Coronavirus | Infermiera contagiata scrive: “a voi maledetti complottisti”

Un’infermiera racconta l’incubo di esser stata contagiata dal Coronavirus e si scaglia con dure parole contro chi ancora si ostina a definirlo un complotto.

infermiera coronavirus
Foto da Unsplash

“Questo post è stato pensato e scritto per il mio profilo, mai avrei pensato che avrebbe avuto una simile visibilità, al di fuori dei miei soliti tre o quattro commentatori. Siete liberi di non credermi, vivo lo stesso, ma a chi mi dà del fake consiglio di rileggersi le regole sulla privacy di facebook. Vi dico solo che, certi commenti, sotto al post di una persona che ha un disturbo post traumatico da stress, possono avere effetti devastanti. Fortunatamente riconosco l’ignoranza e tiro avanti, ma dovete vergognarvi. TANTO.”

A scrivere è Giulia Medea Oriani, infermiera che ha pubblicato un post che ad oggi supera le 9mila condivisioni.

Lo condivide una seconda volta il 27 maggio, allegando non solo questa nuova introduzione ma anche una foto molto particolare: una lunga sequela di siringhe e scatole di medicinali.

E’ la terapia che la ragazza ha dovuto prendere negli ultimi due mesi e che continuerà a prendere ancora per un tempo indefinito.

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Giulia è stata infatti contagiata dal Covid-19 e oggi racconta il suo calvario di 79 giorni.

Un calvario iniziato, quasi paradossalmente, quando l’incubo del Coronavirus sembrava oramai concluso, quando il tampone era oramai negativo.

Un piccolo disturbo e da lì si sono spalancate per Giulia le porte dell’incubo.

Il post dell’infermiera contro i complottasti del Covid-19

medicine coronavirus
Foto da Facebook @GiuliaMedeaOriani

In questi mesi abbiamo condiviso con voi diverse testimonianze, racconti prestati da chi il Coronavirus lo ha incontrato, per così dire, “di persona” e ora vuole condividere la propria esperienza con quante più persone possibili per metterci in guardia, per invitarci a non abbassare proprio ora la soglia di attenzione e tenere sempre ben presenti le misure di sicurezza suggerite. (Ricordiamo a tal proposito Coronavirus | Anziano scrive lettera a figli e nipoti prima di morire)

Per l’infermiera di cui parliamo oggi però le cose sono diverse. Lei non scrive solo per diffondere la consapevolezza ma anche e soprattutto per smentire quelli che ella stessa definisce “complottasti”.

C’è infatti ancora chi si ostina a ritenere la pandemia una sorta di “teatrino”, qualcosa di ingigantito e messo in piedi affinché i potenti di turno possano guadagnarci.

Un grande inganno a discapito del cittadino dunque e in una simile teoria chi tanto ha sofferto non può che leggere un enorme insulto personale.

Ecco perché l’infermiera Giulia dedica proprio a questi amanti della cospirazioni le sue più amare parole.

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“Mi chiamo Giulia, ho 30 anni e sono un’infermiera. Nel mese di marzo mi sono ammalata di Covid-19. Inizialmente, nella sfortuna, ho pensato di essere stata fortunata, di averla “sfangata” con pochi sintomi, senza che fosse necessario il ricovero in ospedale.. un po’ di febbre, qualche dolore muscolare, difficoltà respiratorie lievi e risolte in pochi giorni, un solo accesso in ospedale per broncospasmo.
Niente di che, insomma.
I problemi sono iniziati circa dieci giorni dopo la mia negativizzazione al tampone. Uno strano dolore alla gamba, un esame al volo e la diagnosi di Trombosi Venosa Profonda. Il che significa che in una vena della mia gamba (dopo qualche giorno, in due vene diverse) si era formato un coagulo così grosso da non far passare più il sangue. Ho 30 anni, e il mio sangue coagula come quello di un vecchietto allettato.
Da lì, il mio calvario.
Sono stata vista da: chirurgo vascolare, chirurgo generale, ematologo, psichiatra, medico d’urgenza e cardiologo.
Ho eseguito 5 eco-doppler alla gamba, un’ecografia della parete muscolare dell’addome, una lastra del torace, una TAC torace e arto inferiore con mezzo di contrasto, un ECG-holter delle 24h, un ecocardio e un’infinità di esami del sangue.
Mi sono sentita diagnosticare una doppia trombosi venosa profonda con riduzione del flusso persistente dopo due mesi di terapia e parziale dilatazione della vena, una tachicardia sinusale con battiti ectopici ventricolari e sopraventricolari, un disturbo post-traumatico da stress con insonnia, una vasculite post covid-19.”

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“Ho avuto spesso, troppo spesso, paura. Tanta. Paura di non poter mai più tornare a svolgere il mio lavoro come prima, paura di morire. Mi hanno imbottita di psicofarmaci prima di capire che non era l’ansia la causa della tachicardia, ma mi hanno detto di continuare a prenderli, per dormire. Peccato che io non dorma da settimane. Ogni notte mi sveglio a causa degli incubi che faccio. Dormirò sì e no 4 ore.
Convivo con un fantasma, quello della malattia.
Sono arrivata ad odiare la mia casa, diventata una prigione da ormai 79 giorni.
Questo post l’ho scritto in realtà per fare una dedica speciale.
Lo dedico a voi maledetti complottisti, che sostenete che il virus non esista, che sia stato creato per far guadagnare soldi a Bill Gates, che vi stiano mentendo e la situazione non sia così grave come sembra, che non volete mettervi la mascherina perchè vi farà morire di ipercapnia (che manco sapete cosa sia), che vi ammassate nelle piazze perchè non avete paura di un virus che uccide solo i vecchi, che sostenete che il virus sia un problema solo per chi ha malattie gravi e invalidanti…. e tante altre puttanate.
A voi che pensate che tanto non vi capiterà mai niente, dedico la foto della terapia che ho dovuto prendere negli ultimi due mesi e che continuerò a prendere non so per quanto tempo. E ho SOLO trent’anni.
A voi dedico ogni singola iniezione che mi sono dovuta fare, ogni ematoma distribuito sul mio corpo, ogni pastiglia che devo mandare giù tutti i giorni, ogni minuto di veglia al buio, ogni sfarfallio che avverto nel petto.

Con affetto, Giulia.”

infermiere coronavirus
Foto da Instagram @ospedalebambinogesupaginafan

Condividendo questo post vogliamo ricordare gli oltre 600 infermieri morti durante la pandemia, almeno secondo le stime del Consiglio Internazionale degli infermieri, mentre circa 450 mila sono stati contagiati. In Italia quaranta infermieri sono stati vittima del Coronavirus e 12 mila sono risultati positivi al Covid-19, secondo gli ultimi dati della Federazione Nazionale delle professioni infermieristiche (Fnopi).

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