considerare la scuola, mentre brancolate nel buio, mi fa pensare che il vostro ricordo di “scuola” ormai è sbiadito nel tempo, è offuscato dal presente/assente; anelate a classi di alunni con turnazioni aula/pc da casa, distanziamento sociale, bambini con mascherine in classe, date retta… lasciate che i bambini si mascherino a carnevale, per condividere e divertirsi.

I veri esperti in materia, sono gli insegnanti, che come me e più di me ne sanno, che sono quarant’anni che varcano la soglia della scuola, tutte le mattine, per aiutare i bambini e le famiglie a creare un mondo migliore, più dignitoso, più rispettoso dell’ambiente, del prossimo, specialmente quello diversamente abile che ha il diritto di essere considerato per primo. Nella scuola dell’infanzia/primaria in modo particolare, è inaccettabile parlare di mascherina in classe e di distanziamento sociale, va contro la natura umana e quello che la scuola fa da quando io la conosco.

Voi mi direte, ma il contagio? Il rischio di contrarre il virus? Probabilmente il rischio c’è, anche se attualmente è minimo, credo che si possa ridurre osservando e intensificando le norme igieniche nella scuola. Educare i bambini a lavare spesso le mani, non mettere gli oggetti in bocca, pulire il naso con il fazzoletto e stare a casa se il naso cola per il raffreddore oppure si hanno gli occhi rossi per sospetta congiuntivite; ma questo è quello che le maestre dicono da sempre alle famiglie.

La prevenzione inizia a casa con l’osservanza rigorosa delle norme igieniche e continua a scuola con le insegnanti che intensificano le attività/gioco per rendere i bambini Autonomi in fatto di igiene personale. Inoltre c’è da incrementare la pulizia degli ambienti da parte del personale addetto, con prodotti specifici e più spesso, ma questo è comunque quello che noi insegnanti abbiamo sempre chiesto. Prevenire il diffondersi di qualsiasi virus creando un’ambiente pulito e comportamenti sani. Non serve mettere la mascherina se l’aula, i banchi, i bagni non sono sufficientemente igienizzati e voglio dire, non per negligenza delle persone addette a ciò ma perché ho visto troppe volte, addetti alle pulizie portarsi i detersivi da casa, o pulire frettolosamente perché hanno a disposizione pochissimo tempo per scuole intere con molte aule, bagni e lunghi corridoi, diamo i giusti mezzi e i giusti tempi alle persone incaricate di pulire gli ambienti.

Facciamo in modo che i bambini vivano i locali scolastici all’insegna dell’igiene e la pulizia meticolosa. Non colpevolizziamo sempre i genitori: devono mettere la mascherina ai bambini, si devono impegnare a casa per seguire i bambini nelle lezioni online, devono educare gli stessi a non avvicinarsi ai coetanei,…devono,…devono,…devono…

Ognuno il suo compito: i genitori devono fare i genitori, gli insegnanti gli educatori e voi che cosa dovete fare?

Sicuramente dare il buon esempio, avere cura dell’animo dei bambini, maltrattati, dimenticati e violentati psicologicamente da questa situazione. Abbiate cura di queste nuove generazioni, rispettatele e amatele. Dico ai vostri esperti, che abbiamo la fortuna di vivere in un paese baciato dal sole e le belle temperature per gran parte dell’anno, quindi spostiamo le lezioni all’aperto, nei giardini, nei parchi, nelle piazze, organizziamo la scuola all’aria aperta, intensificando l’igiene e quindi la sicurezza. Ci possiamo provare…i bambini vi ringrazieranno.

Una maestra di scuola d’infanzia per scelta, che ama il proprio lavoro e si è ritenuta sempre fortunata di fare quello per cui ha lottato, anni di supplenze e precariato; una maestra che può andare in pensione ma che non può farlo pensando di lasciare la scuola disintegrata, disumanizzata, sgretolata, la Scuola che tutti noi abbiamo conosciuto e amato ma abbiamo dimenticato.

Claudia Lucci”

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La ricetta magica, a parere di questa maestra, sembra dunque chiamarsi igiene, una pulizia più costante e accurata degli ambiente ma anche un’educazione più puntuale dei bambini nel prendersi cura della propria salute, lavando spesso le mani e comprendendo le piccole misure da poter adottare da soli.

Tutto ciò più lo sfruttare maggiormente l’aria aperta per le lezioni sarebbero, secondo questa insegnate, la ricetta giusta per riaprire la scuola in sicurezza ma garantendo anche un insegnamento di qualità.

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Naturalmente trovare la soluzione perfetta in una situazione tanto complessa e delicata non è facile, anzi, è probabilmente impossibile.

Ciò a cui mirare è dunque la soluzione più sicura ma, al tempo stesso, la migliore per garantire ai bambini di vivere una scuola realmente educativa, formativa e a misura delle loro necessità.

Il suggerimento di questa maestra può sicuramente fungere da spunto, una soluzione forse non perfetta ma anche un imput importante su cui riflettere e da cui partire per far sì che le scuole a settembre siano veramente la versione migliore possibile.

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