Siero-prevalenza | Finora aderito 25% italiani il 60% ha dubbi

Da lunedì 25 maggio è iniziata l’indagine di siero-prevalenza in Italia. Finora ha aderito il 25% degli italiani mentre il 60 % ha ancora dubbi.

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“Se ricevete una telefonata che inizia con 06.5510 rispondete, non è una truffa ma la Croce Rossa Italiana“. A dirlo il suo presidente Francesco Rocca. “Non è uno stalker ma un servizio che potete rendere al vostro Paese attraverso un piccolo prelievo venoso“, ha spiegato Rocca.

Da lunedì 25 maggio è partita l’indagine di siero-prevalenza in Italia a cura del Ministero della Salute che sta contattando i cittadini, prelevati a campione da Istat, tramite la Croce Rossa Italiana.

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Oltre 15mila le telefonate effettuate lunedì da più di 700 volontari della Cri. Finora, però solo il 25 % del campione ha risposto in modo affermativo al primo contatto all’esecuzione del test. Più del 60% nutre ancora dei dubbi chiedendo di essere ricontattato per vari motivi, mentre circa il 15% si è detto propenso ma che per il momento sta valutando.

Partiti i test di siero-prevalenza il 60% degli italiani ha ancora dubbi

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Lunedì 25 maggio è partita l’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da SARS-CoV-2 che servirà a conoscere quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi verso il Covid-19 non necessariamente avendo sviluppato i sintomi dell’infezione.

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Un test sierologico a cura del Ministero della Salute, che attraverso la Croce Rossa Italiana sta contattando telefonicamente i cittadini presi a campione da Istat.

Il test sarà eseguito su 150mila persone residenti in 2mila comuni distribuiti nel territorio italiano. La partecipazione non è obbligatoria ma se contattati sarà importante partecipare per comprendere meglio la reale situazione epidemiologica nel nostro Paese.

Nel corso di un’intervista a Sky, il ministro della Salute Roberto Speranza ha ribadito che “è necessario e fondamentale che le persone che verranno contattate dalla Croce Rossa per i test sierologici rispondano positivamente alla chiamata. Questa potrà arrivare anche al cellulare. Avere questi risultati consentirà ai nostri scienziati di avere un’arma i più di conoscenza dell’epidemia nel nostro Paese”.

Il ministro, sempre nel corso dell’intervista non ha negato che c’è preoccupazione per una seconda ondata epidemica. “È temuta da tutti gli scienziati del mondo e chi ha il compito delle decisioni politiche non può sottovalutare tale eventualità e dobbiamo farci trovare pronti”. A tal proposito aumentati i posti in terapia intensiva del 115%.

Inoltre, da settembre riapriranno le scuole, quindi intenso è il lavoro in queste ore da parte del ministero e del comitato scientifico per riaprirle in massima sicurezza.

Per quanto concerne la app Immuni “siamo alle battute finali. Abbiamo fatto un lavoro molto accorto e ci auguriamo che il massimo numero di italiani decida volontariamente come previsto dalla norma, di scaricare questa app. Sarà uno strumento in più, un pezzo di una strategia più complessiva del governo” ha precisato Speranza.

Tornando al test sierologico, nonostante solo il 25% degli italiani abbia aderito con entusiasmo al primo contatto, Rocca ha definito i “dati confortanti” sottolineando la “risposta positiva da parte dei cittadini. Ognuno può fare la sua parte”.

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Tra le Regioni che hanno aderito con maggior entusiasmo nella prima giornata di telefonate ci sono Marche e Sardegna. Buon esito anche in Umbria e Lombardia, mentre i più indecisi sono gli abitanti di Campania e Sicilia.

In ogni caso molti di quel 60% di dubbiosi stanno ricontattando la Croce Rossa per avere ulteriori informazioni. Ieri effettuati i primi prelievi in Liguria, Basilicata, Province Autonome di Trento e Bolzano, Lazio. Da oggi i primi prelievi su Roma.

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La Croce Rossa si occuperà di effettuare i prelievi negli ambulatori e a domicilio. L’indagine mira a fotografare la situazione epidemica nel nostro Paese e a conoscere la diffusione del virus.

Già dopo le prime 20mila unità analizzate si potrà capire il trend di diffusione del Covid-19 sul nostro Paese” a dirlo a Repubblica il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo. Il campione anticipatore potrà fornire in fretta le informazioni e ricalibrare l’indagine con piccoli interventi se necessario”.

(fonti: Repubblica.it e Ansa.it)

 

 

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